A inaugurare le tre settimane di Performa una danza rinascimentale interpretata dal primo ballerino del Bolshoi.

Una trentina di artisti di 12 paesi differenti prendono parte alla monumentale biennale che a New York celebra l’arte relativamente recente della performance, un genere che ha visto negli Anni 70 un momento decisivo per la sua affermazione ma che ha faticato a imporsi in un contesto sempre più dominato dal mercato. Le tre settimane newyorkesi di Performa offrono un susseguirsi di spettacoli (inseriti in sottocategorie come Performa Commissions, Performa Projects, Performa Premieres, Performa Hub, Pavilion Without Walls) che rompono gli schemi mettendo in discussione le tradizionali barriere tra arti visive, musica, danza, poesia, film, architettura e chiudono con una selezione prestigiosa la prima decade della rassegna.

Performa ha inaugurato quest’anno lo scorso 1 novembre nella storica chiesa di St. Bart con due star internazionali: l’artista italiano Francesco Vezzoli e il primo ballerino del Bolshoi e dell’American Ballet Theatre, l’americano David Hallberg, per la prima volta insieme e per la prima volta assieme si sono ritrovati anche i rispettivi pubblici. La performance, Fortuna Desperata, è un’esplorazione della danza rinascimentale italiana a corte del XV secolo. Per entrambi, secondo la fondatrice di Performa, RoseLee Goldberg, è un’occasione di confronto con la propria disciplina nonché con la propria l’eredità culturale.

I costumi dell’étoile americana sono stati disegnati per l’occasione da Fabio Zambernardi, design director di Prada e Miu Miu. Ipermodernista nei tessuti e filologico nella foggia l’abito racconta lo spirito della performance di Vezzoli, e da Prada commentano così: “Proprio come i passi di danza che Hallberg esegue, il suo abito appare come la versione fantascientifica di un quadro di Beato Angelico”.

Performa 15

Fino al 22 Novembre, New York (sedi varie)

Per consulatere il programma complete: 15.performa-arts.org