Expo 2020 Dubai in cinque memorabili padiglioni
Courtesy Es Devlin Studio

Expo 2020 Dubai in cinque memorabili padiglioni

di Digital Team

“Connecting minds, creating the future” è il tema di Expo 2020 Dubai, la prima Esposizione Universale organizzata in un Paese arabo. Fino al 31 marzo 2022 riunirà quasi 200 Paesi in un’area espositivo di oltre 400 ettari

Con 192 padiglioni nazionali realizzati per l’occasione, fino a 60 eventi dal vivo quotidiani e 182 giorni di apertura al pubblico, Expo 2020 Dubai è la prima Esposizione Universale ad avere luogo nella cosiddetta area ME.NA.SA. (Medio Oriente, Nord Africa, Asia meridionale). Slittato di un anno, a causa dell’emergenza sanitaria, il grande evento globale analizza il tema Connettere le menti, generare il futuro, declinato da ciascuno stato partecipante nel proprio spazio nazionale. Sostenibilità, Opportunità e Mobilità, i tre macro-ambiti del progetto curatoriale, costituiscono l’anima di altrettanti distretti espositivi. Visitabile fino al 31 marzo 2022, Expo 2020 Dubai proverà a ‘sfidare’ le restrizioni dell’era pandemica chiamando a raccolta visitatori da tutto il mondo, per poi passare il testimone al Giappone. Dopo la precedente esperienza, datata 1970, fra quattro anni sarà di nuovo la volta di Osaka. Dal 3 maggio al 3 novembre 2025, la città giapponese ospiterà la prossima Esposizione Universale dal titolo Designing Future Society for Our Lives. Nell’attesa, ecco come cinque Paesi hanno scelto di prendere parte a Expo 2020 Dubai. A cominciare dall’Italia.

L’Italia a Expo 2020 Dubai

Progettato dal team formato da CRA-Carlo Ratti Associati, Italo Rota Building Office, F&M Ingegneria, Matteo Gatto & Associati, che nel 2019 si è aggiudicato il concorso internazionale di progettazione, il Padiglione Italia a Expo 2020 Dubai occupa un lotto compreso fra le aree tematiche Opportunità e Sostenibilità. Le strutture espositive di India, Germania, Arabia Saudita, Giappone e Stati Uniti si collocano nelle sue immediate vicinanze. Definito dallo stesso Rota ‘una grande installazione sperimentale sul tema Naturale Artificiale, più che un’architettura in senso canonico‘, il padiglione adotta come principio ispiratore il concetto di circolarità. Un approccio dal quale sono derivate specifiche scelte a livello di componenti costruttive e di materiali impiegati. Sormontato dagli scafi capovolti di tre imbarcazioni, collocati a oltre venti metri di altezza e sorretti da pilastri, occupa una superficie di circa 3.500 metri quadri. Identificato all’esterno dai tre colori della bandiera nazionale, ospita all’interno un percorso espositivo concepito ‘come un’ascesa‘, ritmato da installazioni legate ai temi dell’innovazione e della sostenibilità. Dieci i format previsti per le centinaia di iniziative promosse dall’Italia nell’intero semestre di apertura della kermesse.

Il Regno Unito a Expo 2020 Dubai

Già direttrice artistica della London Design Biennale 2020, l’artista e designer Es Devlin firma The Poem Pavilion, il padiglione con cui il Regno Unito partecipa a Expo 2020 Dubai. Nota come autrice di interventi su larga scala, nei quali coniuga musica, poesia e tecnologia, con questo progetto riattualizza Breakthrough Message, la competizione attraverso la quale il fisico e cosmologo britannico Stephen Hawking incoraggiava gli abitanti del pianeta Terra a stabilire quale messaggio comunicare alle altre civilità dello spazio. A partire da quella suggestione, i visitatori del padiglione inglese potranno sperimentare un’esperienza collettiva, contribuendo con la propria presenza a illuminare la struttura, in un percorso in cui saranno rivelate i risultati raggiunti dal Paese nel settore dell’Intelligenza Artificiale.

Il Giappone a Expo Dubai 2020

Punta sulle connessioni e sugli scambi tra Medio Oriente e Giappone il design del padiglione del Paese del Sol Levante, affidato allo studio Yuko Nagayama and Associates. Un proposito che si riflette esplicitamente nella vibrante struttura architettonica, caratterizzata da un rivestimento scandito da forme geometriche tridimensionali evocative tanto degli archetipi tradizionali giapponesi – con un riferimento all’arte degli origami -, quanto a elementi di matrice araba. Il padiglione, inoltre, intende offrire una propria concreta risposta a una delle cruciali questioni prese in esame da Expo 2020 Dubai: la sostenibilità. La presenza di uno specchio d’acqua poco profondo davanti all’edificio contribuisce al refrigerio dell’area espositiva; il sistema di raffreddamento del padiglione incorpora tecniche ispirate alle culture araba e giapponese; la facciata, realizzata con un materiale che rimanda alla carta giapponese, proteggerà gli interni dalla luce solare diretta.

Il Brasile a Expo 2020 Dubai

Sperimentare la lussureggiante natura della regione settentrionale del Brasile a due passi dal deserto? È questa l’esperienza proposta dal padiglione del paese sudamericano. Nei suoi 4.000 metri quadrati, l’edificio conduce i visitatori in un itinerario in cui proiezioni, suoni e profumi rimandano ai fiumi del Paese, alle sue risorse idriche e, più in generale, all’elemento acqua. Con sale conferenze, spazi espositivi e per eventi, una caffetteria e un ristorante di cucina carioca, il padiglione si candida a essere un luogo di ombra e di riposo durante il giorno, divenendo ‘un fluttuante cubo luminoso‘ nelle ore serali.

Gli Emirati Arabi Uniti a Expo 2020 Dubai

Al termine di un concorso internazionale di progettazione, al quale hanno partecipato nove fra i maggiori studi di architettura del mondo, il National Media Council of the United Arab Emirates (UAE) ha scelto il progetto dell’architetto e ingegnere Santiago Calatrava per il padiglione degli Emirati Arabi Uniti. Ispirata al volo di falco, la struttura di circa 15.000 metri quadrati, occupa un’area strategica, nel cuore dell’Expo. Progettato per soddisfare gli standard di costruzione sostenibile LEED, raccoglie al proprio interno, fra gli altri spazi previsti, varie aree espositive, un auditorium e una zona commerciale. Nelle aspettative della committenza, il padiglione punta a imporsi come una delle principali icone dell’Expo, oltre a restituire ‘lo spirito pionieristico e il potere delle connessioni che hanno trasformato gli Emirati Arabi Uniti da un insieme di piccole comunità desertiche a un riferimento globale‘. E non sarà la sola opera di Calatrava realizzata a Dubai per la manifestazione. Al noto progettista è stato infatti affidato anche il Padiglione del Qatar, a sua volta concepito come riflesso dei quattro elementi che formano lo stemma-emblema del Paese e come omaggio al suo patrimonio culturale.