Da Blenheim Bouquet a Acqua di Giò: perché continuano a essere un grande successo

Il mondo dei profumi uomo non è fatto di sola innovazione e di spasmodica ricerca di qualcosa di nuovo. Ma anche di profumi classici, anche in campo maschile. Fragranze che richiamano situazioni e sensazioni note. Perché, ancora oggi, profumi nati a inizio Novecento sono attuali? Il segreto del successo di 14 grandi classici, secondo Icon.

I classici profumi da uomo: quali sono e perché lo sono

Blenheim Bouquet di Penhaligon’s, 1902

Perché: per la sua formula olfattiva senza tempo. In oltre 100 anni le sue note fresche, con il limone si mixa alla lavanda, ma anche quelle più sensuali e calde, hanno convinto molti uomini a indossarlo ottenendo consensi anche nell’universo femminile.

Per chi: per un uomo contemporaneo, dal gusto classico ma che ama sedurre.

La nota in più: Il nome deriva da Blenheim Palace, residenza del duca di Marlborough a cui il profumo è dedicato ed è tra i preferiti dell’attore Pierce Brosnan e degli stilisti Tom Ford e Christpher Bailey.

Colonia di Acqua di Parma, 1916

Perché: è la prima colonia italiana, è stata creata durante la Grande Guerra ed è diventata presto un classico. È fresca ma al contempo calda, ideale per essere indossata sempre. 

Per chi: per l’amante di un profumo intramontabile, che piace anche a lei.

La nota in più: la storicità della fragranza. L’attuale flacone risale agli anni Trenta ed è d’ispirazione Art Dèco, negli anni Cinquanta molti attori hollywoodiani lo scoprirono in Italia e lo esportano negli Usa facendolo diventare uno dei simboli del Made in Italy.

Knize Ten di Knize, 1925

Perché: per la sua personalità molto forte ed estremamente differente rispetto ai profumi maschili dell’epoca, grazie anche alla sua nota di cuoio che l’ha reso innovativo per l’epoca.

Per chi: per un uomo dalla personalità ben definita e marcata.

La nota in più: Citato nel libro Il Gentleman di Bernhard Roetzel come una fragranza “eterna”, sempre perfetta in ogni epoca e in ogni occasione.

Eight&Bob, 1934

Perché: per la storia che nasconde. Creato nel 1934 da Albert Fouquet, una fialetta fu poi regalata a un giovanissimo John Fitzgerald Kennedy il quale poi ne commissionò otto per sé e uno per il fratello Bob. Da qui il nome Eight&Bob.

Per chi: per l’amante di profumi ricercati e curiosi, vista anche la produzione limitata della fragranza.

La nota in più: alla morte di Albert Fouquet nel 1939, fu il fedele maggiordomo e assistente a continuare la produzione di Eight&Bob che, ancora oggi, segue pedissequamente la formula di un tempo. 

Pour un Homme de Caron di Caron, 1934

Perché: appena uscito sul mercato, conquistò immediatamente la clientela maschile grazie anche alle note di lavanda contenute all’interno a cui il pubblico maschile era particolarmente affezionato.

Per chi: per l’uomo che, una volta trovata la sua fragranza, le resta fedele.

La nota in più: il flacone è squadrato, semplice e minimale, pensato per essere discreto ma al contempo mascolino proprio come il profumo stesso.

Pour Monsieur di Chanel, 1955

Perché: mentre Marilyn Monroe dichiarava il suo amore al N°5, Chanel pensava agli uomini creando Pour Monsieur firmato da Henri Robert.

Per chi: per un uomo elegante e attento ai piccoli gesti

La nota in più: dal 1955 a oggi la formula è invariata. Esiste anche una versione “concentrée” creata nel 1991 da Jacques Polge. 

Eau Sauvage di Christian Dior, 1966

Perché: ha racchiuso fin da subito il fermento di un’epoca. Non un profumo ma una Colonia estremamente intensa, non da spruzzare solo sul collo ma su tutto il corpo, non più pensata per i padri ma per i figli e creata per sedurre. 

