Quattro giorni nella città delle meraviglie, tra hotel di lusso, avventure nel deserto e cocktail con vista sullo skyline

Una fuga d’inverno. Un weekend lungo, per farsi coccolare da una temperatura che, tra dicembre e febbraio, non scende mail al di sotto dei 25 gradi. Dubai è una meta perfetta per sfuggire al freddo polare di questi mesi. Tre voli al giorno la collegano a Milano, Roma e Venezia e di occasioni per partire ce ne sono a decine. Dallo spettacolo di Capodanno con i fuochi d’artificio più belli al mondo al Dubai Shopping Festival, un mese intero di sconti in tutte le boutique (dal primo giorno di gennaio al 2 di febbraio). Dalle spettacolari Camel Races, lo sport nazionale, alla Dubai Marathon in programma il 23 di gennaio. Fino al Food Festival (dal 6 al 28 febbraio), la celebrazione di più di duecento cucine provenienti d tutto il mondo, tra street food e ristoranti stellati.

Bastano quattro gironi per vivere un’esperienza che oscilla su quel confine sottile che separa il sogno dalla realtà. Alla scoperta di una città che non finisce mai di stupire, una città folle quanto meravigliosa che non si conoscerà mai bene fino in fondo perché in continuo divenire. Ogni giorno nuovi progetti, nuove idee, nuove sorprese.

Sorge direttamente sulla spiaggia naturale più grande di Dubai, il Jumeirah beach, il nuovo Four Seasons Resort, inaugurato solo poche settimane fa. Espressione d’eleganza, con un’architettura sofisticata, marmi bianchi e fiori freschi in ogni angolo delle lounge e dei ristoranti. Le 237 suites hanno vista sullo skyline di Dubai o sul giardino di palme che circonda le due piscine a sfioro sul mare. All’interno della Pearl Spa si possono provare trattamenti con estratti di perla, caviale o cioccolato mentre all’Hendricks Bar si sorseggiano gin tonic preparati con foglie di menta, slices di cetriolo o infusi di spezie orientali.

Il primo giorno si può pranzare gistando piatti di pesce fresco e guardando il mare dalla terrazza del Sea Fu dell’hotel oppure provare i piatti del vegan restaurant e concept store d’impronta francese sulla Jumeirah Beach Road: il Comptoir 102. Falafel, pita sandwich con avocado, insalata di quinoa, e zuppa di zucchine si acocmpagano a smoothies organici di mela, carota, mango e un’infinità di altri frutti e verdure.

Al tramonto si esplora il deserto a bordo delle jeep dell’Arabian Adventure che organizza safari tra le dune e passeggiate sui cammelli fino alle oasi dove si assaggiano datteri e noodles al miele, caffè arabo e ceci con carne arrostita.

E quando il sole va a riposarsi la città si accende di migliaia di luci che illuminano i grattacieli. La scelta dei ristoranti è vastissima. Dal giapponese Zuma nell’International Financial Centre all’At.mosphere, il ristorante al 122o piano del Burj Khalifa, il palazzo più alto al mondo. E poi Al Mahara, all’interno del Burj Al Arab, l’hotel a forma di vela che quest’anno festeggia i suoi 15 anni, in cui si mangia sott’acqua, come dentro un acquario. Fino al nuovo QBara nella Wafi City di Dubai. Un ristorante che ripropone piatti rivisitati in chiave moderna della tradizionale cucina araba. Da assaggiare i gamberoni al lime con burro allo zafferano e il basturma, una carne armena simile al prosciutto, con pesche grigliate e datteri al miele.

Alla città vecchia si può dedicare un’intera giornata gironzolando nelle strette vie di Bastakiya, tra gallerie d’arte e caffè che si affacciano sulla riva, tra i vecchi souq, i mercati delle spezie e dell’oro e le torri del vento, le vecchie case arabe con un sistema a torrette aperte realizzate per rinfrescare le abitazioni.

Ed è in uno dei cafè della Creekside, questo braccio di mare che si addenta per dieci chilometrinella città, che bisogna programmare il brunch del venerdì: un’istituzione di Dubai dove il primo giorno lavorativo è la domenica. Nascosto in un cortile segreto si trova il Xva Art Cafè, un boutique hotel con x stanze e un menù 100% vegetariano. Da ordinare le melanzane con la feta e purea di pomodori, hummus servito con la pita e un bicchiere di limonata aromatizzata alla menta.

La bellezza di questa città sta nel poter tornare decine di volte, anche solo per un fine settimana, e non rifare mai le stesse cose. Ogni volta ci sarà qualcosa di nuovo da scoprire.