50 anni a quadretti. Quaderna compie 50 anni

50 anni a quadretti. Quaderna compie 50 anni

di Paolo Lavezzari

Zanotta festeggia e amplia con tre progetti inediti la collezione-manifesto del “radical design”

Una geometria, la più semplice possibile: eccola, un reticolo perfetto, adattabile a qualsiasi  scala, dal mondo alla più intima dimensione domestica. Era questa, in sintesi, la proposta che il gruppo dei giovani architetti fiorentini che formavano il Superstudio aveva elaborato tra fine 60 e i primi 70 del 900 come modo per uscire dai rigidi dogmatismi non tanto del progetto quanto del contesto culturale. Sulla base di quel reticolo Superstudio aveva dato vita a una serie di oggetti detti “Istogrammi”. Il risultato era una specie di “paesaggio artificiale” estensibile a piacere, neutro e di forte impatto al tempo stesso che, come una grande rete, “connette” tutto. Dalla teoria degli istogrammi deriva la teoria di un mondo infinito di oggetti tutti da inventare che spaziano dalla pura superficie piana, al mobile e all’architettura. Nasce dunque un unico piano quadrettato di laminato plastico stampato Print che nel catalogo della Serie Misura ‘M’ autoprodotta inizialmente da Superstudio, ricopriva tavolo, letto, sedia, panca, tavolino, scrittoio, armadio, sgabello.


È stata però la visionaria intuizione (una delle sue tante) di Aurelio Zanotta a trasportare la produzione su scala industriale con il nome di Quaderna. Sempre rimasta in catalogo dal 1972, la collezione – sarà la purezza del bianco, l’essenzialità atemporale della tramatura – non dimostra i suoi 50 anni neanche un po’. Tant’è che Zanotta ha preso dalla Serie Misura “M” di  Superstudio due pezzi inediti e cioè il tavolino e lo scrittoio e li ha rieditati, attualizzandoli ovviamente nelle dimensioni, ma sempre impiegando il processo produttivo artigianale che è alla base di tutta la collezione al fine di realizzare oggetti perfettamente isotropi come voleva Superstudio. Perché, se in apparenza quella quadrettatura e il laminato plastico sembrano parlare il linguaggio di una spersonalizzazione industriale, di fatto è necessario un lavoro di altissimo artigianato “tutto fatto a mano” per far si che tutte le linee su ogni lato combacino perfettamente per ottenere l’effetto ottico desiderato. Precisano dall’azienda: «La difficoltà nel far coincidere al millimetro le varie giunture rende impossibile staccare le gambe dal piano anche in fase di trasporto. Una complessità in più, indispensabile tuttavia a preservare l’unicità dell’idea originale».

Lo scrittoio, in particolare, ha il piano rinforzato con barre in alluminio per garantire la stabilità e planarità; c’è anche un cassetto estraibile a scomparsa, ricavato nello spessore del piano (6 cm) a tutta lunghezza. La seconda novità è un tavolino  basso quadrato, mentre la terza 
è un tappeto taftato a mano 100% lana neozelandese il cui disegno riproduce uno schizzo di un Istogramma di Architettura inedito fornito dall’Archivio Cristiano Toraldo di Francia, uno dei fondatori di Superstudio.

 

 

 

 

 

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