Regé-Jean Page

Regé-Jean Page

Padrone di un vero talento recitativo, passa con disinvoltura dal fantasy ai ruoli in costume (che lo hanno consacrato), senza trascurare spy stories e parti a tinte fosche

di Chris Sullivan

Va da sé che, considerando che i suoi tre film preferiti sono L’Impero colpisce ancora (1980) per l’epopea fantascientifica, Una poltrona per due (1983), per il genere comedy più scintillante, e Amour (2012) con il suo toccante romanticismo. giustamente, anche i ruoli che Regé-Jean Page ha ricoperto siano altrettanto vari.

È stato così Xenk nel fantasy Dungeons & Dragons-L’onore dei ladri (2023); ha brillantemente superato la prova di farsetto e brache nei panni di Solanio sul palco del Shakespeare’s Globe Theatre in Il mercante di Venezia e ha vestito quelli di un organizzatore di rave dedito all’ecstasy in The Second Summer of Love (2016).

Regé-Jean Page
Regé-Jean Page in cappotto e pantaloni Dolce&Gabbana, stivali Louis Vuitton

Il grande pubblico lo conosce però come il Duca di Hastings in Bridgerton, drammone in costume di epoca Regency con un’audience di circa 82 milioni di famiglie che non solo ha proiettato l’attore nel firmamento di Hollywood, ma ha anche fatto sollevare qualche sopracciglio per aver scelto un uomo di colore nel ruolo di un nobile inglese del XIX secolo.

«Se abbiamo accettato un Gesù bianco per tutto questo tempo, la gente può sopportare anche un duca nero», ha commentato pubblicamente Regé-Jean Page, bello come il sole. Successivamente ha recitato in The Gray Man (2022), un thriller esplosivo in cui tra inseguimenti e sparatorie interpreta un crudele agente della Cia, sulle tracce del sicario dell’agenzia Ryan Gosling.

Regé-Jean Page
Regé-Jean Page con giacca e pantaloni Bottega Veneta, gilet Loro Piana, collana e anello Bulgari B.zero1

È stato questo il trampolino perfetto per il suo ultimo progetto, lo spy drama Black Bag-Doppio Gioco (Black Bag è il soprannome dato all’MI5 a causa delle attività oscure del servizio di intelligence britannico). Diretto da Steven Soderbergh, il film racconta la storia di cinque agenti (i coniugi Cate Blanchett e Michael Fassbender, più Page, Marisa Abela e Tom Burke), tutti amici, e tutti sospettati di aver fatto trapelare documenti sensibili. Il fulcro del dramma è che il sospetto principale ricade su Blanchett, indagata dal marito Fassbender.

«Per The Gray Man avevo parlato con ex agenti della Cia», racconta Regé-Jean Page sorridendo con aria d’intesa. «Così ho potuto avere una visione particolare del mondo dell’MI5 e 6, in cui tutti mentono continuamente. Michael e Cate sanno che si mentiranno a vicenda, ma si fidano l’uno dell’altro sapendo che si mentiranno reciprocamente in buona fede. È più o meno così che funziona il servizio segreto nella realtà».

Regé-Jean Page
Regé-Jean Page con cappotto Dolce&Gabbana

Mi chiedo quanto sia difficile interpretare un bugiardo senza rivelare troppo né troppo poco. «È complicato », ammette Regé-Jean Page. «Hugh Grant ha detto che la cosa peggiore quando interpreti un bugiardo è che tutti pensano che tu sia solo un pessimo attore. Ma Soderbergh è affascinato dalle persone e, in questo caso, dalla menzogna, quindi nulla è necessariamente lineare».

È un’impresa notevole, perché ogni singolo personaggio è assolutamente detestabile, eppure il film è un trionfo. Regé (si pronuncia “Reggae”), d’altro canto, è troppo delizioso per essere una spia. Nato a Londra nel 1988 da un predicatore e un’infermiera zimbabwese, è cresciuto nel Paese materno prima di frequentare le superiori a Londra.

Regé-Jean Page
Cappotto, camicia e pantaloni Gucci, collana Bulgari B.zero1

«Ero sempre il ragazzo strano venuto dall’Africa, quindi ero sempre in qualche modo costretto a recitare una parte per riuscire a integrarmi», racconta. Ha affinato il suo talento recitativo alla Jigsaw Performing Arts School di Londra, canalizzando poi la sua energia come cantante della band punk The Super Nashwan Kids, per poi tornare in Africa a studiare ingegneria del suono. Nel 2008 ha iniziato a fare audizioni e, due anni dopo, è stato ammesso alla Drama Centre di Londra.

Appena terminato il college, nel 2014, ha ottenuto il ruolo principale nella nuova versione della miniserie Radici, dal romanzo di Alex Haley. «È stata una grande responsabilità ripercorrere le orme di una serie così importante», spiega. «Ha significato molto per me e la mia famiglia».

Il primo episodio ha incollato allo schermo 5,3 milioni di spettatori negli States, diventando il debutto di miniserie più seguito degli ultimi tre anni. Con tutto l’odio razziale ancora presente oggi, è una visione forte e necessaria.

Regé-Jean Page
Regé-Jean Page con cappotto, camicia e pantaloni Gucci, collana Bulgari B.zero1

Trasferitosi a Los Angeles, ha interpretato per tre anni un avvocato nella serie For the People e, grazie alla produttrice afroamericana Shonda Rhimes (Grey’s Anatomy, Scandal), è stato scelto per il ruolo dell’aristocratico inglese in Bridgerton. È significativo che Regé-Jean Page, ormai una star consolidata del cinema, non si prenda troppo sul serio.

«In Dungeons & Dragons-L’onore dei ladri nei panni di Xenk», ride, «ero un uomo affascinante, dolorosamente virtuoso, incredibilmente stoico, in un’armatura scintillante… e un mantello». Quindi, a parte il mantello, cosa rende un attore eccellente? «La curiosità è la chiave di ogni forma d’arte», conclude.

«Osservi, poi illumini ciò che hai osservato. A questo punto stai offrendo un servizio, non è qualcosa di egoistico. Si tratta sempre di assicurarsi di avere qualcosa che valga la pena di donare».

In apertura Regé-Jean Page indossa giacca e pantaloni Bottega Veneta, gilet Loro Piana, collana e anello Bulgari B.zero1. Photos by Michel Comte, styling by Edoardo Caniglia.