Alfa Romeo 33 Stradale, giocare con il passato  per reinventare il futuro

Alfa Romeo 33 Stradale, giocare con il passato per reinventare il futuro

di Adriano Tosi

Due versioni: a benzina turbo oppure elettrica. Entrambe con gran quantità di cavalli, per non rimpiangere le emozioni sportive della progenitrice. La nuova Alfa è un concentrato di tecnologia e nostalgia. Per pochi gentlemen driver

Alfa Romeo 33 Stradale, Carrozzeria Touring Superleggera: all’intenditore bastano queste indicazioni per commuoversi, per emozionarsi al pensiero di un mondo che non c’è più. No, un attimo: invece c’è ancora. Sì, perché l’Alfa Romeo 33 Stradale è rinata! E a produrla è sempre la Touring Superleggera in un’edizione limitatissima a 33 esemplari. La cattiva notizia? È già sold out.  Detto questo, la 33 Stradale moderna porta la firma del Centro Stile Alfa Romeo, che si è ispirato al modello storico con l’obiettivo di ricavare linee “possenti”, “muscolose” e “brutali”, per citare le parole di chi questa meraviglia della tecnica l’ha plasmata.


Dopo averla vista dal vivo, non si può che confermare quanto detto: la 33 Stradale non è – e non vuole essere – discreta. Il muso? Dirompente. Le portiere? Spettacolari, almeno quanto la vetratura avvolgente. Date le prestazioni, che poi approfondiremo, non poteva essere trascurata l’aerodinamica: se il Cx di 0,375 non è da record, quello di portanza (il Cz, che indica quanto la vettura si alleggerisce in velocità) è pari a zero. Ciò significa che, anche alla velocità massima, la 33 Stradale è incollata alla strada.  


Se la carrozzeria pare un’opera d’arte ricavata da un blocco unico di metallo, l’interno ricorda il cockpit di un aereo: l’essenzialità dei componenti è tipica del mondo aeronautico. I designer tengono inoltre a sottolineare i richiami al passato, seppur modernizzati: il volante del tutto privo di tasti, la strumentazione a “cannocchiale”, i sedili in pelle Frau. Materiali quali alcantara, fibra di carbonio e alluminio concorrono ad aumentare piacevolezza e percezione di qualità a bordo.


E se non fosse chiaro qual è il livello di serietà con cui Alfa Romeo ha affrontato questo progetto, leggete qui: nella Sala del Consiglio del Museo di Arese, luogo in cui nel 1967 fu approvata la 33 Stradale originale, si è insediato lo speciale “Comitato 33”. Di cosa si tratta? Di una squadra di esperti, presieduta dal Ceo di Alfa Jean-Philippe Imparato, che ha approvato le richieste di personalizzazione dei clienti. Un percorso culminato nella nascita della “Bottega”, il cui compito è quello di realizzare quasi artigianalmente gli esemplari (tutti diversi fra loro). Non a caso, per la costruzione del corpo vettura è stata chiamata Carrozzeria Touring.


«Offrire un’esperienza di guida da vettura da pista, ma adatta all’uso quotidiano su strada». Queste le parole scelte dagli ingegneri per spiegare i principi che hanno guidato lo sviluppo della 33 Stradale. Per conseguire il risultato, ecco telaio ad H in alluminio, scocca in fibra di carbonio, padiglione in entrambi i materiali, cornici dei vetri ancora in carbonio e lunotto in policarbonato per la leggerezza. Le sospensioni? A doppio braccio con ammortizzatori attivi, messi a punto, così come il motore, con il supporto del pilota di F1 Valtteri Bottas. Questi i numeri salienti: 333 km/h e 0-100 km/h in meno di tre secondi, senza distinguere fra le due configurazioni meccaniche offerte (biturbo V6 a benzina da oltre 620 CV o Bev da oltre 750 cv). Il sistema frenante Alfa Romeo Brake-By-Wire e i freni carboceramici Brembo garantiscono poi la sicurezza.