Ci vediamo tutti al Village: BasicNet approda a Milano

Ci vediamo tutti al Village: BasicNet approda a Milano

di Gianluca Cantaro

Una location aperta non solo agli affari ma anche alla città, che punta a diventare un polo d’attrazione in una zona di Milano un tempo periferica che la gentrificazione sta facendo evolvere

Per una “fully web integrated company”, come si definiscono da BasicNet Spa, dove ogni processo aziendale avviene attraverso le piattaforme digitali, costruire dei villaggi di mattoni e cemento potrebbe significare il raggiungimento dell’equilibrio perfetto tra reale e virtuale. Il BasicVillage aperto lo scorso settembre a Milano nord è un mondo quasi autosufficiente. La società torinese, quotata alla Borsa Italiana dal 1999 e che nei primi nove mesi del 2022 ha registrato un fatturato consolidato pari a 282,6 milioni di euro (in crescita del 30% rispetto al 30 settembre 2021), è proprietaria dei brand Kappa, Robe di Kappa, Jesus Jeans, Superga, Sabelt, Briko, Sebago e soprattutto K-Way, che sta assumendo un’identità più fashion, con sfilate e capsule collection come quella con la top Mariacarla Boscono presentata nell’inverno 2021.


Gestire un tale portfolio vuol dire avere la consapevolezza che, oggi più che mai, fare moda comporta visione d’insieme e inclusione a ogni livello. BasicVillage replica, in scala, il modello già attivo nel capoluogo piemontese (che si estende su 26mila mq), e

punta a diventare un polo d’attrazione in una zona di Milano un tempo periferica che la gentrificazione sta facendo evolvere, come sta già accadendo nella zona sud, che ospita istituzioni culturali e il villaggio per i prossimi Giochi invernali di Milano Cortina del 2026. «La location è perfetta, non aveva senso farsela scappare per cercare altrove», spiega Lorenzo Boglione, Vice President of Sales e membro del consiglio di amministrazione di BasicNet Spa. «Per noi che veniamo da Torino, la componente logistica ha completato il puzzle degli elementi che hanno reso Via dell’Aprica il posto ideale: arrivando da ovest è molto più agevole da raggiungere, come anche dalle stazioni ferroviarie». 


Interni dello showroom K-Way-Superga-Sebago

I 4.500 mq un tempo destinati alla fabbricazione della gomma sono oggi, dopo vari cambi d’uso, un compound polifunzionale che ospita uffici anche di altre ditte, nonché l’Edit Italian Pub (un ristorante e birrificio artigianale che sbarca a Milano dopo il successo di Torino), spazi comuni per eventi e nove loft, dai 45 ai 170 mq, destinati a brevi soggiorni sia per turismo sia come servizio per le società che hanno sede nel BasicVillage. «È una location a disposizione della città, non a uso esclusivo di chi ci lavora. Le stanze sono aperte al pubblico quando non sono utilizzate da noi, per esempio nei weekend», spiega. «Lo stesso vale per la terrazza e il cortile, molto versatili, che si possono affittare per happening».

La riqualificazione urbana coniugata allo sviluppo del business dell’azienda è il principio da cui parte il progetto che trova nella ciminiera, segno distintivo delle vecchie fabbriche, un involontario trademark: «Ci piacerebbe molto in futuro trovare altri luoghi per potenziali BasicVillage con le medesime caratteristiche e che fossero giusti per essere coniugati allo sviluppo delle nostre attività legate all’abbigliamento», conclude Boglione. «Per ora preferiamo concentrarci sullo sviluppo dei brand e sugli attuali due spazi. Ma nulla esclude che, se in Italia o all’estero ci saranno situazioni che possano portare un valore aggiunto al nostro core business, non le potremmo valutare».