La passeggiata mattutina su Pont Alexandre III

La passeggiata mattutina su Pont Alexandre III

di Gianluca Cantaro

La collezione autunno-inverno 2022/23 di Dior Men racconta la delicatezza maschile attraverso un guardaroba sofisticato, ma rilassato. La nuova giacca derivata dalla Bar Jacket signature si porta con jogging o work pants e le Birkenstock, ultima collaborazione della Maison

Kim Jones con l’autunno-inverno 2022/23 è riuscito a cogliere la delicatezza maschile e raccontarla attraverso la collezione, una tra le più riuscite da quando è alla direzione artistica della linea uomo di Dior. È tornato all’essenza del marchio lavorando con gli archivi e rielaborando la purezza delle forme degli inizi. Lo show si svolge su un Pont Alexandre III che attraversa la Senna, ma ricostruito all’interno di un enorme struttura in Place de la Concorde e racconta di una mattina d’inverno, ma alle 14.30 del pomeriggio, momento della sfilata. La luce tenue del panorama virtuale fa da contorno alla palette che rimanda alla rilassatezza della vita di casa: la scala dei grigi è la base, qualche tocco di nero e marrone e moltissime camicie azzurre a righine. È una passeggiata alle prime ore del giorno con i pantaloni morbidi e il doppiopetto sagomato sui fianchi: la nuova giacca maschile di Dior che deriva direttamente dalla famosa Bar Jacket. La silhouette non è troppo stretta sui fianchi  per mantenere la fluidità del classico da uomo, ma è un esperimento interessante per far convivere la tradizione della haute couture e il mondo del tailoring maschile. 

L’approccio rilassato del guardaroba comprendeva anche lo sportswear, tema caro a Jones, ma qui trattato come fosse homewear con morbidi jogging e work pants, ma con la piega, che si mimetizzano perdendo l’essenza street. Ha saputo interpretare il desiderio di rilassatezza estetica sempre più forte in questi tempi di pandemia dove ci si divide tra smart working e piccole serate tra amici. Per l’uscita mattutina indossa le Birkenstock, l’ultima collaborazione di Dior Men, in questo caso rinforzate da un puntale di gomma e un cinturino chiuso con fibbia a clip. Nel giro c’è anche la tappa dal fiorista per comprare delle rose da trasportare con una borsa pensata ad hoc. Anche la gioielleria, stavolta con diamanti e smeraldi, fa ormai parte del linguaggio del designer inglese che lavora insieme a Victoire de Castellane, creative director dell’alta gioielleria della Maison, affiancata dalla nippo-coreana Yoon Ahn, che aggiunge il suo tocco disruptive. Ultimo dettaglio, ma non meno importante, è il ‘Doris Beret‘ onnipresente e reinterpretato dal milliner Stephen Jones che quest’anno celebra il venticinquesimo anniversario della collaborazione con la maison al suo settantacinquesimo dalla fondazione.