Simbolo di ribellione e icone di stile. Ai piedi di mods, skinheads e star del cinema. Gli anfibi inglesi, comprati per 300 milioni di sterline, aggiungo una pagina nel libro della propria storia

Gli addicted le chiamano Docs. Nere, fluo, camuflage, borchiate, a fiori, con i teschi, dorate, bicolor, di vernice e, naturalmente, rosso ciliegia, come il primo paio lanciato sul mercato inglese l’1 aprile del 1960. Il modello prende il nome dalla data della sua nascita, 1460. Nascono così gli Eight Eye Boot di Dr. Martens.
Otto buchi, impunture gialle su guardolo della scarpa e suola in gomma con un sistema ammortizzante con cuscinetto ad aria brevettato e registrato con il nome Air Wair, che ancora compare sulle fettucce posteriori, complice di quel rumore attutito sul terreno. Inconfondibile.

Le Dr. Martens hanno più di cinquant’anni di storia. Nascono per i soldati, indossate poi da operai e poliziotti costretti a tingere di nero quelle cuciture gialle che dichiaravano di appartenere a ribelli sottoculture inglesi. Skinheads, punk e poi mods con tatuaggi, testa rasata, lambretta, polo Fred Perry o Ben Sherman e parka. Gli anfibi inglesi hanno accompagnato giovani ribelli per decenni, ognuno ne faceva uno stile, un modello unico, assecondando correnti politiche e musicali, dall’hardcore degli anni Settanta al brit-pop del nuovo secolo. Una tela su cui scrivere la propria ribellione, usurate fino a perdere pezzi di suola, pitturate con colori acrilici, tatuate, bucate con borchie e spille, spesso con il simbolo della Pace, o al contrario senza lacci, eliminate dagli agenti all’ingresso degli stadi per renderle innocue.

È come una pulsione primordiale. Le Dr. Martens sono da sempre simbolo di trasgressione. Icone musicali e della moda ne fanno un proprio segno distintivo. Compaiono così sotto abiti eleganti nelle nuance più inaspettate, sfilano in passerella o ai piedi di celebrity hollywoodiane e star del cinema.

Dalla working class al mercato del lusso, il passaggio era inevitabile. Dopo cent’anni di storia la Dr. Martens fa gola a molti ed entra così a far parte del portfolio del fondo londinese Permira che la rileva per 300 milioni di sterline, circa 355 milioni di euro: il closing dell’operazione è previsto nel gennaio 2014. Ma lo stile non cambierà, la società britannica di investimento dichiara di voler tener fede alla tradizione dell’anfibio più famoso del mondo.