Torna con un nuovo album, è in concerto a Milano, la moda si ispira al suo stile. Il suo look fa tendenza

Ci sono alcune donne che cambiano i canoni di bellezza di un’epoca, rompendo con gli ideali estetici del passato, a volte anche in maniera drammatica. Negli anni Novanta, è stata Kate Moss, con quella sua bellezza spigolosa, acerba, scarmigliata, ad inaugurare l’era dell’heroin-chic. Capelli mai in ordine, giubbotto di pelle, e vita disordinata, diametralmente opposta all’esercito di atletiche, inquadrate e perfette top model che l’avevano preceduta.

Molto prima, insieme a Twiggy, c’è stata Marianne Faithfull: dai nobili natali (suo padre era un ufficiale dell’esercito inglese, sua madre una baronessa viennese), minuta, dai tratti aristocratici e dal carattere ribelle, ha incarnato appieno la donna nuova degli anni Sessanta, primo e inconsapevole modello di riferimento per tutte le it-girl e socialite di oggi.

Spesso adombrata da drammi personali, la sua carriera artistica come cantante e compositrice è stata comunque capace di estendersi per quattro decadi e arrivare fino a Milano, dove sarà il 27 Ottobre, con il tour del suo nuovo album Give my love to London. Riconoscimenti, quelli artistici (ha collaborato nella sua carriera con Billy Corgan degli Smashing Pumpkins, Lou Reed, Beck e Angelo Badalamenti, mixando pop, musica classica e sperimentale), tutti arrivati quando era già famosissima, a soli vent’anni, come compagna del più idolatrato tra le rockstar, Mick Jagger, per il quale lascia suo marito, il gallerista John Dunbar. Un sodalizio, il loro, sentimentale ma anche artistico: Marianne infatti, scrive insieme a Keith Richards As Tears go by, e quando al duo si aggiunge anche Jagger, i tre compongono Sister Morphine, due delle canzoni più famose nella pur immensa discografia degli Stones. 

A renderla peculiare, icona in un decennio che ha sfornato tante icone, il suo stile: dichiaratamente sixties, quel mix di folk e rock’n’roll che è stata cifra stilistica anche di Mick Jagger, a cui aggiunge un’allure bon chic bon genre, da ragazza dei quartieri alti di Londra. Un look a cui la moda attinge a piene mani per la stagione fredda, adattandolo alla contemporaneità: il cappotto doppiopetto fa scomparire i bottoni, esaltandone lo spirito sartoriale con l’abbinata a camicie con ruches leziose.
Il twist rock è calibrato, grazie ai leggings in pelle (guarda qui come si porta la pelle quest’inverno) e agli occhiali da sole, dalle forme massimali. Gli accessori giocano un ruolo chiave nel definirne il personaggio, sempre a metà tra richiami couture e attitudine ribelle: la fedora dalla falda larga ravviva infatti un total look iper raffinato, che gioca sui toni del beige, dal nude al pesca. Adatta al palco di un concerto, ma anche all’ufficio.