La casa automobilistica inglese celebra 100 anni di storia e personalizza tutte le vetture del 2019, compresa l’ultima Bentley Continental GT che Icon ha provato su strada

Il 2019 è una anno molto significativo per Bentley. Il marchio inglese, armonica sintesi abilità artigianale, perizia ingegneristica e sportività, festeggia infatti un secolo di storia.
Nel gennaio del 1919 Walter Owen Bentley fondò la Bentley Motors Ltd. e dieci mesi dopo aprì la prima officina londinese. Da qui uscì il primo prototipo 3 Litre, che poco dopo avrebbe completato il primo test su strada.

Per commemorare questo importante anniversario, la factory di Crewe ha scelto di personalizzare tutte le vetture prodotte quest’anno con badge appositi e alcune finiture dorate, impreziosite da una scritta commemorativa 1919-2019. Gli emblemi del centenario appariranno su cofano motore, cerchi in lega, chiave d’accensione, pomello del cambio, battitacco e poggiatesta.

L’ultima Bentley che Icon ha provato su strada è stata la nuova Continental GT, l’unica coupé attualmente in produzione recentemente presentata anche in versione cabrio.

Nell’abitacolo, come da tradizione, il lusso regna sovrano, ma è ora accompagnato da indispensabili accenti tecnologici. Uno spettacolare Rotating Display a tre facce domina la plancia, mixando sapientemente classico e moderno. Lungo le superfici interne, insieme a pellami di qualità e cuciture sartoriali, possono convivere fino a dieci metri quadrati di radica. Le combinazioni di personalizzazione tra cui scegliere in fase di configurazione sono infinite. La console centrale può essere richiesta con dettagli Côtes de Genève, una lavorazione propria dell’alta orologeria svizzera.

A muovere questo salotto, l’ultima evoluzione del celebre W12 sovralimentato da 6 litri, abbinato ad un cambio 8 marce a doppia frizione. Grazie ai suoi 635 CV, la GT supera i 330 km/h e copre lo 0-100 km/h in 3,7 secondi. Tra gli accessori, spiccano i dischi in carbo-ceramica, che aiutano non poco un impianto frenante che ha molto da lavorare, specialmente nella guida sportiva.

Una vettura sicuramente per pochi, ma in grado di offrire quella classe e quell’esclusività eccelse di cui nessun’altra granturismo sembra più volersi fregiare.

Testo di Federico Fabbri