Il coworking è spacciato?
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Il coworking è spacciato?

di Penelope Vaglini

Smart working e near working cambieranno per sempre i layout dei luoghi di lavoro. E c’è chi già immagina come sarà l’ufficio di domani.

La pandemia non ha fermato i coworking, li ha solo messi in pausa. In attesa di tempi migliori, i professionisti che da mesi svolgono le proprie attività da remoto, sognano di tornare a lavorare in un luogo fisico insieme ai colleghi (almeno per qualche ora a settimana). A dirlo sono le ricerche di Capgemini raccolte nel report “The Future of Work – From Remote to Hybrid”. Qui si evidenzia come, nonostante la produttività da casa sia aumentata fino al 63% per chi lavora nell’IT e nel Marketing, le attività creative abbiano subito un rallentamento a causa delle riunioni virtuali e della mancanza di brainstorming in presenza. Insieme alle perplessità sull’assenza di incontri face-to-face per risolvere problematiche, avviare nuovi progetti e tirare le somme sui task conclusi, il perdurare del lavoro da remoto sembra rendere dubbiosi molti professionisti. Secondo il report, il 56% di loro teme di essere “Always on”, ovvero sempre disponibile a svolgere attività lavorative, anche durante i momenti dedicati alla vita privata.

Lavoro agile, cosa ne pensano le aziende

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L’incremento di produttività dei lavoratori, insieme ai benefici economici del lavoro agile, sono dei chiari segnali che lo smart working resterà. Certamente non come modalità di lavoro esclusiva, ma verrà alternato a giornate in ufficio, per favorire scambi di idee e condivisione tra colleghi. Ma dove avverranno questi incontri? Le grandi sedi aziendali, estremamente costose da mantenere, sembrano destinate a diventare obsolete, mentre la possibilità di prendere in locazione degli spazi all’interno dei coworking sta attirando l’attenzione di molti dirigenti.

Il coworking è l’ufficio del futuro?

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Il coworking, quindi, non è spacciato. Al contrario rappresenterà una soluzione sempre più richiesta dalle aziende, che punteranno su sedi decentralizzate per limitare gli spostamenti dei dipendenti, ma allo stesso tempo vorranno stimolare la cultura collaborativa. Definita near working, questa nuova modalità di lavoro ibrida consentirà alle persone di recarsi in uffici “satellite” vicino alle proprie abitazioni, per ridurre gli spostamenti e ottimizzare il tempo, mantenendo gli alti picchi di produttività registrati negli home-office. Tutto bene quindi, per le oltre novanta strutture presenti a Milano, le sessanta di Roma e le venti di Torino, che, in vista di ospitare nuovi smart worker, dovranno ripensare ai loro spazi. Infatti, i layout open space e le scrivanie condivise a cui eravamo abituati, cambieranno la loro configurazione.

Collectives, i coworking di domani secondo Woods Bagot

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Harbour Work Lounge

Nei nuovi coworking si lavorerà insieme, ma in luoghi più frammentati. A prevederlo è Woods Bagot, studio internazionale di architettura che ha immaginato l’ufficio del futuro. Tra le configurazioni più probabili ci sarà quella definita Collectives: un’evoluzione dell’open space organizzata in piccoli cluster. Qui aree informali si alterneranno a zone dedicate al focus work, occupate da piccoli team per non creare assembramenti. Inoltre, l’ufficio di domani, potrà sfruttare degli spazi non convenzionali. Citata in un articolo di Fortune Italia, l’idea di Wylab, incubatore di startup sportive, risponde ai bisogni di lavoratori e aziende, venendo incontro anche ai titolari di immobili che hanno subito perdite dalla pandemia. Il meccanismo è semplice: trovare investitori per convertire case vacanze e residenze di città in coworking con più stanze e spazi privati a disposizione delle aziende. Insomma, qualunque sia “l’involucro”, l’obiettivo del luogo di lavoro sarà quello di promuovere il comfort e studiare soluzioni che facciano sentire i suoi frequentatori sicuri e stimolati. Partendo dall’arredo.

Cosa non dovrà mancare nei coworking

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Un ibrido tra seduta da lavoro e poltrona, la Harbour Work Lounge di Haworth unisce stile e praticità. Ideale per le aree informali dei coworking, il suo piano d’appoggio e l’ampia superficie di seduta permettono di lavorare comodamente e avere a portata di mano i propri oggetti. Per tutelare la privacy sulle scrivanie condivise, ci sono accessori come la Corner Office Lamp di Pablo Designs. Grazie alla forma pieghevole facilmente riconfigurabile, creano alcove accoglienti, illuminando il piano di lavoro con i loro LED integrati. Dove per motivi di spazio non si riescono a installare pareti divisorie vetrate, le paretine freestanding si rivelano un ottimo compromesso. Le Drift di Haworth sono facili da manovrare per modificare l’assetto dell’ufficio durante la giornata e garantiscono privacy visiva e comfort acustico. Inoltre, grazie a differenti materiali e colori, consentono di personalizzare lo spazio di lavoro, in linea con le ultime tendenze di design.