Si chiama California Girls, l’ultimo lavoro fotografico di Sasha Eisenman (edito da Damiani)

Ottobre andiamo, è tempo di studiare.
E’ solo una coincidenza che California Girls di Sasha Eisenman (edito da Damiani, 240 pagine, 40 euro) esca mentre si è appena tornati sui banchi scolastici. Però varrebbe la pena di averlo fra i testi, ora che è il tempo del selfie sfrenato, per capire la differenza che passa tra un autoscatto e una foto, una foto vera.
Non parliamo della forma (il libro stampato da Damiani è un oggetto raffinatissimo) ma della sostanza: i ritratti delle ragazze. Non è un catalogo di bellezze “regionali”, opera di un conterraneo (Sasha è californiano, ha studiato in California e vive a Los Angeles), anche se Eisenman, a chiederglielo, non nasconde di aver voluto omaggiare “stile, energia, bellezza delle californiane”, di cui elegge a simbolo la leggendaria surfer Joyce Hoffman (“the ultimate California girl”).

E’ innanzitutto la rievocazione di un sogno. A cominciare dal titolo: California Girls, che sottintende, come dice l’autore, il ricordo di un’atmosfera che viene da lontano. Indimenticabile e persistente. Un profumo dell’esistenza che ha persino una data di nascita precisa: il 1965, quando nacque la canzone dei Beach Boys e la California era già una bandiera di libertà. Il nostro Sessantotto è di fatto cominciato nel Sessantaquattro, con le occupazioni studentesche dell’università di Berkeley. L’eco della contestazione si è persa nel tempo, tutto il resto è rimasto.

Tutto il resto è la bellezza e il fascino dei luoghi e delle ragazze da sogno: Sasha Eisenman ne ha fatto, per 248 pagine, una festa per gli occhi.
Sono corpi sexy e innocenti”, dice, consapevole di aver restituito la fragranza del tempo in cui nasceva la minigonna, i “provos” dipingevano di bianco le bici e gli hippies offrivano fiori ai cannoni. E California Girls è come un coloratissimo caleidoscopio, in cui si moltiplica all’infinito il corpo nudo di Eva prima del patto col serpente. L’innocenza è sottolineata dall’età di tutte le protagoniste, e detto oggi sembra una “mission impossible”.
Le fanciulle in fiore di Eisenman, tutte nei “venti” (la più anziana ne ha 28), ci ricordano che malizia e seduzione non fanno rima con il volgare e l’osceno. Languide o sportive, imbronciate o sorridenti, incarnano le muse di un’ispirazione, di un desiderio, e sollecitano delicate attenzioni più che battute goliardiche.
Sono nude ma vestite di delicatezza, anche quando appaiono sfrontate, perché è come se fossero fotografate da un partner innamorato. Ecco perché vale la pena di studiare il libro, ragazza per ragazza (e tutte, modelle, studentesse, attrici, giardiniere, in brevi interviste a questionario, mettono a nudo non solo la loro pelle): poi, anche a non avere a disposizione il fiume Santa Ana o gli alberi di Joshua, resterà la voglia di fotografare la propria ragazza in modo meno sbrigativo di come si è soliti fare.
E le ragazze, a loro volta, specchiandosi nelle California Girls, avranno illuminanti suggestioni, che vengono da lontano.