Tra bar di design, bistrot contemporanei e posti che richiamano alla storia, ecco dove andare e cosa gustare nel 2019

In tutta Italia si profilano mesi interessanti e di grande fermento sia riguardo ai locali contemporary chic dove bere ottimi drink che alle nuove aperture gastronomiche. In città, in montagna e al mare. Da Milano e dalla Val Pusteria fino al Vomero, passando per Firenze e Roma, ecco gli indirizzi che faranno impazzire i foodie e gli appassionati di cocktail.

A Milano, capitale italiana della mixology, apre il Rocket Bar, il locale che promette di fare tendenza nella zona della nightlife meneghina già animata dallo storico Rocket Club. In Ripa di Porta Ticinese 95 gli estimatori del bere miscelato trovano una drink list creata da Mattia Mizzi, bartender di Al Mercato, che propone dieci nuovi cocktail con twist, scambi e rivisitazioni. Grazie all’esperienza di chi sta dietro al bancone i distillati, le spezie e le botaniche provenienti da tutto il mondo qui si mescolano in alchimie precise per accompagnare naso e palato in un viaggio multisensorile. Dal sake all’assenzio allo jalapeno al miele, dal rosmarino al sambuco all’agave al pepe di Timut, le creazioni di Mizzi si uniscono ai grandi classici. Suggestioni al bicchiere servite nello spazio realizzato dall’interior designer Valentina Lubiano in cui, agli effetti cromatici delle carte da parati tessute a mano in fibre naturali, si alternano le geometrie disegnate sulle pareti. Il tutto eseguito in pieno equilibrio con l’arredamento che miscela il design moderno a eleganti pezzi vintage. A completare l’esperienza, la playlist creata ad hoc da dj professionisti.

Crudisti (e non) segnate: in zona Repubblica a Milano ha aperto un ristorante dedicato al raw food. Il nome del locale è facile da memorizzare, Solo Crudo, e il menu proposto si sviluppa intorno a un’idea gastronomica dedicata al mondo vegetariano associato al gusto, al benessere e alla qualità. Dopo il successo dell’esperienza romana, con cui il nuovo Solo Crudo condivide la stessa identità di base, il locale di Milano replica l’utilizzo di una grande varietà di verdura e frutta biologica, meglio se a chilometro zero, abbandonando l’intransigenza di una proposta culinaria limitata ai soli piatti “raw food” (piatti crudi o cotti a temperature che non superano mai i 42°C). La formula vincente meneghina dello chef Riccardo Rossetti diventa quindi quella del “crudismo integrativo” che include inediti trattamenti termici, calibrati a mestiere per esaltare i sapori e preservare al massimo le proprietà vitali e nutrizionali degli alimenti. Una formula che lo chef chiama “Gentle Cooking” e che, all’occorrenza, ricorrere a cotture lunghe a bassa temperatura o al contrario velocissime per scottature lampo. Un esempio? Dall’Uovo di Parisi cotto a 61°C servito con spinaci, salsa di formaggio di latte di capra crudo, latte di mandorla e tartufo. Da provare le zuppe, come quella di topinambur cotto a bassa temperatura proposto con nocciole e porro scottato insieme a un croccante di polenta di grano saraceno.

Il meglio dell’enogastronomia di Marche e Abruzzo si concentra nel nuovo bistrot con bottega gourmet Orma Bruna (sempre a Milano) dove lo chef Achille Esposito amalgama tradizione e innovazione grazie a prodotti d’eccellenza provenienti in parte dalle terre colpite dal terremoto e da quelle di Olga Riccitelli, una delle proprietarie del locale. Qui, la fanno da padrone salumi, olive ascolane, tartufi delle colline di Venarotta (AP), peperoni dolci di Altino, zafferano di Navelli e un olio premiato a L’Oro delle Marche. Il nostro consiglio? Da provare un omaggio dello chef Esposito alla città: il risotto Milano-Abruzzo allo zafferano mantecato con un burro acido, Parmigiano Reggiano e completato con peperone dolce, liquirizia e riduzione di vitello con vino cotto. Una sorpresa per il palato. Oppure si suggeriscono come secondi la pancia di maialino, cicoria e mousse di mela dei Sibillini e il tenero brasato di agnello. Una delizia per i goumand più esigenti.

