Millionaire kicks: le sneakers (inaspettate) dei CEO più ricchi del mondo
Ti sei mai chiesto che sneakers indossano gli uomini più ricchi al mondo (da Jeff Bezos a Elon Musk per intenderci)? Te lo diciamo noi in questo articolo.
Cosa metti ai piedi quando puoi permetterti tutto? Jet privati, isole, razzi spaziali… e poi? Le sneakers, ovviamente. Ma non pensare a modelli scintillanti incastonati di diamanti (ciao, DJ Khaled). Gli uomini più ricchi del pianeta spesso fanno scelte sorprendenti, tra minimalismo estremo, hype da collezione e lusso silenzioso (quello vero).
Se sei il CEO di una big tech, un miliardario autodidatta o il fondatore di un’app che ha cambiato il mondo, non hai bisogno di dimostrare nulla. O meglio: non sembra che tu voglia dimostrare nulla. La tua auto è forse elettrica, ma mai vistosa. Il tuo jet è probabilmente più silenzioso del tuo orologio. E ai piedi? Sneakers. Sì, proprio quelle. Ma attenzione: non parliamo delle collab in edizione limitata da 5.000 euro. I veri paperoni del mondo vestono comodi, minimali, low-key. E nel farlo lanciano un messaggio preciso, a volte più potente di qualsiasi dichiarazione in borsa: io ho tutto, ma non ho bisogno di mostrarlo.

Dimentica le scarpe Oxford da boardroom o le derby tirate a specchio da banchiere: nel 2025, i grandi del mondo camminano su Air, Flyknit e Triple Stitch. I CEO e i miliardari globali – da Elon Musk a Mark Zuckerberg, da Tim Cook a Jay-Z – non sfilano più sui red carpet del lusso tradizionale, ma su marciapiedi in gomma ultraleggera, tra passate minimaliste e dettagli invisibili da veri iniziati. E allora ecco una carrellata delle sneakers più iconiche (o iconicamente normali) dei CEO e miliardari del momento. Spoiler: non troverai Balenciaga Triple S né Dior x Jordan 1 in questa lista. Il vero potere non fa rumore, lascia impronte precise piuttosto.
Mark Zuckerberg – Il Re del normcore
Zuckerberg ha costruito il suo impero in felpa grigia, jeans e scarpe da running. La sua scelta è caduta spesso sulle Nike Free RN Flyknit: leggere, flessibili, e talmente anonime da sembrare studiate a tavolino. È il trionfo dell’anti-stile performativo, che ormai è diventato… uno stile. Insomma, Mark ha capito tutto prima di tutti: il potere della normalità è virale. O forse il suo guardaroba è un esercizio di ottimizzazione mentale: meno scelte da fare = più energia per governare il metaverso.


Jeff Bezos – Suede Guy
Bezos ha fatto un glow-up da programmatore nerd a supervillain del fashion. Le sue sneakers? Italiane, in suede, marroni, perfette per accompagnare camicie stretch e sguardi intensi da “ho appena comprato una costellazione”. Minimalismo, ma con pedigree. Le sue scarpe in suede marrone (che sembrano essere di Officine Creative ma non abbiamo la certezza) parlano un linguaggio diverso: quello dell’uomo che ha fatto pace con la propria immagine, e ha deciso di vestirla con italian craftsmanship. No hype, solo sostanza.


Bill Gates – Triple Stitch & Chill
Gates è passato dai maglioni pastello delle interviste anni ’90 a un guardaroba che oggi parla il linguaggio del quiet luxury. È l’incarnazione dell’efficienza: look pulito (mai manchi un anonimissimo dolcevita), scarpa elegante ma senza cravatta. Le sue Zegna Triple Stitch sono un classico del nuovo lusso, emblema del potere sommesso: niente loghi, comfort altissimo, e un messaggio chiaro – “non ho bisogno di impressionarti”. Chi sa, sa. E chi non sa… non ha bisogno di sapere.


Elon Musk – L’uomo che veniva da Marte (con le Flyknit)
Elon Musk ama le sneakers come ama i razzi: rare, sperimentali e potenzialmente fuori controllo. Se potesse indossare un prototipo diverso ogni giorno, lo farebbe. Anzi, lo fa. Le sue Nike Lunar Flyknit HTM NRG – un modello del 2012 disegnato dal dream team Hiroshi Fujiwara, Tinker Hatfield e Mark Parker – sono una reliquia da collezionisti, un mix perfetto di tech, design e storytelling. Sono l’equivalente footwear di una Tesla Roadster sparata nello spazio: un culto per pochi, un feticcio di innovazione. E sì, esattamente il tipo di marketing intergalattico che Elon approverebbe con un tweet criptico alle 3 di notte.

Bernard Arnault – Top luxury
Bernard Arnault è l’uomo che ha costruito un impero del lusso con LVMH. E in fatto di sneakers non poteva che optare per la top quality in versione discreta. Le sue Loro Piana 360 LP Flex Walk sono il perfetto equilibrio tra lusso sottile e funzionalità, con un prezzo che tocca i 840 euro. Eleganti ma mai troppo appariscenti, queste sneakers sono l’emblema del “lusso silenzioso” che Arnault incarna alla perfezione. D’altronde a che serve fare rumore quando sei praticamente il padrone del gioco?


Tim Cook – Minimal tech chic
Tim Cook non è uno che ama strafare, e questo si riflette anche nelle sue sneakers. Il successore di Steve Jobs (che viveva in New Balance grigie) ha ereditato anche la filosofia del “less, but better”. Ai suoi piedi Nike sobrie, moderne e comode. Modelli essenziali come le Nike Roshe o le sneaker React Infinity Run Flyknit 2. Sembrano scelte da chi sa esattamente cosa serve e cosa no. Funzionali come un aggiornamento iOS ben riuscito.


Sundar Pichai, Satya Nadella & Larry Page – Trio sobrio in Lanvin
I boss di Google e Microsoft sembrano usciti dalla stessa cabina armadio: pantaloni scuri, camicia ben stirata, colletto rigido e sneakers Lanvin. È il tipo di scarpa che dice “possiamo rivoluzionare l’intelligenza artificiale, ma senza disturbare l’armonia cromatica della conference room”. È il nuovo formale: niente stringate, ma scarpe da ginnastica deluxe. Il messaggio? “Siamo brillanti, ma anche chill”.

Sean Rad – Appuntamento con lo stile
Sean Rad, il fondatore di Tinder, ha capito che nel tech conta anche il sex appeal. Le sue Saint Laurent sono aggressive, fashion e volutamente sceniche (tra frange e pelle). Non passano inosservate, un po’ come i suoi pitch. Scarpe da appuntamento, per l’uomo che lavora con gli algoritmi dell’attrazione. Le sue sneakers sembrano pronte per una cena a Los Angeles o un red carpet improvvisato.

Jay-Z – Il CEO della coolness
Jay-Z ha fatto miliardi, ma ai piedi ha ancora delle Puma da 65 dollari. Perché? Perché lui può. In un’epoca in cui tutti nella scena musicale fanno a gara per il logo più grosso, Jay fa il contrario e sceglie la sottrazione. Indossa le sue Puma – spesso e volentieri le Ralph Sampson, essenziali e old-school – come fossero Chanel, e in un attimo diventano oggetto del desiderio. È il potere del carisma: non è la scarpa che fa l’uomo, ma Jay-Z che fa la scarpa.

