Da Genio Ribelle a Monuments Men, tutti gli abiti dell’attore americano

Ribelle e rissoso, ma con doti intellettuali eccezionali. Era solo un ragazzino di 25 anni quando con ciuffo biondo e viso sbarbato sedeva sulla panchina del Massachusetts Institute of Technology ad ascoltare i consigli del dottor Sean McGuire, interpretato da Robin Williams. Maglietta sgualcita infilata dentro a pantaloni dalla vita alta e bomber di una taglia di troppo, con le spalle abbondanti, e i capelli che cadono davanti agli occhi, quasi a volersi nascondere dietro la sua stessa insicurezza. Will Hunting, genio ribelle è il film che ha catapultato Matt Damon direttamente sotto i riflettori di Hollywood e gli ha regalato la sua prima nomination all’Oscar come miglior attore protagonista. Un trampolino di lancio. Il primo dei palcoscenici su cui l’attore di Cambrige inscenerà frequenti cambi d’abito indossando le vesti di giovani ribelli, talentuosi truffatori, romantici amanti, affascinanti ladri o misteriosi uomini della C.I.A.

Ricorda vagamente un giovane Alain Delon protagonista del film ‘Delitto in pieno sole’ del 1960 tratto dallo stesso libro ne Il Talento di Mr.Ripley. Atmosfera e fascino da Côte d’Azur e Riviera mediterranea, gli abiti sono sartoriali, gli occhiali oversize, le camicie a maniche corte e il ciuffo portato elegantemente con la riga da una parte. Simbolico quel blazer della Princeton University, chiesto in prestito ad un amico, che rappresenta il primo passo verso un’avventura ricca di inganni. Sempre di inganni, anzi di truffe, è costellata la vita della banda di Ocean, il primo di una trilogia in cui Matt Damon, insieme a George Clooney e Brad Pitt , sfoggia blazer di lino con camicie botton down, completi tre pezzi e cravatte a righe.

Altra trilogia, altro cambio d’abito. È la volta di The Bourne, misterioso, sfuggente, l’attore veste total black e cavalca una Honda tra le strade di Tangeri, si lancia armato dai tetti della skyline di New York o inscena inseguimenti automobilistici alla ricerca della propria identità. Nel 2009 Damon si lascia alle spalle il fisico scolpito di Jason Bourne e, per indossare gli abiti anni Novanta di Mark Whitacre protagonista di The Informant!, ingrassa quindici chili. Occhiali da nerd, camicie che fanno a pugni con cravatte larghe dieci centimetri, trench da spy-story, giacche con spalle larghe tipiche di quel decennio e baffetti curati. Il passaggio da Manhattan al Far West è rapido e Damon sale a cavallo in un perfetto stile alla John Wayne. Cappello da cowboy, giacca scamosciata con le frange, baffi e basette a coltello, bandana al collo e in vita, al posto della cintura, una serie di munizioni: è Il Grinta.

E poi c’è l’eroico Max De Costa coraggioso operaio del futuro. È il 2145 e il luogo di trasformazione di Damon è Elysium. L’attore si rasa il cranio a zero, ha un fisico muscoloso che ha costruito con quattro ore di palestra al giorno e sfoggia decine di tatuaggi. È armato fino ai denti, indossa un esoscheletro e si lancia in una guerra in bilico tra due mondi. Sempre di guerra di parla anche nell’ultimo film in uscita nelle sale cinematografiche italiane il 13 febbraio 2013, ma è una guerra d’altri tempi. In Monuments Men , film diretto da George Clooney, un plotone di uomin viene spedito, duarante la Seconda Guerra Mondiale, a ricercare e salvare opere d’arte dalle mani dei Nazisti. Le uniformi militari con fit perfetti sono curati dalla costumista Louise Frogley nei minimi dettagli, dalla scelta del tessuto alle nuance di colore, dagli accessori, come orologi, elmetti e occhiali, fino alle calzature.