Harrison Ball

Harrison Ball

Coppia nella vita e nel lavoro, Harrison Ball, stella del New York City Ballet appena ritiratasi, e Zac Posen, celebre stilista, per Icon hanno giocato a intervistarsi in piena libertà. Qui le loro parole

di Adriano Fasi

Zac Posen: Come sono stati questi mesi di assenza dalla scena del balletto?
Harrison Ball: Non ho avuto tempo libero. Due giorni dopo il mio addio alla danza (lo scorso 23 aprile) abbiamo fatto questo servizio per Icon. Poi tu hai partecipato al Met Gala (1° maggio, quest’anno dedicato a Karl Lagerfeld). Alla fine, ho avuto giusto un giorno libero.
Z.P.: Sì, hai finito di domenica e poi abbiamo scattato martedì mattina.
H.B.: Poi quest’estate ho studiato, a Parigi. Tutto è ruotato intorno alla creazione di una mia nuova carriera nella recitazione e nel cinema. Ovviamente, ho trovato comunque un modo per far evolvere la mia carriera di ballerino in un modo diverso (come coreografo). Ma non rimpiango nulla.
Z.P.: Davvero non ti manca niente?
H.B.: Il palcoscenico. E soprattutto i momenti prima dello spettacolo: entrare in teatro, truccarmi, il camerino, i rumori e l’odore del teatro… Mi manca avere i miei cani con me nel camerino. Insomma, il glamour dello showbiz.


Z.P.: Se rinascessi, saresti ancora un ballerino?
H.B.: Se rinascessi, sarei più giovane e più saggio. E tu?
Z.P.: Se potessi rinascere, sarei i nostri cani.
H.B.: Bello. Da stilista che rapporto hai con il corpo umano?
Z.P.: È totalmente simbiotico. Lavoro sulla forma del corpo usando i materiali come seconda pelle, sia che si tratti della forma fisica, sia di tagli e di volumi, strutturati o fluidi, che riguardano il movimento. Dimmi di te.
H.B.: In questo momento il mio rapporto con il mio corpo è totalmente incasinato, sto cercando di ricalibrarlo. Da quando avevo quattro anni mi sono guardato allo specchio e il mio corpo non l’ho mai visto come mio. Era come se, attraverso la lente della danza classica, avessi smontato tutte le idee di ciò che è bello, per plasmare quest’altra versione del mio corpo, perché nella danza classica devi avere una certa forma. Ora vorrei davvero allontanarmi da questo.


Z.P.: Parliamo di arte. La danza è la sesta arte, giusto? E la moda per te?
H.B.: Potrebbe essere la settima, o una delle cinque, perché, per il modo in cui la fai tu, crei sculture, usi le mani e drappeggi.
Z.P.: Nel mio lavoro, che è molto visuale, ci sono sicuramente la danza, la musica: credo che tutto ciò che nasce da un’emozione possa diventare arte. Mi piacciono le persone che mi hanno davvero ispirato per come hanno portato la forma e la struttura dell’abito allo stato più puro, Madeleine Vionnet, Cristobal Balenciaga, Azzedine Alaïa, Yohji Yamamoto; poi chi, come Yves Saint Laurent, Vivienne Westwood, John Galliano, Alexander McQueen, ha saputo aggiungere l’elemento della cultura. E infine mio padre, Stephen Posen (pittore e fotografo); crescere potendo vedere un maestro al lavoro è qualcosa dentro me, un autentico tesoro. Harrison e Zac si sono anche divertiti a giocare con qualche domanda dal celebre “questionario” di Proust indicando, uno dell’altro, pregi, difetti, passatempo, desideri…Il tratto principale.
H.B.: Tu, Zack, ne hai molti, ma quello che spicca di più è la giocosità. Mi hai davvero incoraggiato con la tua presenza a essere giocoso, a non abbandonare il mio bambino interiore, ma a entrare nella sabbiera e sporcarmi le mani.


Z.P.: Harrison, penso che sia il tuo coraggio. Sei un perfezionista. E sì, la tua capacità di prendere rischi creativi con la paura che si accumula, ma poi ti butti a capofitto ed è pretty fucking cool vederlo. C’è una grande saggezza in tutto questo.

La qualità che apprezzi. 

H.B.: Zac è gentile e ha un cuore grande.
Z.P.: Lo stesso vale per te.

Il peggior difetto.
H.B.: Volere tutto!

Z.P.: Il mio peggior difetto, credo possa essere anche il mio miglior difetto, ovvero la mia generosità.


Passatempo preferito.
H.B.: Giardinaggio, lavare l’auto (ridono).
Z.P.: Mi piace cucinare e mi piace stare in giardino. Pomodori, pomodori, pomodori…
E poi, all’unisono:
H.B.: Ci piace viaggiare. Ci piacciono le avventure.
Z.P.: Stare nell’oceano.
H.B.: Sono cresciuto su un’isola, per me l’oceano è fondamentale.
La tua idea di felicità.
H.B.: La famiglia più di ogni altra cosa.
Z.P.: Anche per me è sicuramente la famiglia. E poi il buon cibo. La bellezza. Essere nella natura. La salute e la creatività.