I calciatori sono (ancora) le icone di stile a cui gli uomini guardano per i look urban
Photo by Pascal Le Segretain/Getty Images for Jacquemus

I calciatori sono (ancora) le icone di stile a cui gli uomini guardano per i look urban

di Digital Team

I look dei calciatori durante i loro ritiri, tra una partita e l’altra, sono ormai virali. Ma il loro stile è cambiato nel tempo: ecco come e perché

Non c’è bisogno di aspettare una sfilata per scoprire le nuove tendenze. Basta aprire Instagram durante un pre-partita di Champions League, o seguire i profili social delle squadre durante un ritiro: lì, tra l’ingresso allo stadio e l’uscita dal centro sportivo, i calciatori diventano protagonisti di una moda che parla chiaro. Negli ultimi anni, la figura dell’atleta, e del calciatore in particolare, si è trasformata. Non è più solo il corpo da ammirare in campo, il talento da applaudire, il simbolo da idolatrare. È diventato anche un punto di riferimento estetico, un interprete contemporaneo del linguaggio dello stile, soprattutto quello urbano. E non è un caso se le nuove generazioni guardano sempre di più i personaggi che giocano in campo per lasciarsi ispirare.

Courtesy @afaseleccion
Lionel Messi

Calciatori come icone di stile maschile

Chi si ricorda ancora l’epoca in cui i calciatori si presentavano in ritiro con la divisa della squadra, la classica tuta con lo stemma del club e il borsone tecnico? Oggi è tutta un’altra storia. I più attenti notano già i dettagli alla prima inquadratura: una tote bag Louis Vuitton, sneakers firmate, occhiali da sole taglienti, una tuta firmata, addirittura una giacca sartoriale indossata con disinvoltura sopra una hoodie oversize. Questa trasformazione non è solo estetica. È culturale. È il segno di come lo sport si sia fuso, quasi naturalmente, con la moda contemporanea. Ora sono i cosiddetti bomber della Premier League o i difensori della Serie A a influenzare lo stile maschile quotidiano, favorendo indumenti street piuttosto che l’eleganza tradizionale come vuole il grande pubblico.

I calciatori hanno sviluppato una consapevolezza estetica che non va sottovalutata. Alcuni si affidano a stylist, altri curano il proprio guardaroba come si curano la dieta e la preparazione atletica. La ricerca è costante tra silhouette oversize, layering, mix di tessuti tecnici e sartoriali, palette neutre e accenti fluo. Lo streetwear, in particolare, è diventato il linguaggio privilegiato di questa nuova espressione stilistica. È però una questione di postura, portamento, narrazione, dichiarazioni di identità attraverso l’abbigliamento. Lo stile è diventato un’estensione del loro modo di essere, e i loro outfit parlano quanto, se non più, delle loro interviste a fine partita.

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Rodrigo De Paul

Anatomia dello stile di un calciatore 

C’è chi si distingue per l’eleganza formale, chi per il minimalismo urbano, chi osa con accostamenti inediti. Jules Koundé, per esempio, ha spostato l’asticella molto più in là: nei suoi outfit si mescolano stivaletti di pelle, linee genderless e dettagli pseudo Couture. Simbolo di una libertà espressiva che rompe gli stereotipi di genere e ridefinisce cosa significhi “mascolinità” oggi.

E poi ci sono i grandi nomi già entrati nel mito dello stile: David Beckham, che ha anticipato questa tendenza negli anni 90; Cristiano Ronaldo e Neymar, sempre perfettamente calibrati tra lusso e performance nei primi anni Duemila; Mario Balotelli, icona della provocazione a suon di vite bassissime, jeans strappati, borchie all-over e creste, prima ancora che fosse cool essere così. Ognuno, a modo suo, interprete di un’estetica che si muove tra campo e passerella.

Photo by Dave Benett/Getty Images
Victoria e David Beckham

Calciatori: un linguaggio fatto a vestito?

I calciatori parlano un linguaggio diretto, quanto aspirazionale, attraverso i look. Chi guarda vede in loro non solo l’atleta di successo, ma l’uomo che ha saputo affermarsi, anche fuori dal campo, con una propria estetica. L’identificazione con loro è possibile indossando semplicemente la stessa felpa, le stesse sneakers. La forza del loro stile è anche nella sua immediatezza: accessori riconoscibili, tagli ampi, silhouette pulite. Si tratta di un’estetica accessibile nella forma, ma non sempre nel prezzo, perché molto di ciò che indossano è firmato. A restare dietro i big brand è l’idea: una certa attitudine, una consapevolezza visiva, una voglia di curare ogni dettaglio, anche nella quotidianità.

Ovviamente, tutto questo ha un prezzo. C’è chi parla di omologazione, di look costruiti ad arte, di outfit “instagrammabili” ma poco autentici. Il rischio che lo stile diventi solo una posa esiste, così come quello di promuovere un consumo poco sostenibile, fatto di pezzi griffati che cambiano al ritmo degli algoritmi. Eppure, il fenomeno continua a crescere. Sanno rispondere meglio di altri a un bisogno profondo di costruzione della propria immagine, in cui a volte è necessario farsi aiutare. Anche perché, adesso che le regole dell’eleganza classica sembrano sempre più obsolete, il nuovo stile maschile – quello detto urban, che riflette la vita di città – si gioca proprio lì, tra un hotel e uno spogliatoio.