La città meneghina apre le sue porte al quarto GūD Milano (via Eustachi), il bistrot dello chef Stefano Cerveni che propone ottime focacce, delicate zuppe e la versione italiana del Cirasci, salutari bowl di riso ispirate al poke hawaiano e condite con ingredienti nostrani. Sia a pranzo che a cena ogni piatto può essere innaffiato dai GūD Drink, cocktail e vini al bicchiere. Ideale per una pausa pranzo o un aperitivo. Aperto per le prime colazioni, si raccomanda una sosta anche al mattino.

Sempre a Milano, in zona Citylife, Eugenio Boer e Damian Piotr Janczara, chef il primo e uomo di sala il secondo, hanno aperto Altrimenti. Questo ‘ristorante gastronomico” (come lo ha definito lo stesso Boer) vuole essere un’alternativa al resto della ristorazione parlando un linguaggio semplice attraverso piatti che raccontano le storie di chi sta dietro a ogni prodotto utilizzato. Tre i percorsi preparati dallo chef Marco Annunziata, che sta dietro ai fornelli con Boer: carne, pesce, verdure. Tre i viaggi goduriosi che si dividono in una decina di proposte sia a tema che in combinazioni di sezioni diverse. E la cantina? Fornitissima. Quasi 300 etichette, champagne compreso.

Milano docet in fatto di nuovi ristoranti di livello, si sa. E così, in zona Pagano, i giovanissimi Alessandro Garlando (28) e Federica Caretta (26) hanno aperto Insieme, un moderno bistrot la cui cucina parla facile attraverso stile, classe e semplicità, tre ingredienti racchiusi nei piatti e nella calorosa accoglienza di qeusto nuovo ristorante. D’altronde il curriculum dei due proprietari parla chiaro: Garlando, lo chef , ha lavorato da Antonino Cannavacciuolo a Villa Crespi, con Matias Perdomo, Elio Sironi al Ceresio7, fino a Francesco Mascheroni e Filippo Gozzoli all’Armani/Ristorante. Federica Caretta, dopo gli studi in Management aziendale e un lavoro in sala, da grande appassionata di vini ha raggiunto la qualifica WSET (Wine & Spirit Education Trust). Che dire di più? Andare da Insieme è come varcare la soglia di casa. Un luogo dove tornare e ritornare. Per gustare una tenerissima guancia di vitello su un letto di purea di patate profumata di timo o un piatto fresco e di stagione come la Rosa di Gorizia accompagnata da una golosa burrata.

Il mexican-jap Fusho di Milano raddoppia e da Chinatown si estende in via Plinio con un secondo locale. Per entrambi i ristoranti la formula è la stessa: una fusion tra sushi e burritos per un inedito binomio tra cucina giapponese e messicana. I deliziosi sushi-burritos vengono eseguiti espressi dietro al grande bancone, sotto gli occhi del cliente che può assistere all’intera preparazione. Ogni ingrediente viene selezionato e studiato per la riuscita del burrito: al posto della tortilla messicana troviamo l’alga essiccata e per la farcitura vengono messe insieme materie prime orientali e occidentali, dalla carne al pesce fresco, dalle verdure al riso insaporiti da una serie di salse come la teriyaki o quella guacamole. L’idea è vincente e piace. A rendere fortunato il format è anche la storia dall’incontro dei giovani imprenditori Jay Lin, Alex Pan, Sam Ye trentenni cinesi di Wenzhou, con Davide Croatto, venticinquenne milanese. Un quartetto affascinato da questo concetto di ristorazione casual veloce che ha origine a San Francisco nel 2011 poi sbarcata in Italia grazie all’intuito di questi giovani professionisti.

