Un film, un bikini, un ombelico. E il mondo ridefinì 
il proprio centro. La prorompente sensualità
 di Raquel Welch rivisitata per Icon da Alessia Piovan

Se misuriamo la celebrità di una star degli anni d’oro del cinema in chilometri di carta stampata, la più grande resta Marilyn. La seconda è Raquel Tejada, americana di sangue boliviano, in prime nozze sposata con James Welch: cinque anni d’unione, due figli, un divorzio (cinquant’anni fa), e un cognome perfetto per le locandine. Maritata altre tre volte (Patrick Curtis, André Weinfeld, Richard Palmer), non ha mai rinnegato il primo sposo, anche perché, parole sue, «il primo matrimonio è stato il migliore». Lei, nata a Chicago il 20 maggio 1940 (ottima annata: Al Pacino, Terry Gilliam, Brian de Palma, Bruce Lee, George A. Romero, Dario Argento, Bernardo Bertolucci) e cresciuta prima a Dallas, Texas, poi a San Diego, in California, era già Miss La Jolla e Miss Southern California quando, a 19 anni, sposò il fidanzatino dei banchi di scuola. Ma non era destinata a passare alla storia come testimonial del “primo amore non si scorda mai”. Perché, fresca di divorzio e impiegata come barista e modella, Life pubblicò una sua foto in bikini.

Era il 1964. In America il due pezzi era ancora ascellare: proibito al cinema anche quando già da anni trionfava in Europa per le regole del codice di autocensura che vietava l’esposizione panoramica d’una pancia nuda, il bikini aveva vita stenta sui giornali. Le didascalie a commento delle foto erano, di norma, molto critiche. Raquel Welch cambiò il corso della storia. Il regista James Ivory (che la dirigerà in Party selvaggio) ha detto di lei: «Mi capitava 
di guardare Raquel negli occhi, e di non riuscire a staccarmene». Forse esagerava per cavalleria, di certo Raquel aveva qualcosa di magnetico: 
il centro del suo corpo. Già apprezzabile in foto, divenne evidente che per quell’ombelico si poteva delirare, grazie al film Un milione di anni fa di Don Chaffey, con i trucchi di Ray Harryhausen. Preistorica eroina alle prese con 
i dinosauri (ma chi faceva caso a questa piccola inesattezza cronologica?), Raquel chiarì subito alle platee di tutto il mondo che era meglio per tutti non vestirla, o perlomeno lasciarla il più possibile libera fra cenci e frange, in qualsiasi epoca e in qualsiasi situazione, fossero anche western (La texana e i fratelli Penitenza, El Verdugo) o libere fantasie (Magic Christian, Il mio amico il diavolo).

In sostanza i giornali, davanti al suo costumino in pelle, cominciarono a occuparsi dei due problemi sollevati dall’avvento di Raquel Welch. Prima questione: Raquel è un sex symbol o un’attrice? In verità lei stessa ha contribuito alla soluzione, con una proverbiale e franca ammissione: «Se sei veramente ben fatta, saper recitare non è del tutto necessario». Seconda questione: è quello di Raquel il più bell’ombelico del mondo? A Hollywood
 la risposta fu subito: «Sì, senza se e senza ma». Tant’è che il suo nickname fu: the Navel, perché quel pozzetto allusivo come quant’altri mai, dal suo tonico ventre occhieggiava evidente come un piccolo abisso dal richiamo irresistibile, un vero “centro” (come vuole il senso della parola ombelico) di attrazione. Cinecittà, a quei tempi seconda potenza del cinema, contrapponeva a Raquel il “centro” di Rosanna Schiaffino, di geometrica perfezione.

Ma Raquel sedeva incrollabile sul suo trono di sex-goddess, dea del sesso, discreta e irraggiungibile come una vera sovrana. Anzi, alla fine, anche concedendo qualche saggia riflessione: «Forse abbiamo esagerato con il sesso, eravamo arrivati al punto di equiparare la felicità al maggior numero di orgasmi possibili. E l’esplosione della libidine virtuale mi sembra una crisi di rigetto: molti sono soli, compulsivamente, davanti a un computer. Non vorrei fosse la morte del desiderio». Ecco, forse è troppo tardi, ma val la pena di usare, tra gli antidoti, anche la visione di una sua fotografia.

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Foto: Simon 

Styling: Amelianna Loiacono

Stylist Assistant: Ginevra De Dominicis.


Hair: Dora Roberti @WM Management using Bumbleandbumble.

Make-Up: Cosetta Giorgetti @WM Management.

Per la location si ringrazia: Cowboys Guest Ranch, Voghera (PV).