Per chi: per gli uomini consapevoli della loro virilità. 

La nota in più: la primissima pubblicità era stata disegnata da Renè Gruau, grande amico di Dior, e l’uomo di Eau Sauvage era disinibito, nudo in mezzo alla stanza da bagno. Oggi è incarnato da un giovane Alain Delon che esce dalla piscina in una scena di La Piscine.

Paco Rabanne Pour Homme di Paco Rabanne, 1973

Perché: lo stilista ha voluto dedicare la fragranza al vero uomo, quello virile ma al contempo tenero, elegante ma leggermente rude. Un profumo corposo e con una formula più intensa rispetto alle altre fragranze maschili presenti sul mercato all’epoca.

Per chi: per l’uomo sicuro e consapevole di se stesso.

La nota in più: il flacone ricorda quello della fiaschetta di whisky. 

Obsession for men di Calvin Klein, 1986

Perché: Calvin Klein è sempre rimasto affascinato dalla determinazione degli uomini nel vivere la vita. È così che è nato Obsession for men, una fragranza forte e provocante.

Per chi: per l’uomo che ama provocare.

La nota in più: l’anno prima il marchio americano aveva lanciato Obsession pensato per le donne, anche loro forti e indipendenti, piene di passione. 

Fahrenheit di Dior, 1988

Perché: Creato in un momento in cui i profumi maschili erano prettamente aromatici, Fahrenheit è caratterizzato da un bouquet fiorito del tutto inedito.

Per chi: per l’uomo audace e impertinente, che osa con un profumo le cui prime note sono caprifoglio e biancospino.

La nota in più: il flacone tondeggiante, la formula innovativa e “mai sentita prima” hanno trasformato questo profumo di Dior in un classico.

Ck One di Calvin Klein, 1994

Perché: tra i primi profumi unisex, pensato per lui ma anche per lei. Il mondo stava cambiando, la moda imponeva uno stile più androgino e Ck One rifletteva perfettamente i tempi.

Per chi: per l’uomo che non ha mai avuto paura di osare e vuole uscire dai soliti schemi.

La nota in più: la libertà di indossarne quanto se ne vuole; il flacone è grande e capiente, si ispira a una bottiglia di rum e incoraggia l’uso abbondante anche se può bastarne una sola spruzzata. 

Égoïste di Chanel, 1990

Perché: per la composizione inedita e assolutamente forte che mescola il mandarino al coriandolo e alla rosa concludendo col sandalo.

Per chi: per l’uomo a cui si ispira, egoista, indipendente, inafferrabile eppure estremamente affascinante.

La nota in più: negli anni Novanta la pubblicità era diventata quasi un tormentone con schiere di donne che urlavano Égoïste all’uomo imprendibile.

Le Mâle di Jean Paul Gaultier, 1995

Perché: per l’impertinenza dello stilista francese. Non il classico profumo da uomo ma un’idea, tradotta in fragranza, della sensualità di un nudo maschile e della giocosità di essere se stessi tradotta poi con la menta piperita e la lavanda.

Per chi: per l’uomo che non ha paura, anche di osare.

La nota in più: è tra i primissimi profumi creati dal naso Francis Kurkdjian, allora poco più che ventenne, e oggi considerato tra i migliori creatori di profumi.

Acqua di Giò di Giorgio Armani, 1996

Perché: omaggio all’isola di Pantelleria, rifugio dello stilista, il dio greco Apollo è l’ispirazione dietro alla fragranza, l’emblema dell’uomo ideale e perfetto che indossa questa fragranza.

Per chi: per l’uomo che ha voglia di indossare un profumo fresco e senza tempo.

La nota in più: che cosa significa Giò? Chi si nasconde dietro a Giò? Lo stesso stilista non ha mai dato una risposta definitiva, è sempre stato evasivo ed ermetico su questo argomento.

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