Le moto più belle del 2016

Le moto più belle del 2016

di Paolo Sormani

Cinque pietre miliari da ricordare nell’anno in cui tutti hanno parlato di special, si sono preoccupati dell’Euro 4 e intanto avevano già la testa all’elettrico

Infilare una bella gallery sarebbe facile. Dieci moto standard e via, felice anno nuovo. Invece ne abbiamo scelte cinque da ricordare. C’è un po’ di tutto, dalla special alla fuoriserie, dal modello che – chissà – cambierà le carte in tavola al siluro da quasi record. Se il 2016 è stato speciale e persino romantico, lo si deve anche a questa top five di due ruote. E soprattutto al coraggio, all’intelligenza e alla perseveranza degli uomini che le hanno pensate e costruite.

MV Agusta F4Z Zagato. Ah, la classe. È con quella che si vince il Concorso internazionale Chantilly Arts & Elegance. La F4Z coniuga il meglio del savoir faire di MV Agusta e della Carrozzeria Zagato di Milano. È così che è nata: quando un collezionista giapponese ha chiesto se si potessero fondere una sportiva MV e una coupé Zagato in un oggetto unico. Se un alieno appena atterrato sulla Terra chiedesse cos’è il made in Italy, non troverei di meglio.

BMW S 1000 RR PRAEM. Qualcuno si chiede quale sarà la tendenza custom del 2017? Facile: carene. Tonde, squadrate, meglio se abbondanti. Meglio ancora se vintage. La S 1000 RR dei fratelli Sylvain e Florent Berneron in arte Praëm, i Daft Punk della moto, hanno travestito la tecnologia della superbike BMW con la nostalgia Endurance anni 80. La grafica è persino ispirata alla BMW Art Car di Alexander Calder. Milfona? È una parolaccia, ma ci sta.

Harley-Davidson Milwaukee-Eight. Okay, cosa ci può essere di così straordinario nelle 4 valvole per cilindro di un twin ad aste e bilancieri? In fondo la Honda Gold Wing ci era arrivata più di trent’anni fa. Ma in Harley sono abituati così, un passettino alla volta e solo se necessario. Il big twin Milwaukee-Eight da 107 e 114 pollici cubi (1.750 e 1.780 cc) tranquillizza chi già vaticinava con terrore l’Harley-Davidson elettrica. Vero?

Honda X-ADV. Un affare così, potevano disegnarlo solo nel Centro stile Honda Europe di Roma. Perché c’è del genio italiano e sembra fatto apposta per le traversate avventurose della Capitale. Un maxiscooter con la dinamica da moto e l’attitudine da maxienduro? Con l’X-ADV, Honda è tornata a fare ciò che le compete per prestigio e dimensioni: inventare un nuovo concetto di mobilità a due ruote. Altri ci proveranno, ma il secondo è già il primo dei perdenti.

Triumph Rocket Streamliner. In tempi di marketting e di wannabe elettrico, chi sentirebbe l’esigenza di un record mondiale di velocità a Bonneville? Triumph, che con il nome del lago salato battezzò la motocicletta di maggior successo della sua storia. Il pilota Guy Martin ci ha provato con un siluro spinto da due motori Rocket III sovralimentati. Non è bastato, ma ci è andato vicino. Splendido perdente, ci ricorda che le moto non sono fatte di solo di numeri.