Progetto Re-Style: Hyundai punta sul fashion eco-sostenibile

Progetto Re-Style: Hyundai punta sul fashion eco-sostenibile

di Francesca Vercesi

La Casa coreana ingaggia alcuni stilisti per un progetto di recupero e riuso dei materiali. Da Jeremy Scott a Maria Cornejo. Guardate che cosa è nato…

La casa automobilistica coreana Hyundai continua a scommettere sulla sostenibilità e sull’economia circolare. Tanto da aver deciso di portare avanti, questa volta in Europa, Hyundai Re:Style, iniziativa che coinvolge fashion designer che lavorano in giro per il mondo con l’obiettivo di trasformare gli scarti che vengono dalla rottamazione dei veicoli in creazioni di moda. E, per proseguire l’ambizioso progetto Re:Style, quest’anno la scelta è caduta sul fashion designer Jeremy Scott, figura molto riconosciuta dalle star di Hollywood, avendo creato abiti su misura per Madonna, Kanye West, Rihanna, Christina Aguilera, Lady Gaga e Bjork. Non male per un ragazzo nato nel Kansas, che ha imparato a cucire dalla nonna, appassionata di uncinetto. “Ho acquisito nell’infanzia conoscenza e strumenti per iniziare a disegnare i miei abiti”, racconta a Icon Jeremy Scott, incontrato ad Amsterdam, in occasione della presentazione della sua nuova collezione. 


Jeremy Scott

Una storia in grande ascesa quella di Scott perché, dopo aver studiato a New York ed essere approdato a Parigi per far nascere il suo marchio nel 1997, la sua carriera racconta di collaborazioni sorprendenti con ADIDAS Originals, Louboutin, Longchamp, Moschino. Ora, con Huyndai, il designer americano basato a Los Angeles ha disegnato una collezione di dieci abiti couture eco-firendly, realizzati con materiali di scarto dei veicoli elettrici di Hyundai Motor insieme ai tessuti deadstock. Nuovi materiali derivati ​​da scarti delle auto come ruote, cinture di sicurezza, luci posteriori, airbag e tergicristalli, sono stati inglobati negli indumenti ideati da Scott. Risultato: giunta al quarto capitolo della storia di Re:Style, Hyundai ha deciso di portare ad Amsterdam, una delle città più sostenibili d’Europa, la collezione inizialmente presentata a Seul. Celebrando così, nuovamente, un approccio visionario alla moda e al presente. “Con la creatività si può dare nuova vita a qualsiasi cosa. Il progetto con Hyundai per me è molto interessante perché sto sperimentando tecnologie e materiali mai usati prima e la casa automobilistica mi ha lasciato carta bianca. Inoltre mi piace molto il concetto del riutilizzo, un approccio che sostengo da sempre. I materiali, in genere, possono vivere tante vite e diventare altro. E gli abiti possono essere oggetti da custodire e tramandare: è così che mi piacerebbe che tutti li vedessero. Riciclare e riutilizzare. Questo è ciò che la moda dovrebbe fare”, continua Scott.


Jeremy Scott

La collaborazione con Scott è dunque una campagna ad alto impatto, consapevolmente progettata per sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi della riduzione degli sprechi e del recupero degli scarti. I tessuti e materiali, in altre parole, vengono re-immaginati come nuovi filati, accessori o dettagli che diventano fonte di ispirazione per i designer. A questo proposito, Hyundai Re:Style aveva già debuttato nel 2019 a New York con un’altra stilista di avanguardia della moda sostenibile a livello globale, la cilena Maria Cornejo, che ha creato abiti con i tessuti dei sedili delle auto di scarto. Nel 2020, il progetto è servito da piattaforma per una collaborazione con sei designer presso il negozio londinese Selfridges. Poi, nel 2021, l’azienda ha collaborato con L’Eclaireur a Parigi e Boontheshop a Seoul per ampliare ulteriormente il suo impatto. Oggi continua la sua collezione e, dai materiali delle auto, sta realizzando abiti ma anche accessori come portachiavi, portafogli e borse. “C’è del valore nel far perdurare gli elementi e i materiali. Io sono cresciuta in mezzo ai creativi e sono 25 anni che lavoro nel riciclo dei materiali. Ho dovuto lasciare il Cile a causa della dittatura e mi sono trasferita a New York dove ho aperto la mia azienda. Ci tengo a sottolineare che il riciclo dei materiali è solo una parte del processo della sostenibilità che, come concetto, deve necessariamente includere l’attenta gestione delle persone, la governance…”, racconta a Icon Maria Cornejo.


Maria Cornejo

Quanto a Hyundai, sottolinea: “Quanto sta facendo Hyundai è molto importante perché, attraverso una macchina, si può ampliare il concetto di sostenibilità, queste collaborazioni amplificano il messaggio. Noi esseri umani infatti siamo parte del problema ma siamo anche parte della soluzione. E se la sostenibilità non è molto sexy, forse è bene cambiare un pò la prospettiva”. Aggiunge: “c’è ancora molta strada da fare, ci vogliono idee, condivisione, interpretazione perché ciascuno ha la propria idea di sostenibilità. Io non credo nei trend, credo piuttosto che si debba cambiare la mentalità e capire che non bisogna buttare via le vecchie cose ma trasformarle”. E conclude: “Abbiamo la responsabilità verso noi stessi e verso il pianeta di fare la differenza in ogni modo possibile. È una questione di causa ed effetto. Ogni decisione che prendiamo oggi ha un impatto sull’ambiente, quindi è importante che tutti noi ci assumiamo la responsabilità di farlo. Ogni piccolo gesto è importante”.

È bene ribadire, infine, che l’attenzione al pianeta di Hyundai viaggia in due direzioni. Se è vero che si arriva a creare abiti dal riutilizzo di airbag e cinture di sicurezza, è altrettanto vero che la casa coreana produce rivestimenti interni ed esterni dei sedili e tappetini delle auto dal riciclo delle bottiglie di plastica e dalla trasformazione di canna da zucchero, grano e olio. E in questo la casa coreana è stata pioniera. Inoltre, guardando avanti e immaginando il futuro, Re:Style potrebbe portare il messaggio dell’economia circolare anche in altri ambiti. Quali? L’architettura e la musica.