Nuova Volkswagen ID.3, più bella, più ecologica

Nuova Volkswagen ID.3, più bella, più ecologica

di Alessandro Pasi

Non è ancora l’erede della Golf, ma si sta affermando come la berlina ecologica di qualità tedesca. Ecco cosa cambia e come va

Guai a mostrarsi scettici o dubbiosi coi tedeschi. Se fanno una cosa, se decidono di produrre un’automobile lo fanno dopo aver analizzato tutto, dal mercato alle tecnologie disponibili. Poi, per fortuna, anche loro sono uomini, sbagliano, rifanno, qualche volta ammettono pure di dover correggere la rotta. Dico questo perché quando alla fine del 2019 fu presentata la prima vera auto elettrica del gruppo Volkswagen, la ID.3, il lancio fu accompagnato da un filmato che mostrava questa macchina come l’erede del Maggiolino e della Golf, ovvero come l’interprete nuova e di successo delle mutate necessità della mobilità individuale. I

Volkswagen ID.3
Volkswagen ID.3

n realtà la ID.3 non fu e non è ancora l’erede della Golf, superata nelle vendite in famiglia (per ora) dalla VW T-Roc, nonostante abbia venduto dal 2019 a ieri circa 600 mila unità in tutto il mondo. Ma soprattutto la ID.3 (non ce ne vogliano a Wolfsburg) non venne vissuta come una Volkswagen purosangue, principalmente per un design freddo, anche troppo vicino al mondo dei tablet e degli smartphone e questo a prescindere dai contenuti tecnologici, sicuramente pari alla miglior concorrenza. Poi la famiglia ID si è allargata, in sei modelli, e sviluppata in tecnologia e anche per la ID.3 è arrivato il momento del restyling. Così la nuova ID.3 si presenta come una vettura più frizzante, a partire dagli esterni, più ecologica nei materiali e più curata negli interni. A volte basta anche un colore in più: per esempio il Drak Olivine Green è davvero indovinato e ben si sposa con il nuovo frontale, più dinamico: eliminato il listello nero alla base del parabrezza, le aperture di raffreddamento ottimizzate e il nuovo design del paraurti, danno più slancio e lo fanno apparire più lungo. 

Volkswagen ID.3
Volkswagen ID.3

Nella zona posteriore, poi, è presente il nuovo gruppo ottico bipartito e illuminato in rosso. E sempre illuminata è anche la parte dei fanali posteriori collocata nel portellone. Piacevole anche il lavoro di verniciatura del tetto, in controcolore  nero ma con modanature argento opaco che contribuisce alla percezione di dinamicità nuova della macchina che peraltro, va sottolineato, ha un CX di 0,26, un coefficiente aerodinamico bassissimo per ridurre ancora i consumi. Per quanto riguarda gli interni, l’equipaggiamento è privo di prodotti di origine animale. Per i rivestimenti delle porte e dei sedili è stata utilizzata la microfibra ArtVelours Eco, costituita al 71% da materiale riciclato: una materia prima “secondaria” derivata dal riciclaggio di rifiuti in materiale plastico già smaltiti almeno una volta in precedenza. Inoltre, venendo incontro alla richiesta dei clienti di avere un abitacolo con materiali più belli, il prodotto è stato perfezionato e le dotazioni di serie arricchite. Le superfici della plancia, ora sono morbide, imbottite di materiale espanso, per una nuova esperienza tattile. Le porte sono state rimodellate e dotate di superfici più morbide e di dimensioni maggiori. Inoltre, i poggiamani integrati nelle porte sono ora più spaziosi e più evidenti. Cura anche nelle luci interne: L’illuminazione d’ambiente nella plancia, nelle porte e nel vano piedi può essere configurata a piacere scegliendo fra i diversi colori disponibili: per la ID.3 sono dieci di serie, fino a 30 colori in opzione.

Volkswagen ID.3
Volkswagen ID.3

Il sistema ID. Light però non ha una funzione soltanto decorativa, poiché la banda luminosa sotto il parabrezza supporta il conducente con effetti luminosi intuitivi in molte situazioni, anche di pericolo. Non mancano i comandi vocali, basta dire “Ciao ID” per interagire col computer di bordo, dotato di capacità di apprendimento. Ma veniamo alle impressioni di guida. Abbiamo potuto provare la nuova ID.3 su autostrade e strade del veneto, tra pianura e colline. Diciamo subito che la si può avere con due batterie, da 58 e 77 kWh e l’autonomia raggiunge ora rispettivamente 428 e 558 km, ricaricabile dal 5 all’80% in 30 minuti a una presa fast da 170kW. Alle due dotazioni di batterie corrispondono due versioni, la Pro e la Pro S, di pari potenza, ovvero da 204 CV. Più che sufficienti per divertirsi. Infatti La ID.3, lunga circa come una Golf, è compatta e reattiva e non disdegna una guida briosa. Certo, lo spirito dell’auto elettrica non è di far pattinare le gomme: se si fa una scelta di sostenibilità, si dovrebbe essere conseguenti e consumare meno energia possibile, anche se viene prodotta da fonti rinnovabili. E di conseguenza cercare di fare più strada possibile con i watt immagazzinati: e in questo, guidando senza sembrare handicappati, i km di autonomia promessi dalla ID.3 sono altamente probabili. E non sono pochi, più che sufficienti per le abitudini della maggioranza degli italiani, tolti veramente soltanto quelli che fanno migliaia di km al mese, rappresentanti di commercio e dintorni. Perché anche nel weekend, le distanze difficilmente superano i 200 km in andata e altrettanti di ritorno.

Volkswagen ID.3

Per concludere, il prezzo al lordo di incentivi, è di 41 mila euro, non poco ma adeguato alla qualità percepita e reale della vettura. Infine, un ultimo commento: possiamo azzardare che lo spot Maggiolino-Golf-ID.3 non fosse sbagliato, ma soltanto un po’ in anticipo sui tempi. E che, avvicinandosi la data fatidica del 2035, quando dovranno essere vendute in Europa soltanto vetture a zero emissioni, guadagni in contenuto di verità. Con una certezza ulteriore all’orizzonte: la mobilità individuale nella transizione energetica dovrà modificarsi nelle abitudini e altrettanto probabilmente ridursi nelle quantità. Lo richiede la salute del pianeta. Il Maggiolino Der Welt Meister (Campione del mondo che testimoniò i 15 milioni di esemplari venduti il 17 febbraio del 1972) resterà nella storia dell’automobile.