No, non è il 1999. Ma lo stile di Matrix è di nuovo qui
Il cappotto lungo ispirato a film come “Matrix” e “Il Corvo” è il must-have del guardaroba autunno-inverno 2021
C’era una volta l’Internet-prateria. Il pascolo lussureggiante e ubertoso dove le promesse mancate della democrazia si sarebbero finalmente concretizzate. Nel 2021 è ormai chiaro a tutti che l’Internet-prateria è un Internet-Far West. L’ottimismo digitale degli anni Novanta si è sciolto nel sentimento euforico e amaro dei venerdì-fine del mondo, dell’incertezza di cosa sia reale, cosa conti davvero, e perché valga la pena alzarsi dal letto e vestirsi alla moda. La risposta è nel nuovo episodio della saga di Matrix, Matrix Resurrections, dove Keanu Reeves, schiacciato dal peso di questi e altri dubbi, si gode un bagno rilassante con una paperetta in testa.
Anche Il Corvo, con il suo romanticismo nero e bagnato, che tornerà nelle sale nel reboot di Sony, è già nei vostri armadi grazie alla collaborazione AI21 The Crow di Supreme. L’artista Dike Blair, in un’intervista del 1994 con l’autore del fumetto James O’Barr, aveva scritto che la combinazione di disperazione e ironia del fumetto crea una celebrazione dell’adolescenza perfettamente americana. Ma anche, aggiungiamo noi, dell’aria che tira in questo trancio di XXI secolo. Di gang di strada venuta dal buio a uccidere l’amore.
Le collezioni dell’inverno 2021 sono piene di eroi oscuri in cappotti lunghi, stivali grossi e minuscoli occhiali da sole, venuti a salvarci o a torturarci. In Matrix il costume distingue l’elegante simulazione virtuale dal “mondo reale” del XXI secolo in cui i robot usano le persone come pile, e crea il linguaggio visivo di una mascolinità nuova. Gli eroi di Matrix sono divinità in cappotto che sfidano la gravità e le macchine. Questa cappa moderna gli dà forza e determinazione nella paura.
Anche se la rinascita dell’estetica Matrix può essere fatta risalire alle sfilate dell’autunno 2017, quando Demna Gvasalia fa sfilare trench voluminosi e occhiali da sole skinny, e cappotti in pelle che sfiorano il pavimento, il cappotto lungo è il capo must-have del guardaroba alla moda di questo inverno. In versione militaresca, come nel caso di Balmain, o primitiva, come da Gmbh. Han Kjobenhavn è espressionistico al limite del demonico, mentre Sean Suen, Yohji Yamamoto e Rick Owens fanno sfilare giustizieri efferati e teneri. Per Virgil Abloh, infine, il cappotto è un simbolo in un linguaggio purista e turistico fatto di sciarpe africane drappeggiate, kilt e cappelli occidentali, disegnati dalla mano abile di Ibrahim Kamara.