Sexy’s back
Courtesy of Margaret Howell

Sexy’s back

di Silvia Vacirca

Le tendenze maschili della stagione (femminile) Primavera-Estate 2022. Dal preppy al sexy, passando per l’unisex

Dai Simpson a Fendace, la stagione estiva della moda ha sfilato in bilico tra spettacolarizzazione del merchandising, che qualcuno ha definito merchtainment, e un lirismo nervoso. Alcuni marchi hanno esibito modelli maschili che svelano il corpo e, in particolare, identificano il torso come luogo del desiderio erotico. Da Miu Miu, Miuccia Prada, con gesto violento, ha tagliato l’uniforme scolastica per esibire addominali candidi e piatti, disegnando una figura tubolare che ricorda la silhouette anni Venti. La tendenza ha un grande appeal commerciale e i rivenditori possono scommettere con tranquillità sugli onnipresenti modelli preppy. Vestibilità aderenti, multi-cinturini e trasparenze erano già presenti sulle passerelle, ma la tendenza si è intensificata, con tessuti materici o fetish, per notti risqué. 

Accanto al sexy, una tendenza unisex si è insinuata in sempre più collezioni negli ultimi anni. Per la Primavera Estate 2022, il guardaroba unisex ruota attorno a capi senza stagione e all’idea di abbigliamento quotidiano. Siamo in cerca di vestiti da mescolare e abbinare all’infinito, indipendentemente dal sesso, mentre gli intellettuali ne teorizzano l’abolizione o l’evaporazione, nell’astrazione della performance. I completi, per esempio, sono più morbidi e con dettagli accattivanti che catturano l’attenzione sia delle donne che degli uomini.

Il travestitismo è l’atto di indossare capi di abbigliamento non associati al proprio sesso per scopi di comfort, commedia o espressione della propria identità. Quasi ogni società umana nel corso della storia ha previsto norme di genere relative allo stile, al colore o al tipo di abbigliamento da indossare e, ugualmente, la maggior parte delle società ha una serie di linee guida, punti di vista o persino leggi che definiscono l’abbigliamento di genere. Ma il travestimento non è strettamente legato alla performance di genere, e non conosce ragioni. 

Bisogna dire che alle nuove generazioni, almeno stando alle società di sondaggi, della differenza tra i sessi importa poco. Cercano uguaglianza, con un’ossessività che fa sospettare quanta poca ne sperimentino, nella vita di tutti i giorni. Molti dei marchi leader a livello globale si sono fatti strada concentrandosi interamente sulla fascia demografica maschile o femminile, aiutando, nel processo, a definire il significato di maschile e femminile. Tuttavia, in un mondo che continua a offuscare queste caratteristiche un tempo determinanti, i marchi hanno dovuto cambiare strategia. Oltre l’80% dei membri della Generazione Z, infatti, non crede che il genere definisca qualcuno come un tempo, con il 60% che si schiera con nuove pratiche che consentono opzioni di identificazione di genere nuove. E così, gli esperti di marketing hanno scoperto che l’approccio unisex è più appropriato. Anche se il modo di produzione, il sistema di taglie e l’organizzazione della distribuzione, per non parlare del gap di genere, rimangono gli stessi.