Gianmarco Tamberi

Gianmarco Tamberi

È quando il gioco si fa duro che Gianmarco Tamberi fa due cose: salta più in alto e si rade a metà. Il motivo? C’entrano pagliacci e nativi americani

di Giuseppe Pastore

Quanti atleti possono vantarsi di aver vinto un Europeo, un Europeo indoor, un Mondiale, un Mondiale indoor e un’Olimpiade? A Gianmarco Tamberi manca solo un petalo per completare un capolavoro di carriera: il Mondiale di Budapest, dove ad agosto tutti gli avversari lo guarderanno con preoccupazione mista a terrore, viste le sue note capacità di trarre ispirazione come nessuno dal Grande Evento. Lo scruterà apprensivo anche il grande amico Mutaz Barshim, l’uomo con cui s’è diviso l’oro di Tokyo. «Moltissimi atleti soffrono la pressione della gara importante. Per me è l’opposto: in allenamento salto misure mediocri, ma do il meglio in gara. Lo dimostra tutta la mia carriera: sono sempre riuscito a fare il miglior risultato stagionale nella gara più importante».


Total look Emporio Armani

La formidabile attitudine di Gianmarco Tamberi lo ha reso il volto da copertina dell’atletica leggera italiana: da sette anni è capitano della Nazionale. A 31 anni, risorto dalle ceneri dell’infortunio al legamento deltoideo della caviglia sinistra nel modo più spettacolare possibile, è costantemente immerso nella consapevolezza di poter “fare la storia”. Centrare imprese mai riuscite a nessuno, nel salto in alto e non solo: per esempio, vincere due ori olimpici di fila in una specialità molto selettiva. «Non per essere arrogante o sottovalutare l’impegno, ma il pensiero della storia mi dà una carica enorme e mi mette tantissimo entusiasmo». 


Cappotto, tank top e pantaloni Emporio Armani

Il salto in alto è una delle specialità più mentali dell’atletica: il gesto in sé dura pochi secondi, una quindicina di passi, un salto più o meno riuscito, poi è solo attesa e pensiero – e forse il pensiero è una trappola. «Io penso tantissimo prima, durante e dopo la gara. Tutti i pensieri sono rivolti alla performance. Anche i capelli blu, bianchi, verdi o la mezza barba sono aspetti legati alla performance. Ho bisogno di mettermi alle corde con le spalle al muro». In un’epoca di atleti che impiegano un’intera carriera per controllare lo stress, e a volte nemmeno ci riescono, Tamberi percorre la carreggiata opposta: lui della pressione ne ha bisogno, finanche rischiando di rendersi ridicolo. «È il mio modo di reagire a una gara sbagliata: se scendessi in pedana conciato da pagliaccio e non riuscissi a saltare, farei una figura del cavolo. Fai conto che la mezza barba ce l’ho solo nelle due ore di gara: appena finita la gara me la taglio tutta, mi serve a entrare nel mood, come i nativi americani quando si dipingevano le strisce sulla guancia. E se vai a controllare tutte le gare in cui avevo i capelli colorati ho sempre fatto i migliori risultati».


Cappotto, pantaloni e guanti Giorgio Armani

Il sogno è pericolosamente confinante con l’ossessione. Una parola che Tamberi conosce bene, per averla scritta e ripetuta mille volte nella valle di lacrime che collega il crac che gli è costato Rio 2016 alla resurrezione di Tokyo 2021. «Per tutto il tempo sono stato l’unico a credere all’oro olimpico, vedevo la sfiducia negli occhi delle persone che mi stavano vicino». Adesso l’ossessione è stata rimodulata in qualcosa di più dolce, più simile a una sfida da cui, mal che vada, non uscirà sconfitto. Tamberi la porta avanti con un uso aggressivo ma responsabile della propria immagine, cavalcando i social senza perder tempo con gli odiatori seriali (a parte quando toccano sua moglie Chiara). «Evito di leggere i commenti negativi: ci sono stati periodi in cui mi hanno ferito, ma la popolarità e gli hater vanno di pari passo, essenzialmente per motivi di invidia. Io sono molto estroverso, non nascondo nulla: non faccio solo post “positivi”, quando stavo male ho anche messo in mostra la sofferenza. Quando ti esponi così tanto, stai per forza sulle palle a qualcuno».


Total look Emporio Armani

È un argomento molto attuale, che in questi mesi sta colpendo un altro golden boy dello sport italiano come Matteo Berrettini, bersagliato da una serie di volgarità riguardanti la sua vita sportiva e sentimentale: «Gli sono vicino. Non riuscire a performare è molto frustrante, non riesci a dormire la notte, fai ore di terapie e non vedi risultati, sei sotto un treno e vedersi attaccati mette molta tristezza». Ma si può uscirne, in ogni momento: e quando riparti puoi persino sognare Parigi. In questi due anni l’Europa tornerà al centro dell’atletica mondiale: per Gimbo Tamberi, che ha bisogno di calore, sarà come giocare in casa rispetto ad avversari qatarioti, sudcoreani, statunitensi. E allora, dov’eravamo rimasti? Ah sì, martedì 22 agosto, ore 19:55, finale mondiale di salto in alto a Budapest. Gimbo, ti piace Budapest? «Come no: ci ho anche fatto l’addio al celibato».

In apertura Gianmarco Tamberi indossa un total look Emporio Armani

Photos by Giampaolo Sgura, styling by Edoardo Caniglia

Hair: Flavio Santillo @Studio Repossi. Make up: Samia Mohsein @Studio Repossi. Styling assistant: Valentina Volpe