Icone del design: 5 scrivanie d’autore
Courtesy of Thonet

Icone del design: 5 scrivanie d’autore

di Digital Team

Disegnate da autorevoli architetti e designer del Novecento, queste cinque scrivanie possono adattarsi agli spazi domestici, che sempre più spesso fanno da cornice alla routine lavorativa, o diventare il punto di forza di uffici dalla forte personalità

Esplicito riflesso dei processi che attraversano la società, gli spazi per il lavoro stanno vivendo una fase di trasformazione in conseguenza del protrarsi della pandemia. Dopo la rivoluzione avvenuta negli uffici tradizionali, passati alla configurazione open in tutti gli ambiti professionali in cui era concretamente superabile il ‘modello’ della postazione isolata e indipendente, e la più recente ascesa del coworking, l’ultimo bienno è stato segnato dall’urgenza di adattare gli ambienti domestici al lavoro. Flessibilità, efficienza tecnologica (a partire dalle prese integrate) e praticità d’uso sono fra le parole che identificano il processo in corso. Disegnate da riconosciuti maestri del design italiano e internazionale, le cinque scrivanie d’autore selezionate sfuggono alle tendenze temporanee e rappresentano, tanto negli studi canonici che nell’home office, un valore aggiunto in termini di funzionalità e bellezza.

1. Leonardo di Achille Castiglioni, 1969

Courtesy of Zanotta spa

Struttura in faggio evaporato, colore naturale; piano placcato in laminato colore bianco oppure in cristallo temperato; altezza regolabile, disponibile in due dimensioni: questi i connotati che qualificano il tavolo Leonardo, disegnato da Achille Castiglioni nel 1969 e prodotto da Zanotta. Considerato l’archetipo dei tavoli da lavoro su cavalletti, continua a conquistare per la versatilità, semplicità e praticità, caratteristiche che si sommano alla cura nelle lavorazioni e nella scelta dei materiali.

2. Society Table di Arne Jacobsen, 1952

Courtesy of Carl Hansen & Søn

Nato come pezzo unico per l’azienda navale danese Burmeister & Wain, il Society Table è stato sviluppato dall’architetto e designer Arne Jacobsen. Originario di Copenaghen, il progettista combinò in questo modello echi industriali e funzionalisti, legandoli all’estetica Bauhaus. Un mix di ispirazioni, che si traduce in una scrivania realizzata in legno massello, impiallacciatura e acciaio, il cui piano è ricoperto in pelle a grana fine. Disponibile in due formati e associabile a una cassettiera, posizionabile sul lato destro o sinistro, viene oggi prodotto dall’azienda Carl Hansen & Søn, che nel 2011 ha acquisito la società di ebanisteria Rud. Rasmussen, produttrice di molti arredi firmati Jacobsen.

3. Albini Desk di Franco Albini, 1928

Knoll, Albini Desk. Photocredit Federico Cedrone

Nel corso della sua straordinaria carriera, Franco Albini ha dato prova di saper operare in una pluralità di ambiti, con risultati ancora oggi rilevanti. L’Albini Desk, prodotto da Knoll, lo testimonia: a quasi cento anni dal debutto (risale infatti al 1928) la sua indole razionalista e l’estetica minimalista non passano di moda. Un risultato raggiunto anche grazie alla misurata combinazione dei tre materiali costitutivi: vetro, acciaio e legno. Ad arricchire questa scrivania, senza comprometterne il rigore e l’eleganza senza tempo, sono i due cassetti, disponibili in rovere ebanizzato o laccato bianco.‎

4. Scrivania S 285 di Marcel Breuer, 1935

Courtesy of Thonet

Appartiene indiscutibilmente alla storia del design, la scrivania in tubolare di acciaio S 285, firmata da Marcel Breuer per Thonet. Fra le eredità della feconda stagione del Bauhaus, questo modello sembra aver superato indenne la prova del tempo, allineandosi al mood contemporaneo per effetto della forza della sua sobrietà e dell’esemplare rapporto fra pieni e vuoti. A caratterizzarla sono il telaio in tubolare d’acciaio curvato e cromato, che genera una linea unica e ininterrotta, e i precisi innesti lignei (in rovere o frassino mordenzato), a partire da quello del piano di lavoro.

5. Petit bureau en forme libre di Charlotte Perriand, 1938

Scrivania Petit bureau en forme libre di Charlotte Perriand – Collezione Cassina I Maestri, ph. Valentina Sommariva

Disegnato dall’architetta Charlotte Perriand nel 1956, questa scrivania in legno priva di spigoli e dalla personalità prorompente rappresenta l’apice della ricerca avviata nel 1938 dalla progettista sul tema dei tavoli en forme libre. Inizialmente concepita per offrire una risposta concreta e d’autore alle specifiche esigenze dei piccoli spazi, fa parte della Collezione Cassina I Maestri; è disponibile in massello di noce Canaletto con finitura low gloss o MDF laccato opaco. Reso inconfondibile dalle forme arrotondate e dall’impostazione che sembra ‘abbracciare’ l’utente, il Petit bureau en forme libre definisce un ambito di lavoro, studio o scrittura privato e personalissimo. Soprattutto in casa, evoca l’immagine di una ‘piccola isola’ individuale da vivere in forma libera, appunto.