Sportiva ma anche dall’allure casual, in corduroy o cotone: la moda celebra la tuta, in onore di Steve McQueen, al cinema in un docufilm dedicato a Le 24 ore di Les Mains

Incidenti, tradimenti, divergenze con la troupe e problemi con la sceneggiatura: un film dentro il film, Steve McQueen: Una vita spericolata, il documentario presentato a Cannes e in arrivo il 9, 10 e 11 Novembre nelle sale, racconta tutti i retroscena di un grande classico della cinematografia, Le 24 ore di Les Mans, pellicola del 1970 di Lee H.Katzin con protagonista proprio Steve McQueen.

Per farlo, il progetto del 2015 firmato da Gabriel Clarke e John McKenna, distribuito da I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection, scova immagini inedite e interviste esclusive che mettono in scena anche le vicende private dell’attore scomparso il 7 Novembre 1980, come quella a Derek Bell, 5 volte vincitore di Le Mans, a David Piper, che durante le riprese perse una gamba, o al figlio di Steve, Chad McQueen.

Una pellicola che mette in luce soprattutto il desiderio di McQueen di creare un prodotto quanto più possibile realistico sul mondo delle corse, di cui è sempre stato un grande appassionato. Ed in effetti, molti dei suoi ritratti più iconici lo hanno consegnato ai posteri in tuta, pronto per saltare in moto o in macchina.

Ed è proprio in onore dell’attore, che per la stagione autunnale la moda celebra questo caposaldo del suo guardaroba, omaggiandolo nella sua versione sportiva o reinterpretandolo in maniera raffinata, a seconda delle occasioni.

Se un marchio da sempre affezionato al mondo della velocità come Belstaff, infatti, non può che proporla nella versione più sportiva, declinandola su nuance bruciate, in vestibilità slim, perfettamente adatta alla pista, marchi che nascono geneticamente lontani dal concetto sportivo, come 3.1 Phillip Lim, la immaginano in cromie da sottobosco, verdi spenti, con volumi morbidi, e sblusata in vita da una cintura minimale, quasi a voler dare l’illusione che si tratti di un completo in due pezzi.

A darle un twist street è invece un brand che da anni si è appropriato delle tendenze più di strada, come Kenzo: in texture robuste come il corduroy, la sua tuta ha degli inserti in pelle, e, per contrasto, colletti educati e morbidi, simili a quelli delle camicie. 

Eleganti, quasi da ufficio, invece, le interpretazioni di MSGM ed Hermès: se per Massimo Giorgetti infatti, la tuta si porta in denim ma con le stringate lucide, e la camicia a microstampa, Hermès compie il passo successivo. Il marchi francese la traduce su lana, la ricopre di una stampa di solito declinata sui completi, il tartan, ovviamente in un’abbinata di colori scuri, blu notte e verde, e la lascia sbottonata sul davanti, a far vedere una camicia con tanto di rigorosa cravatta. Dandy, non convenzionali, ribelli ma perfetti, proprio come Steve McQueen.

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