In seta, mai abbinate al fazzoletto da taschino, a fantasia o tinta unita: ecco le regole per scegliere la cravatta giusta per un evento formale, dal matrimonio al wedding party

Le regole? Poche, chiare, precise. 

Se sull’abito e sui gemelli da cerimonia, a invitati e testimoni le regole del galateo moderno concedono spazio allo stile personale, la cravatta è un discorso a parte, sul quale la libertà di scelta è ridotta.

Per iniziare, ad esempio, il tessuto: sempre e comunque in seta, mai in consistenze materiche più informali, come il lino. 

Se per lo sposo è quasi obbligatorio indossarla nelle tonalità del blu o dell’argento più chiaro, come il grigio perla, meglio se in tinta unita, il testimone può seguire il suo esempio (tranne nel caso nel quale sia bianca). Agli ospiti è concessa la scelta tra tutte le tonalità del blu, dal royal al navy, o anche tra i toni più spenti del rosso, dal marsala al burgundy, da declinare anche su microstampe, pois o righe.

Al bando le cravatte regimental, considerate troppo informali, l’ampiezza è da regolare in base alla corporatura: se per un fisico alto e longilineo è accettabile una cravatta slim, chi ha una struttura più robusta deve optare, insieme al testimone, obbligato dalle regole del galateo, ad indossarne una dalla larghezza classica, circa 8 centimetri. 

Anche il nodo da scegliere segue una rigida etichetta: quello consigliato è il doppio semplice, per il triangolo perfettamente simmetrico che forma, inserito con armonia tra i lembi del colletto della camicia. 

L’ultima avvertenza riguarda la pochette: errore madornale abbinarla perfettamente alla cravatta. Meglio sceglierla in una stampa che ne richiami discretamente il colore. 

(guarda anche: come scegliere l’abito da cerimonia)