La moda dello sport o lo sport di moda? 
Andre Aggasi - Volvo International Tennis Tournament 1988 in Los Angeles, California. (Photo by Andrew D. Bernstein/Getty Images)

La moda dello sport o lo sport di moda? 

di Elena Bordignon

Lo sport entra nei musei con una mostra che ne celebra l’influenza su moda e lifestyle. A Parigi fervono i preparativi per le Olimpiadi del 2024

Gli eventi sportivi sono diventati degli eventi imperdibili e spettacolari. Le Olimpiadi 2024 sono alle porte e Parigi si prepara a questo appuntamento con una mostra dedicato allo sport
Mai come in questo momento, la parola ‘sport’, in tutti i suoi significati, può tornarci utile per capire la portata sociale e culturale di ciò che avverrà tra meno di anno. Non tutti sapranno che il termine ‘sport’ deriva dall’abbreviazione della parola inglese “ disport”, che significa letteralmente divertimento; dal francese “desport”, per arrivare all’italiano “diporto”, cioè passeggiare per ricreazione, svago, in altre altre parole divertimento. 
Parte da queste premesse una mostra che è incentrata proprio su come lo sport abbia condizionato i modi di vivere, di vestirsi e, non ultimo, di divertirsi facendo attività sportiva. 
Il Musée des Arts décoratifs di Parigi ospita Fashion and Sports: From one Podium to Another (fino al 7 aprile 2024), un progetto espositivo che celebra e santifica lo sport come fashion attitude. L’arco di tempo che abbraccia è molto ampio, dal mondo antico ai giorni nostri. 450 capi di abbigliamento, accessori, fotografie, schizzi, riviste, poster, dipinti, sculture e video illustrano l’evoluzione dell’abbigliamento sportivo e la sua influenza sulla moda contemporanea. Grandissimi i nomi: Jean Patou, Jeanne Lanvin, Gabrielle Chanel, Elsa Schiaparelli ecc.  Le scoperte che possiamo fare tra le tante sezioni della mostra sono tante. I primi abbigliamenti risalgono a fine ‘800, quando non esisteva ancora un vero e proprio concetto di sport e fare attività fisica era più legato agli igienici benefici per la salute.

L’ascesa della ginnastica, seguita dagli sport di squadra e dall’introduzione delle magliette da calcio e rugby, avvenne qualche decennio dopo. Andando a ritroso nel tempo, scopriamo come le attività fisiche erano appannaggio soprattutto degli artistocratici e si concentravano su caccia, tiro con l’arco e scherma. Il tempo libero era sinonimo di impegno raffinato in cui ci si vestiva con particolare attenzione, badando alla comodità ma soprattutto a quello che un tempo si definiva ‘decoro’. Scopriamo anche il modificarsi nel tempo dell’atteggiamento nei confronti della nudità: dai costumi da bagno di fine ‘800 che coprivano gran parte del corpo, ai primi bikini degli anni ’40, fino ad arrivare a quelli di oggi, decisamente succinti e provocanti. Anche l’abbigliamento legato alle attività sulla neve ha una storia affascinante da raccontare. Gli sport invernali (alpinismo, pattinaggio su ghiaccio, sci) hanno stimolato innovazioni tecniche e allo stesso tempo reso i pantaloni dei capi di abbigliamento sempre più accettabili per le donne. Dagli splendidi “maglioni” di Hermès degli anni ’30 alle tute indossate dai maestri di sci del Club Med negli anni ’80, fino alle tute di oggi che, così centrali già nelle controculture della seconda metà del XX secolo, sono diventate un punto fermo del guardaroba urbano, soprattutto sotto l’influenza del movimento hip-hop e di stilisti come Sonia Rykiel.  Anche al fenomeno delle palestre e la loro fortuna è dedicato ampio spazio.

L’idea della palestra come luogo per ‘scolpire’ il proprio corpo e ottenere una silhouette sana e giovanile, è partita dagli Stati Uniti per poi giungere in Europa. In Francia questa ‘mania’ è stata incarnata dalla celebre coppia Véronique e Davina. Loghi, marchi, campagne pubblicitarie: nei decenni, sullo sport si sono incanalate idee, concetti, iniziative che andavano ben oltre la pura e originale attività fisica. Non mancano i ‘volti’ che hanno reso l’ambiente sportivo un luogo del desiderio e delle possibilità. In mostra sono raccolte fotografie che mostrano alcune star dello sport che sono state fonte di ispirazione per gli stilisti, tra cui Zinedine Zidane per Dior e Naomi Osaka per Louis Vuitton. Soprattutto dagli anni ’70, l’abbigliamento sportivo è diventato onnipresente e ha iniziato a diventare parte integrante del guardaroba di uomini e donne. Gli stilisti hanno iniziato ad avere legami molto stretti con le competizioni sportive. Alcuni, infatti, hanno avuto una carriera sportiva prima di passare alle passerelle. Viene subito in mente René Lacoste, ma altri personaggi sono più inaspettati, tra cui nomi illustri come Emilio Pucci, che militava nella squadra olimpica italiana del 1936, e Ottavio Missoni, campione dei 400 metri. Altri designer, da André Courrèges a Issey Miyake, da Balmain a Lanvin, hanno lavorato a stretto contatto con il mondo dello sport, vestendo gli atleti dei Giochi Olimpici. Tuttavia, l’abbigliamento sportivo ha avuto un vero e proprio boom negli anni ’80 e ’90, quando il bodybuilding e l’aerobica hanno dato forma a nuovi ideali di bellezza fisica. 


Pietro Knapp— Ulla Danielsen con una giacca di André Courrèges 1971- 1972 Saint- Moritz © Pietro Knapp