Dior Homme: dai primi bozzetti stesi su carta 
alla colorazione manuale secondo un’antica e paziente ricetta rimasta invariata

Un tratto di matita deciso che scorre su un foglio bianco. Infiniti punti immaginari che vengono uniti da linee sottili tracciate dalle mani del loro disegnatore. Tutto ha inizio nell’Atelier de création di Dior Homme, in Rue François 1er a Parigi, per mano del direttore creativo, Kris Van Assche. Un indirizzo leggendario, quello all’angolo con l’avenue Montaigne, dove nella storia si sono succeduti atelier, saloni e boutique Dior. E che cede il nome, François 1er, alla derby shoe in pelle di vitello e suola Goodyear: espressione materica della fusione tra savoir faire francese e artigianato made in Italy (leggi le tendenze delle calzature uomo per la primavera ). Ecco così che la creatività del designer belga, d’adozione parigina, viene plasmata nelle mani di esperti artigiani italiani che mettono la loro sapienza nei cento passaggi che stanno dietro alla creazione della calzatura più classica della Maison. Sapienza e sentimento, sì. Ma anche rispetto per la tradizione, come voleva il Maestro Christian Dior, che così scrisse: il vero lusso richiede materia prima di qualità e sincerità dell’artigiano – non ha senso se non nel solco della tradizione.

DI MANO IN MANO – Eleganti e sofisticate. Per completare la realizzazione di un singolo paio di François 1er occorrono quattro giorni di lavoro, compresi i tempi di riposo e di respiro della pelle. Dal bozzetto tracciato sulla carta si passa quindi alla prima forma tridimensionale. Lo stampo è scolpito e intagliato a mano da un unico pezzo di legno, poi limato, stuccato con carta e colla e lucidato con una finissima carta vetrata fino a ottenere la forma perfetta, quella nella mente del designer, quella che, in Italia, si trova nell’unica boutique Dior Homme a Milano. Ecco perché gli artigiani e il team creativo francese devono lavorare a stretto contatto, per creare con precisione millimetrica quel prototipo-padre di tutta la collezione (lo stile british nelle calzature da uomo ). Questo è il primo dei passaggi necessari alla realizzazione della calzatura. A seguire c’è la sagoma della tomaia e il taglio del pellame italiano, che viene steso e tirato come un telo, fino a ottenere una superficie senza grinze: un pezzo unico avvolto intorno alla sua forma e chiuso solo posteriormente.

LA CUCITURA GOODYEAR – Ora l’artigiano, impugnato ago e filo e lasciando un’intercapedine in cui verrà inserita un’intersuola in sughero, unisce le parti per mezzo di una striscia di cuoio, il guardolo, con la tecnica della cucitura Goodyear (che assicura la totale impermeabilità) seguendo come linea guida tracciata sulla pelle i fori creati da punta e martello. Disegna così la caratteristica impuntura esterna a doppio filo. Internamente vengono inseriti pellami di capra, per la fodera, e fasce di cuoio conciato al vegetale, tagliate a misura e inchiodate, per rinforzare puntale, laterali e il contrafforte, la parte posteriore, quella più soggetta all’usura, posta sopra al tallone. Arriva il momento della lucidatura del pellame, che lo prepara al passaggio successivo: la patine. Una sofisticata tecnica d’origine francese che dura più di un’ora in cui crema e colore sono applicati a mano con tamponi di cotone, fino a dissolversi e sfumare sulla tomaia per darle lucentezza e trasparenza. È un effetto a specchio che ricorda lo smalto di una porcellana e che rende ogni scarpa diversa dall’altra, un pezzo unico. Un ultimo passaggio, prima che la calzatura venga infilata nella custodia protettiva di tela, è la colorazione manuale di lacci e occhielli.

LA TRADIZIONE, UN PATRIMONIO – Che robot e tecnologia aiutino l’uomo non è da nascondere. Ma la produzione delle calzature rimane pur sempre artigianale. Le macchine non fanno altro che scandire il tempo durante la fase di progettazione e, in parte, partecipano ad alcuni passaggi della produzione. Ma non intralciano, né sostituiscono, il lavoro manuale dell’artigiano. Piuttosto lo aiutano garantendo la perfezione della sua opera. Controllano per esempio che il filo utilizzato per le cuciture durante l’assemblaggio delle parti della scarpa abbia sempre la stessa tensione per tutto il processo di cucitura manuale. E che le pelli siano prive di difetti garantendo così un tempo di vita indefinibile della scarpa Dior Homme.