5 motivi per fare tappa nel locale che, a due passi dall’Opera, ha preso il posto di uno storico incisore. Tra questi la presenza di Philippe Starck.

Parigi, 2e arondissement, non lontano dall’Opéra: è qui, all’incrocio tra boulevard Montmartre e rue Saint-Marc, che è sopravvissuto il Passage de Panoramas, piccola galleria coperta affollata di caffè e botteghe antiche. Tra queste lo storico atelier d’incisione Stern che ha occupato il numero 47 dal 1849 fino al 2008, e che oggi – dopo due anni di lavori – riapre i battenti come Caffè Stern, un caffè bistrot all’italiana nello stile di Raffaele e Massimiliano Alajmo (tre stelle Michelin) e della loro meravigliosa famiglia. 

Max Alajmo racconta ad Icon la sua ragione “del cuore” per cui andare da Stern: ‘Entrare a Caffè Stern e come fare un salto nel tempo. I passage di Parigi hanno il fascino di portarti fuori dalla contemporaneità. Sgattaiolando tra la folla dei grand boulevard e infilandosi in uno dei passage, ci si trova in un’altra dimensione: ovattata, amichevole, quasi fossero dei decompressori. E una volta entrato a Caffé Stern, basta bere un “Uno per due” in tazza d’oro per essere a cavallo. Rallenti e vivi un’atmosfera diversa, che ti fa stare bene’.

Ecco le nostre 5 ragioni per rivivere magia ed eleganza di allora con il gusto contemporaneo firmato dagli Alajmo. 

Il caffè (con brioche) di Gianni Frasi
Il locale è aperto all day,  sin dalla colazione del mattino dove protagonista assoluto resta il caffè di Gianni Frasi, torrefattore veronese tra i promotori dell’apertura parigina. I suoi caffè di arabica naturale macinata al momento vengono declinati dal classico espresso al “Lì per lì”, cappuccino triestino al “Senza fretta” nella caffettiera napoletana; serviti con briochea e croissant all’olio extravergine di oliva. 

I cicchetti dello chef Sergio Preziosa
Responsabile di cucina a Parigi il trentenne Sergio Preziosa, forte di 4 anni passati accanto allo chef Alajmo alle Calandre di Padova: sarà lui a divertire i parigini con i piattini veneziani dell’aperitivo, incluso il baccalà mantecato con polenta fritta da accompagnare agli Spritz della casa. 

I classici della cucina italiana rivisitati da Max Alajmo
In carta al bistrot, che vuole restare informale nell’accoglienza, il meglio dello chef tristellato, dalla pizza al vapore alla battuta di carne cruda di vacchetta piemontese al fumo, dalla carbonara all’olio al tonnato di tacchino con polvere di caffè. 

Lo zampino di Philippe Starck (con Dominique Averland)
Il designer (che ha casa anche a Burano, non lontano dal Caffè Quadri sempre degli Alajmo) ha attualizzo con luci e dettagli il contesto storico dell’antico graveur, fatto di boiserie e inserti di arredo che spaziano dal XVI al XVIII secolo. Con lui ha lavorato l’architetto Averland, organizzatore del minuzioso restauro e della sistemazione del Passage de Panoramas. 

La presenza glam di David Lanher
Come se non bastassero l’alta qualità di cucina e servizio, oltre al fascino dell’ambiente, a completare il successo annunciato del Caffè Stern la società con David Lanher, quarantenne re Mida di locali parigini e oltreoceano (i Racines, Vivant, Paradis, Noglu e da poco anche la Cremerie)  che contribuirà a convogliare un pubblico bonvivent altamente selezionato.