Eugenio Gerli e il sistema Sir 73 rieditato da Exto

Eugenio Gerli e il sistema Sir 73 rieditato da Exto

di Digital Team

I progetti di Eugenio Gerli sono il perfetto connubio tra alto artigianato e produzione industriale

Un fuoriclasse che troppo spesso le storie ufficiali hanno lasciato sullo sfondo”: così Domitilla Dardi, che sul design e la sua storia di punti da dare ne ha per molti – non a caso è curatrice per il design del MAXXI-Architettura di Roma – definisce Eugenio Gerli. Un fuoriclasse sul fronte della ricerca e della sperimentazione – tratto questo che gli viene dai primi studi di ingegneria e poi da quelli di  architettura sotto due “miscelatori” di  arti e tecniche come Ponti e Portaluppi – ma anche un appassionato indagatore di materiali.In questo senso è esemplare il successo del sistema Graphis, nato durante la sua fortunatissima collaborazione con Tecno. Insomma, per farla breve, Gerli è un altro maestro cui va ridato il posto che merita nella storia del design del secondo Dopoguerra.

A dare inizio a questa bella operazione è la Exto di Varedo, a due passi da Milano dove sta pure pure Tecno, che in un catalogo di progettisti giovani e, più che di belle speranze, di ottime certezze, inserisce oggi alcuni pezzi di Gerli, rieditati in accordo con gli eredi. L’ésprit è tutto anni 60, dato che la poltrona P e il sofa D (entrambi Sir 73) sono proprio del 1964. E, nelle forme, sembrano rientrare nella categoria del  “mobile borghese di alto artigianato” (ancora Dardi), se non fosse che quel particolare dell’elemento ligneo dice altro: parla di modularità, di una unità di misura, ripetibile per una, due, tre volte a piacere, che è in pratica la poltrona singola. Raddoppiatela ed ecco il divano, ecco che la finitura e l’estetica della piccola serie passa intatta nella replicabilità di una produzione industriale – il geniale mix che è alla base della formula del Made in Italy.