L’estate è servita: i 5 cocktail estivi da provare adesso

L’estate è servita: i 5 cocktail estivi da provare adesso

di Digital Team

Ecco i 5 cocktail estivi da preparare anche a casa per una cena con gli amici. Freschi, gustosi, eleganti. Per avere il miglior drink serve solo seguire una regola: gli spirits devono essere di alta qualità.

I cocktail estivi da preparare anche a casa seguono una semplice regola: pochi ingredienti, di alta qualità, e pochi passaggi per la realizzazione home made. Da servire ghiacciati ad un aperitivo in terrazza al tramonto o con garnish elegante insieme ad una portata durante una cena in giardino, la parte  alcolica, da utilizzare con moderazione, è di alta qualità. La scelta è tra i premium spirits che creeranno la base perfetta per la buona riuscita della ricetta. Come nelle cucine più raffinate, la scelta della materia prima definisce il successo di un piatto, così nella mixology, anche casalinga, vodka, tequila, gin o champagne di qualità daranno un twist ai grandi classici della miscelazione estiva.  

Pimm’s Cup, il Re di Wimbledon.

Pimm's Cocktail

It’s Pimm’s o’clock!”. L’estate non è estate senza un buon Pimm’s Cup, mitico e iconico cocktail servito in occasione del torneo tennistico di Wimbledon per contrastare l’estate torrida della City. Protagonista è il Pimm’s No.1, liquore a base di gin, chino e erbe aromatiche inventato da James Pimm (1798-1866), proprietario di uno dei tanti oyster bars della London dell’epoca, che serviva ai suoi clienti in accompagnamento alle ostriche. 

La ricetta è composta da soli due ingredienti: il Pimm’s No.1 e il ginger ale, una soda a base di zenzero. Ma per la sua ottima riuscita il Pimm’s Cup vuole però una terza parte fondamentale: fette di arancia,  fettine di cetriolo, fragole fresche e foglie di menta. Si prepara direttamente in bicchiere, in un tumblr alto, o in caraffe da portare in tavola e condividere con gli amici. 

Negroni Sbagliato, il drink nato da un errore.

Negroni Sbagliato Cocktail

Non c’è stagione per il Negroni Sbagliato anche se la versione light del mitico cocktail tripartico, il Negroni (composto da 1/3 di Gin, 1/3 di Vermouth Rosso e 1/3 di Bitter Campari), vede la sua celebrazione massima con le temperature estive. Nasce, narra la leggenda, per un errore commessa da Mirko Stocchetto, bartender del Bar Basso di Milano, luogo sacro per i cultori dell’aperitivo meneghino, che per sbagli prese la bottiglia di Prosecco al posto di quella del gin per chiudere il suo Negroni. L’errore non fu una catastrofe, anzi. Il nuovo drink sembrava essere stato piuttosto apprezzato. 

La ricetta segue la regola del suo antenato Negroni: 3 ingredienti (Bitter Campari, Vermouth Rosso, Prosecco) in 3 dosi uguali versate in un tumbler basso che poi viene colmato di ghiaccio e guarnito con una fetta d’arancia.

Bellini, in una flûte tutta l’estate.


Creato da Giuseppe Cipriani nel 1948 all’Harry’s Bar di Venezia e battezzato così in onore di Giovanni Bellini detto il Giambellino che in quel momento era protagonista di un’esposizione a Palazzo Ducale, il Bellini è un’ode all’estate e a quelle pesche che raggiunta la massima maturazione donano cremosità e dolcezza al cocktail più celebre di Venezia.

Diffidare dai preparati in bottiglia. Il Bellini deve essere rigorosamente preparato al momento mescolando 1/4 di purea di pesca bianca preparata schiacciando e filtrando la pesca con la sua boccia e aggiungendo 3/4 di Prosecco ghiacciato. Le pesche che raggiungono la loro massima maturazione tra luglio e agosto daranno al cocktail un colore rosato. 

Michelada, il Messico in un bicchiere.

Michelada Cocktail

Apparente allusione (o illusione) al Bloody Mary, grande classico preparato con vodka, spezie e succo di pomodoro e osannato dagli addetti al settore come rimedio all’hanogoover dopo una serata un po’ fuori dalle regole, la Michelada (che tra gli ingredienti vuole anche la birra) è una bevanda dalle origini messicane che dalla strada è approdata oggi nelle drink list dei  cocktail bar più importanti del mondo. A Città del Messico, le bancarelle dei mercati di strada permettono ai clienti di costruire la propria Michelada, consentendo loro di scegliere tra birre, spezie, salse e garnish che spaziano dalle più normali coste di sedano agli spiedini di gamberetti fino agli orsetti gommosi.

La Michelada è un “all day drink”, si può bere quindi in qualsiasi momento della giornata, anche sul lettino fronte mare nelle prime ore del pomeriggio accompagnando tacos, guacamole e cruditè di pesce. Si prepara anche a casa, per una cena messicana, seguendo una delle tante ricette che si trovano on line. La più classica, e più semplice per reperibilità degli ingredienti vuole 2/3 di birra chiara, 1/3 di suco di pomodoro e, a piacere, gocce di Tabasco, salsa di soia, Salsa Worchestershire, sale, pepe e succo di lime. Si serve in una bicchiere da birra o in un tumbler alto con qualche cubetto di ghiaccio e un crust piccante che si realizza bagnando leggermente il bordo del bicchiere con una fetta di lime e ripassandolo poi in un piattino con sale e peperoncino. La guarnizione? Ognuno può crearne una nuova.

French 75, lo sparkling cocktail per eccellenza.


La leggenda narra che il nome di questo grande classico senza tempo nasca in onore di un modello di pistola usata nella Prima Guerra Mondiale dall’esercito francese, un’allusione neanche troppo velata alla “letalità” del drink che sembra essere leggero come una flûte di Champagne, ma la parte super-alcolica che contiene lo trasforma in un cocktail un po’ più strutturato. Uno Champagne cocktail reso famoso dall’Harry’s New York Bar di Parigi nei primi anni del 1900 che alcuni documenti storici lo raccontano con il Cognac come spirit di base. Tuttavia, nel corso della storia, il gin divenne una base comune, anche se molti bar, tra cui il mitico French 75 bar di New Orleans, utilizzano prediligono ancora l’uso del Cognac.

Elegante, da preparare anche a casa e servire agli ospiti come welcome prima di una cena a base di pesce crudo e piatti delicati, la ricetta è semplice: si mescolano in uno shaker colmo di ghiaccio, 30 ml di Dry Gin, un cucchiaio di sciroppo di zucchero, succo fresco di limone. Si passa il risultato in un colino direttamente nella flûte e si conclude versando lo Champagne appena stappato.