Eurovision Song Contest 2022: vince l’Ucraina della Kalush Orchestra con Stefania 

Eurovision Song Contest 2022: vince l’Ucraina della Kalush Orchestra con Stefania 

di Giuditta Avellina

Uno spettacolo travolgente e la vittoria va all’Ucraina della Kalush Orchestra che commuove con Stefania e lascia un messaggio universale: la musica unisce, la musica è pace

L’Ucraina vince l’Eurovision Song Contest 2022 di Torino: la Kalush Orchestra conquista la sessantaseiesimaedizione dell’Eurovision Song Contest con il brano Stefania. «È una vittoria di tutto il popolo ucraino»

Una serata di ospiti e sorprese

Sembra quasi di stare alle Olimpiadi con i 25 i Paesi e le rispettive bandiere che animano l’Eurovision Song Contest. Le canzoni sono di alto livello, ottimi Laura Pausini, Mika, Alessandro Cattelan e Cristiano Malgioglio (che non risparmia caustici commenti). I Maneskin non deludono con la loro Supermodel (e con un accenno a If I can dream, canzone che fa parte della colonna sonora del film di Elvis a regia di Baz Luhrmann, nei cinema a giugno) ed emoziona anche Non ho l’età dell’intramontabile Gigliola Cinquetti (che nel 1964 vinse proprio all’Eurovision). Laura Pausini e Mika propongono  due spettacoli nello spettacolo: è tutto un live nel live. Ma la premessa e fil rouge è nel suono dei Rockin’ 1000 che in piazza San Carlo a Torino cantano Give Peace a Chance. Regno Unito, Svezia e Spagna il podio assegnato dalle nazioni concorrenti, la giuria decreta il podio: l’Ucraina vince, secondo il Regno Unito, terza la Spagna. Eurovision è una manifestazione apolitica, ma infine il messaggio è passato ugualmente: la musica unisce, la musica è pace. Durante la cerimonia di premiazione il rapper della Kalush Orchestra ha urlato lo slogan della resistenza ucraina: «Slava Ukraina!» («Gloria all’Ucraina») e il presidente dell’Ucraina, Zelensky ha subito diffuso un messaggio: «Il nostro coraggio impressiona il mondo, la nostra musica conquista l’Europa! L’anno prossimo l’Ucraina ospiterà l’Eurovision!». E poi: «Per la terza volta nella sua storia. E credo, non l’ultimo. Faremo del nostro meglio per ospitare un giorno i partecipanti all’Eurovision e gli ospiti nella Mariupol ucraina. Libera, pacifica, ricostruita! Grazie per avere fatto vincere la Kalush Orchestra e grazie a tutti coloro che hanno votato per noi! Sono sicuro che il nostro trionfo vittorioso nella battaglia con il nemico non è lontano. Gloria all’Ucraina!».

Tutte le performance di Eurovision Song Contest 2022

A inaugurare l’Eurovision 2022 è la Repubblica Ceca: We Are Domi con Lights Off, brano dance arricchito in live da un gioco di luci e chitarre. La Romania propone il suono orecchiabile e latino di WRS con Llámame e un flamenco travolgente e sensualissimo, candidato a diventare già tormentone.

Sembra venire da un altro mondo il Portogallo con Maro -origini italiane, portoghesi e capoverdiane-  e la sua Saudade, Saudade che ha provato a bissare la vittoria di Eurovision nel 2017 e che porta tutta la nostalgia emozionante del fado. Ed eccola la Finlandia con il grande ritorno dei The Rasmus: Jezebel, omaggio all’indipendenza femminile, ci riporta ai tempi di In the shadows e ci ricorda quanto acclamati siamo stati nel glorioso 2003. Un ventennio, ma sembra ieri. La Svizzera con Marius Bear e Boys Do Cry ci riporta a suoni di un tempo, sognanti e intensissimi ad opera di un busker che mostra le proprie fragilità. La qualità dei brani è molto alta e non è da meno la Francia – vittoriosa già cinque volte all’Eurovision e già tra le Big Five di quest’anno-  che con Alvan & Ahez e la loro Fulenn propone suoni inaspettati e ipnotici (e un brano cantato in lingua bretone) che in breve trasformano il palco in un mega dancefloor.

La Norvegia dei Subwoolfer  con Give That Wolf a Banana e Keith e Jim con le identità mai rivelate, propongono un brano easy-going e una coreografia già da TikTok. L’Armenia di Rosa Linn con Snap ricorda certe sonorità alla The Lumineers e la coreografia semplice, in una stanzetta colma di post it, fa da cornice alla sua bellissima voce. E poi arrivano loro: Mahmood & Blanco con Brividi e non c’è nulla da aggiungere. Brividi, la seconda Big Five e cantano tutti.

