Una nuova rubrica sull’arte del tatuaggio, sulla storia e su uno stile antico ma di tendenza

A parlare è #Oldranda, ovvero Andrea Gatti – che tra le mille passioni (oltre a misuca, cani, scarpe) ha anche quella del tatuaggio. Qui, ogni settimana, ne racconta l’arte, le scuole, gli stili, i personaggi più importanti al mondo. Buona lettura.

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Il mio primo tatuaggio risale, ahimè, a un bel po’ di anni fa. Con una macchinetta direi molto basic, costruita in casa insieme ad amici, in una sala-prove del nostro gruppo. Entravamo nel mondo del tatuaggio in modo grezzo e sincero. Bene, queste sono le caratteristiche tipiche di quello che è il tatuaggio “Old School”.

Quando nasce? Lo stile di tatuaggio definito Old School si diffonde negli anni ’20 grazie ai marinai che portavano dai loro viaggi in Polinesia questa grande conoscenza. Il padre della vecchia scuola è considerato infatti “Sailor Jerry” Collins che fece propria quest’arte e la praticò e diffuse nei suoi lunghi viaggi.
L’Old School è quindi il precursore di ogni stile in Occidente e infatti viene anche definito tradizionale.

Cosa si raffigura? Tra i soggetti tipici della Old School troviamo classici temi marinari come àncore (vedi il braccio di Popeye), belle donne, sirene, rose dei venti, pugnali, giochi d’azzardo, etc. La caratteristica dominante è la realtà, la concretezza. Tuttie le tavole “Old” rappresentano qualcosa di reale, a cui poi si associano dei significati diversi (come accade, ad esempio, per la cabala napoletana).
Graficamente, un’altra caratteristica importante di questo stile è un outline spesso di color nero o blu scuro, affiancato da toni a contrasto molto caldi e luminosi affinchè il tatuaggio possa essere letto anche da lontano.

Curiosità: la parola tattoo deriva dal samoano tatau (nome onomatopeico che rapresenta il rumore dei martelletti per eseguire tatuaggi in stile polinesiano).

La settimana prossima parleremo del maestro Gian Maurizio Fercioni, il precursore dell’arte del tatuaggio in Italia.