Panorama indimenticabile? In Thailandia, Giappone e Costa Rica. Tre locali dove i piatti non sono la sola attrazione

Immersi nella natura (o nel cemento), incastrati tra i rami, sospesi a decine di metri d’altezza. Ecco tre ristoranti sull’albero che non offrono soltanto piatti raffinati, ma propongono una vista spettacolare su tutto ciò che li circonda, dal bosco alla vita cittadina. Dalla Thailandia al Giappone, alla Costa Rica. Per poter “mangiare anche con gli occhi”.

Cucina ricercata ad alta quota per il Treepod Dining, un mini ristorante in cima a un albero, a circa sei metri di altezza, all’interno del Soneva Kiri Resort, a Koh Kood, un’isola nel Golfo del Siam. Immersi nella vegetazione tropicale dell’antica foresta pluviale thailandese, si può godere di un panorama mozzafiato restando comodamente seduti all’interno di un nido bambù e assaporando le delizie gastronomiche locali e i vini pregiati che vengono direttamente serviti da un cameriere personale che si muove arrampicandosi grazie a una imbracatura.

Costruito attorno a un albero di fico, a pochi passi dalla Monteverde Cloud Forest, a Santa Elena, in Costa Rica, si trova il Tree House Restaurante, una balconata con tavoli e cucina dall’ottima vista sulla vita rilassata di questi luoghi. Il locale offre anche piatti tipici a base di pesce, carne, frutti di mare e crostacei che vengono cucinati alla griglia. Un buon piatto classico da provare è il Casado, composto da riso bianco, fagioli, insalata verde, platani fritti (una banana che si utilizza solamente cotta) uniti a manzo, pollo o pesce. Il tutto accompagnato da musica dal vivo piacevole, mai invadente.

A Naha, cittadina dell’isola di Okinawa (Giappone), è stato realizzato a una decina di metri d’altezza, appollaiato su un immenso albero di banyan ma dalle radici di cemento, il Naha Harbor Diner (chiamato anche Gajumaru Aka) con tanto di ascensore nascosto dalla pianta. Con una vista che spazia dal Parco di Onoyama al mare, il locale è tra i più alla moda della città ed è rinomato per i piatti biologici indiani, italiani e giapponesi eseguiti con ingredienti di produzione locale oltre che per il suo eccellente shabu shabu, piatto della traduzione a base di brasato di manzo preparato a fette sottilissime insaporite da carote, funghi e altre verdure cotte al vapore.