Colori pop, lavorazioni futuristiche e capi genderless. Una capsule che guarda agli anni Ottata e che celebra l’ossessione del logo. Ecco Fendi x Fila

Un’ossessione virale, forse più una mania, quella del logo. Un entusiasmo estremo, un desiderio di manifestazione. Documentazio- ne visiva di appartenenza e fitto vocabola- rio che forma un nuovo linguaggio estetico. Ecco allora che il gioco è nello stravolgerlo. Nel togliere e nell’aggiungere, nel riprodurlo in micro o macro scala, nel trasformalo in un collage o stamparlo in serie all over su intere collezioni. E talvolta, il gioco, sta nel pren- dersi gioco del logo stesso.

È il lavoro che ha fatto, per esempio, lo scozzese Hey Reilly, artista digitale, illustratore e graphic designer con in curriculum collaborazioni con Gucci e Nike, Colette, Lamborghini e Vogue, che ha rielaborato il logo di quella maison romana che ha fatto della doppia F un filamento del suo Dna. Reily gioca con il logo Fendi sul suo profilo Instagram mescolan- done font e colori a quel simbolo battezzato “F-Box” e disegnato dal pubblicitario Sergio Privitera nel 1973 per Fila, marchio leggenda dello sportswear degli anni Ottanta che ha vestito di quelle sue magliette “a co- stine” aderenti al corpo e quindi funzionali allo sport, campioni della terra rossa come Björn Borg e Guillermo Vilas. Un logo semplice. Formato da una sola lettera divisa in due, con una barretta staccata dal gambo inferiore e con i colori, rosso e blu, appoggiati su uno sfondo ecrù quadrato. Moderno e riconoscibile, fa- cile da memorizzare grazie alla sua semplicità equili- brata che ricorda certi lavori della Pop Art.

Un gioco creativo di contrasti ironici, tra passa- to e presente, pilastri della moda e cultura pop, che Silvia Venturini Fendi, direttore artistico delle collezioni uomo e accessori, ha preso sul serio e ha ce- lebrato prima sulla passerella della collezione donna Autunno/Inverno 2018-19, poi in una capsule che è stata lanciata lo scorso 16 ottobre in una “One night only event” a New York, Parigi, Mosca, Londra, Hong Kong, Kuwait, Tokyo, Shanghai e Los Angeles che ha visto la collezione protagonista nelle vetrine oscurate con stickers disegnati dallo stesso artista per celarne la preview.

Eccola, quindi, Fendi Mania, una capsule che incarna lo spirito ironico della maison. Dove, se per la donna trionfano motivi logati e stelle western, slip ispirati a Wonder Woman e stivali da cowboy, per l’uomo ecco parka in denim con speciali texture effetto pelle realizzati attraverso la tecnica della spalmatura che crea finish lucidi ricreando un gioco di materiali che si confondono e T shirt con il logo Fendi Mania termostampato sul cotone. E poi tute in jersey piquè, capispalla in shearling intarsiato, borse, marsupi e cappelli da baseball in lana vetrificata e logo in nappa, nuova lavorazione della maison.

Un connubio tra street style ed eccellenza artigianale che da vita ad una nuova ossessione pronta a diventare virale, inserita in quella piattaforma millenials oriented pensata per raccogliere e condividere i valori e il Dna Fendi con le nuove generazioni attra- verso il loro linguaggio. È F is For…, un progetto di comunicazione digitale che si snoda in un racconto che attraversa cinque mondi: Freaks, il manifesto che racconta il backstage, Fulgore, che raccoglie gli editoriali di moda autoprodotti, senza ritocchi né postproduzione. Faces, la community dei millenials che lavorano al progetto che vede coinvolti, tra gli altri, Leonetta Fendi, la blogger Caro Daur, la cantante Cailin Russo, i DJ The Martinez Brothers, l’attore Tommy Dorfman. E poi Freedom, un contenitore di luoghi non convenzionali da visitare raccontando così una diversa visione della Città Eterna e Fearless, la sezione dedicata all’arte attraverso cui si accede a contenuti musicali, artistici e culturali.

Location unica a disposizione dei talents è il tetto del Palazzo della Civiltà Italiana di Roma, sede della maison. È qui che si è esibito l’artista Pokras Lam- pas, ambassador del calligraffito, l’arte che unisce calligrafia, graffiti e tipografia e dove ha avuto luogo The Ring of The Future, evento nato per celebrare il primo anniversario del progetto, che ha visto giovani artisti della street art creare un’opera che celebrasse la parola Futuro. Ovviamente con la F maiuscola.