La Spagna di Chanel con SloMo punta su un altissimo tasso di sensualità e una canzone ballabilissima che fa scatenare tutto il pubblico, a supporto della terza Big Five. Dopo 12 anni i Paesi Bassi tornano a cantare in olandese con S10 e la sua De Diepte è la riprova che anche l’essenzialità -suoni e parole- può essere incisiva. Poi arriva l’Ucraina di Kalush Orchestra con Stefania ed è tutto incredibilmente pregno e commovente, un inno alla pace dai mille colori e suoni – rap e folklore- e un omaggio alla figura materna e alla madrepatria che unisce tutti sul finale. Con un battito di mani, un’ovazione che è più eloquente di mille parole e quel «Per favore, aiutate l’Ucraina, per favore aiutate Mariupol, aiutate l’acciaieria di Azovstal, adesso» che stringe il cuore. E, alla fine, con una vittoria sperata, meritata e raggiunta.

La Germania di Malik Harris – altra Big Star – è Rockstars e il rap alla Eminem dondola insieme alla rassicurante scorrevolezza di un pop che entra subito in testa. La Lituania scivola veloce con Monika Liu e la sua retrò Sentimentai, l’Azerbaigian di Nadir Rustamli con Fade to Black è pura sofferenza d’amore, un pugno allo stomaco. Il Belgio di Jérémie Makiese ci porta negli abissi della sua Miss You e certi sound che ricordano la Cry me a river di Justin Timberlake. La ballad della Grecia con Amanda Georgia di Tenfjord in Die Together esplora le prospettive di una relazione al capolinea, in cui i due amanti non riescono più a condividere e soffrono in solitudine. Conquista il pubblico l’Islanda delle Systur con Með Hækkandi Sol che propongono una ballata folk e al termine invocano la pace per l’Ucraina. 

Intanto, tra Urbino, RImini e il Mart di Rovereto e le altre bellezze italiane a fare da intermezzo tra un brano e l’altro, gli artisti sfilano e conquistano, la qualità dei brani è molto alta. La Moldavia di Zdob şi Zdub & Advahov Brothers balla tra fisarmonica e batteria con i suoni coinvolgenti del folklore di Trenulețul, mentre la Svezia di Cornelia Jakobs gioca la carta della struggente Hold Me Closer che è già candidata a diventare un’altra potente hit in radio. L’ Australia di Sheldon Riley porta in scena un pezzo bellissimo, coinvolgente e potente: Not The Same, che Sheldon ha scritto a nove anni, e una voce che mette in secondo piano ogni coreografia. Tutto è possibile, questo resta. 

Nel blu dipinto di più a nuovo intermezzo e tutto il pubblico intona l’indimenticabile Volare di Domenico Modugno. Il Regno Unito di Sam Ryder, ultimo Big Five con 11 milioni di fans su TikTok propone la sua Space Man che fa incetta di voti (e spopolerà sui social). 

La Polonia di Ochman con River propone un brano di classe. tra pop ed elettronica. La Serbia di Konstrakta, che nel 2011 ha aperto il concerto di Amy Winehouse, porta sul palco la performance di In Corpore Sano che è un invito a riflettere su una mente non sana dentro un corpo apparentemente sano. L’Estonia con il cowboy Stefan (eletto uomo più sexy d’Estonia nel 2020) chiude con la speranza della sua Hope. E così si è chiuso Eurovision Song Contest 2022: l’Ucraina vince con 631 voti, di cui ben 440 ricevuti con il televoto degli spettatori europei. Blanco e Mahmood hanno chiuso al sesto posto con 268 punti, mentre al secondo posto si è classificata la Gran Bretagna (466) e al terzo la Spagna (459).

La scaletta degli artisti nella finale di Eurovision Song Contest 2022

Repubblica Ceca: We Are Domi – Lights Off
Romania: WRS – Llámame
Portogallo: MARO – Saudade, Saudade
Finlandia: The Rasmus – Jezebel
Svizzera: Marius Bear – Boys do cry
Francia: Alvan & Ahez – Fulenn
Norvegia: Subwoolfer – Give that wolf a banana
Armenia: Rosa Linn – Snap
Italia: Mahmood & Blanco – Brividi
Spagna: Chanel – SloMo
Olanda: S10 – De diepte
Ucraina: Kalush Orchestra – Stefania
Germania: Malik Harris – Rockstars
Lituania: Monika Liu – Sentimentai
Azerbaijan: Nadir Rustamli – Fade to black
Belgio: Jérémie Makiese – Miss you
Grecia: Amanda Georgiadi Tenfjord – Die together
Islanda: Systur – Með hækkandi sól
Moldavia: Zdob si Zdub & Advahov Brothers – Trenuletul
Svezia: Cornelia Jakobs – Hold he closer
Australia: Sheldon Riley – Not the same
Regno Unito: Sam Ryder – Space man
Polonia: Ochman – River
Serbia: Konstrakta – In corpore sano
Estonia: Stefan – Hope