Tu chiamale, se vuoi, illusioni

Tu chiamale, se vuoi, illusioni

di Paolo Lavezzari

I tappeti d’autore cambiano gli orizzonti della casa, inventando prospettive spaziali e accattivanti giochi geometrici

Parlare di tendenza è forse troppo perché è qualcosa che, dai mosaici romani (così come dalle decorazioni parietali) in poi si ritrova costantemente nella storia delle arti decorative; diciamo quindi che è piuttosto un vero “classico” e quindi, come tale, non ha scadenze temporali perché gode (scusate il gioco di parole) di una costante contemporaneità. Ma, il tema qual è? Parliamo della illusione spaziale, di quella creazione su una superficie piana (pavimento, parete…) di un’immagine che sfonda la bidimensione per “inventare” uno spazio tridimensionale, di fatto, inesistente, insomma di quello che conosciamo comunemente come trompe-l’oeil. Oggi siamo all’iperrealismo; basta pensare alla qualità fotografica e alle dimensioni offerte dalla stampa digitale che permettono di produrre tappezzerie con riproduzioni di paesaggi, architetture e chi più ne ha, al punto di annullare le pareti domestiche per portare qualsiasi ambiente in cima a un monte, così come in mezzo a un bosco (Leonardo c’era riuscito con la volta arborea della Sala delle Asse al Castello Sforzesco). 

Insomma, tutto questo per dire che la fantasia dei creativi riesce ancora, nonostante tutto, a sorprendere e divertire. Buon segno. Ultimi, solo in ordine di tempo, sono un paio di nuove uscite nel settore del tappeto, un ambito del decoro domestico che in questi ultimi anni sta avendo un incremento  esponenziale in termini di proposte di alta qualità. I milanesi Illulian affidandosi all’estro di Fabio Novembre avevano già proposto in edizione limitata i tappeti Sottosopra (sembra ieri, era il 2018) e poi nel 2020 a Marco Piva che firmava Distortion. L’idea funziona e infatti le limited edition si ampliano ora di nuovi contributi. Come quello di Bruno Tarsia che firma Unlimited: un nastro che si avvolge su sé stesso, apparentemente introverso, ma in realtà in piena espansione. È anche il turno di un “outsider” sempre milanese, come Antonio Lupi che dal settore bagno ha ormai ampliato il suo campo di proposte a tutta la casa. Sono addirittura 25 i tappeti Volumi (il progetto è di Gumdesign) che giocando su irregolarità di forme ed effetti ottici, pur se solo con 3 colori (bianco, nero e rosso terracotta) creano geometrie quasi metafisiche e immaginarie/immaginifiche profondità.