I suoi look migliori, la vita molto privata di una delle più brave attrici di Hollywood

Julianne Moore ha 54 anni (è nata il 3 dicembre 1960, e ha un figlio, Caleb, di 18, e una figlia Liv, di 12); è un’età molto trendy, valorizzata da tipi come Monica Bellucci e Madonna, portabandiera della generazione “averne 50 e non sentirli”. Il sottinteso è, in ogni caso, che gli anni pesano. Ecco, la differenza sta qui: a Julianne Moore non pesano affatto. Intanto ci scherza sopra

Io conto gli anni da quando ho cominciato ad aver successo al cinema: avevo più di trent’anni, e da subito hanno cominciato a chiedermi quanto potevo durare

La risposta sta nei numeri: da quasi un quarto di secolo Julie Anne Smith (il suo nome all’anagrafe di Fayetteville, nella Carolina del Nord) non ha saltato neanche un anno nell’agenda della sua carriera, non ha mai conosciuto il temuto “cono d’ombra”, quando le chiamate dei produttori si diradano o spariscono, anzi nell’ultimo lustro lavora a un ritmo fra i tre e i cinque film all’anno. Adesso la vediamo in Still Alice, il film che l’ha portata all’Oscar e in cui affronta l’angoscioso tema dell’Alzheimer, la devastante malattia che ti distrugge la mente.
Ed ecco l’altra importante differenza: Julianne non appartiene al club delle superstar, le dive da copertina, ma a quello degli eccezionali talenti.

Per il gossip, la Moore è sempre stata una disperazione: un primo marito, John Gould Rubin, dal 1986 al 1995, poi un altro, Bart Freundlich, regista, dal 2003 e felicemente in carica, anche se all’inizio della love story era stato considerato un toy boy (ha 10 anni di meno). Nient’altro. E questo è un esempio tipo delle sue dichiarazioni sulla propria vita privata

Sono felicemente sposata da molti anni

Perché lei ha intrecciato fiction e vita vissuta, in modo che nel loro interno vibrassero le stesse passioni. Per Julianne questo ha voluto dire impegnarsi socialmente, occupandosi di charity (è ambasciatrice di Save the Children), sostenendo tutte le campagne del partito Democratico di Barack Obama, e schierandosi sempre a favore di tutti i diritti delle minoranze e degli oppressi. Il principio a cui si ispira è lineare

Io penso che ci piace suddividere tutto in categorie, per aiutarci a capire le cose. Ma una cosa che possiamo fare è dividere di meno in categorie: razza, religione, sessualità. Dovremmo vedere le altre persone non per categorie o definizioni, ma come esseri umani. Staremmo molto meglio se riuscissimo a farlo, e più conosciamo persone “diverse”, più i pregiudizi cadono

E quei “diversi”, anche nel genere, lei li porta sullo schermo, oltre a difenderli con l’impegno

Sono una sostenitrice della parità di diritti per i gay. E mi sento offesa dalle persone che non riconoscono le unioni omosessuali. E’ anacronistico

Anche se è scettica sui risultati che si ottengono solo con interventi da testimonial:

Secondo me, le celeb non hanno il potere di influenzare la società con i loro comportamenti. Diciamo piuttosto che noi attori abbiamo un osservatorio privilegiato e riflettiamo spesso, prima di altri, su cosa succede e su alcuni fenomeni sociali. Il cinema, in fondo, non è che uno specchio di quello che accade nel mondo e nella vita intima della gente, ma si tratta sempre di intrattenimento, di divertimento. Le azioni concrete, secondo me, quelle che possono cambiare il mondo, sono altre

Ecco, forse la vera diversità di Julianne Moore è questa: è una celeb intelligentissima.