La città della Madonnina non poteva farsi scappare il primo ristorante Vichingo d’italia. In zona Navigli, tra pareti adorne di asce, pelli di cervo e scudi, i piatti serviti da Valhalla sono alla base di una ricerca storica sulle abitudini alimentari del popolo guerriero che viveva nel nord Europa tra il 700 e l’anno Mille. Ideatori del progetto Igor Iavicoli e Milena Vio, già gestori del Vinyl Pub in zona Isola e grandi appassionati di mitologia nordica, mentre in sala Diego Borella “spilla” idromele, birre artigianali e vino e ai fornelli c’è lo chef Mauro Molon che prepara la sua carne. Ingrediente principe di Valhalla infatti è la selvaggina proposta in un menu che presenta la tartare di cervo, la tagliata di capriolo, il cinghiale alla birra, il petto d’anatra leggermente affumicato. Tutti piatti reinterpretati dagli usi culinari degli antichi vichinghi, rivisitati e presentati in chiave gourmet per gli appassionati di carne alla brace.

A due passi dal Duomo di Milano prende forma Pausa “YOUR ITALIAN BREAK”, il primo taste of Italy. Questo format, che raggruppa tutto il meglio dell’Italia per andare all’estero nasce prima a Hong Kong nel 2013 con un temporary restaurant, proponendo pizza, pasta, gelato e caffè selezionando piccoli produttori artigianali italiani. E poi ritorna nel Belpaese grazie all’idea dell’imprenditore Marco Cattaneo di aprire un casual restaurant perfetto per una pausa, appunto, da trascorrere nel cuore della città. I piatti? Dalla pasta alla pizza fino al gelato e al caffè. Come Pausa vuole.

A 2.265 metri d’altezza, su Plan de Corones, il rifugio-bistrot Alpinn Food Space & Restaurant è l’ultima apertura dello chef tristellato Norbert Niederkofler che, insieme alla sua brigata, porta avanti il progetto Cook The Mountain. Dietro ai fornelli lo chef Marco Perez che dal Byblos Art hotel di Verona sbarca direttamente in Val Pusteria per cucinare piatti di montagna che raccontano il territorio, la sue tradizioni e i suoi prodotti nel modo più autentico in un luogo dove il panorama spazia da Lienz a tutta la Valle Aurina.

Scendendo a Roma, Alessandro Miocchi e Giuseppe Lo Iudice della trattoria Retrobottega hanno inaugurato di recente il nuovo progetto gastronomico che prevede la produzione a mano (e a vista) di otto formati di pasta tutti da provare. Il nome del locale parla da solo: Retropasta.

Il ricordo dello storico Caffè Giacosa, il bar di Firenze dove è stato creato il cocktail Negroni, adesso lo si ritrova nel nuovo Caffè Lietta che, dall’atmosfera che si respira alle ricette tutte da gustare, non disperde la esperienza ereditata grazie alla guida del pasticcere Giuseppe Schiaratura, dello chef Nicola Chellini e del barman Riccardo Banducci. Da assaggiare: la torta della nonna, preparata con mandorle fresche italiane e crema pasticcera e il “pirulo”, un budino dalla forma conica fatto con una pastafrolla ripiena di ricotta e, secondo la stagione, mela fresca, crema di gianduia o frutti di bosco.

A Ottaviano, in provincia di Napoli, ha aperto Bifburger volume 2, Exclusive come lo ha chiamato Nando Bifulco. Tempio della carne e dell’hamburger, il concept partenopeo dedicato ai carnivori doc, prevede al pian terreno un reparto lavorazione a vista della macelleria, un enorme frigorifero vetrato che mette in mostra le mezzene e i tagli più pregiati, il banco della macelleria e un’isola che funziona da “bar à la viande” con la possibilità di uno spuntino veloce che, la sera, si trasforma nel luogo giusto dove mangiare un ottimo hamburger. Al piano superiore, invece, una grande sala e la cucina a vista fanno da cornice  alla una brace.