Caffè come gallerie d’arte, ristoranti che celebrano i sapori mediterranei, e cantine perfette per la città: ecco quali sono le nuove aperture di Gennaio a Milano

Il nome del nuovo bar ospitato all’interno della Pinacoteca di Brera, è un omaggio a Fernanda Wittgens. Fu dovuta alla direttrice, infatti, la riapertura del museo nel 1950, a seguito dei bombardamenti che colpirono Milano nel 1943. Un progetto, quello del Caffè Fernanda, affidato a rgastudio, e che dialoga idealmente con le 38 sale del polo museale, curate da James Bradburne. Ed infatti, le pareti ottanio ospitano opere come La conversione del Duca d’Acquitania di Pietro Damini, mentre gli arredi si ispirano agli Anni 50 che videro la rinascita della Pinacoteca: il bancone bar a liste in noce canaletto ha il piano in ottone anticato mentre i pavimenti in marmo e le cornici rosso Lepanto sono ereditate dall’originale progetto firmato da Portaluppi. E, sedendosi sulle poltroncine con profili in ottone per sorseggiare un caffè, si può scorgere, nell’ultima sala, il Bacio di Francesco Hayez.

STILE ITALIANO

Alessandro Garlando è nato nel 1991, ma il ventottenne ha già inanellato una serie di esperienze culinarie in alcuni tra i più importanti ristoranti italiani, da Villa Crespi guidata da Antonino Cannavacciuolo alla platea più internazionale che sceglie Armani / Ristorante, dove ha imparato da Francesco Mascheroni e Filippo Gozzoli. Così, ha deciso che era venuto il momento di aprire Insieme, in zona Pagano. Un nome non scelto a caso, visto che ha intrapreso l’avventura insieme alla compagna Federica Caretta, laurea in management aziendale ed esperta di vini e distillati. Ed insieme, i due hanno pensato ad un ambiente dai colori pastello, che si avvale dell’artigianalità italiana, come nel grande tavolo in legno d’abete o dei piatti in ceramica firmati da Franco Fasano, noto ceramista di Grottaglie, terra rinomata per il savoir faire in materia. Il menù, formato in media da 12/14 piatti rappresenta una sperimentazione sul classico concetto di cucina mediterranea: dalla zucca con Grana Padano e nocciole del Piemonte, al baccalà mantecato con polenta arrostita, passando al petto d’oca stagionato con tartufo, le proposte sono ovviamente stagionali.

PAUSA PRANZO

Piacerà agli amanti del pollo 131 Chicken Experience, nuovo avamposto dedicato esclusivamente alla carne bianca, nella cornice di Porta Romana. Atmosfera informale, l’ingrediente principale si declina così in un menù che prevede 22 variazioni dal tema: dai classici nuggets alle zuppe perfette per i mesi più freddi, passando per curry con riso basmati e Double Stick Burger (pollo fritto e marinato con paprika dolce, miele e spezie, accompagnato da camembert, cheddar, bacon e insalata). Una pausa pranzo garantita dai prodotti 100% bio e italiani, ovviamente a filiera corta, che è possibile accompagnare da birre Leffe, sia alcoliche che analcoliche, e una sorprendente carta di cocktail a base di birra.

WINE LOVER

Si situa sul Naviglio Pavese la prima cantina di Milano, capace di trasformarsi all’occorrenza anche in un posto perfetto per un bicchiere di vino. Cantina Urbana è infatti un collettivo di giovani viticoltori impegnati da anni nella ricerca delle uve italiane autoctone migliori da imbottigliare. Nascono così piccole produzioni prive di prodotti chimici e con bassissimi livelli di anidride solforosa, realizzati con affinamenti spontanei in botti di legno o terracotta. E dal 23 Gennaio riprendono dopo la pausa natalizia i W.T.F. (Wine Tasting Friends), degustazioni speciali di 3 bottiglie diverse prodotte dal collettivo CU/M, da accompagnare a taglieri di salumi o dal burro e alici di derivazione francese.

E sempre agli amanti del vino è dedicato Sotto Sotto – cucina in cantina, nuova apertura nella Chinatown milanese di Paolo Sarpi, ormai fucina enogastronomica dove si sperimentano formati culinari e tendenze che poi prenderanno piede nel resto della città. Un’enoteca con circa 200 etichette, la cucina classicamente italiana è guidata dal pugliese Angelo Pavone. Il vino quindi si può degustare (e c’è una vasta selezione dedicata allo champagne insieme alla rara possibilità di bere del Krug al calice) oppure comprare. Tra le proposte culinarie da provare i fiori di zucchina ripieni di ricotta pugliese, lime e basilico o il risotto Acquerello con radicchio, pannerone e ovviamente vino rosso.

STELLATI

Fuori categoria, per via di un paio di stelle Michelin già guadagnate, Il luogo di Aimo e Nadiada poco ristrutturato dallo studio Vudafieri- Saverino Partners: i 240 mq del ristorante guadagnano in teatralità, grazie  a quinte create ad arte, arricchite da riferimenti al design degli Anni 50, come nel mobile bar in legno con ripiano in marmo firmato da Osvaldo Borsani o dalle specchiere irregolari, pezzi unici ad opera di Giampiero Romanò. E come in un teatro, a nascondere alla vista gli elementi ci pensano bacchette in legno di noce a tutta altezza dietro le quali si celano ante apribili e armadi. Il Theatrum dei sapori, è invece la novità: luogo dove si terranno masterclass e incontri, mette al centro un tavolo in legno di cedro con base in ferro, mentre l’illuminazione firmata da Antonangeli si fa elemento decorativo, traslandosi su lampade che scendono dal soffitto o oggetti luminosi rivestiti con foglie di rame. Nei piatti, la ricerca della materia prima perfetta incontra l’estro creativo dei fondatori: da provare il Risotto con radicchio tardivo di Treviso, pralinato di nocciole Tonda Gentile e funghi porcini secchi dell’Abetone, o i Tortelli farciti di ossobuco di Fassone e midollo nel suo ristretto, allo zafferano sardo e parmigiano.