Etro lo celebra nella sua prima monografia, ed è subito tendenza: boho-chic, esotico e di carattere, il paisley si indossa in città anche d’inverno

All’inizio fu Gimmo Etro, il capostipite di una delle dinastie italiane della moda tra le più famose: era il 1968 quando fondò il suo marchio, introducendo anche nella moda il paisley, declinato su sete pregiate, che sarebbero finite su camicie e complementi d’arredo. Il motivo a goccia, dai natali antichissimi, che arrivano sino alla Mesopotamia, altro non era che il simbolo stilizzato del germoglio della pianta di dattero, l’albero della vita secondo la religione islamica, creato secondo la tradizione dallo stesso fango dal quale venne tratto Adamo, e quindi il vegetale più vicino all’uomo. Portato in Italia proprio da Etro, è divenuto talmente identificativo del marchio, da meritare un suo capitolo nella prima monografia del brand, edita da Rizzoli, e scritta dalla giornalista Renato Mohlo.

Una storia lunga quasi cinquant’anni, illustrata da foto d’archivio, campagne pubblicitarie e sfilate, e divisa per temi: dal viaggio alla natura passando per gioco, colore, arte, new tradition e, appunto per il paisley.

Un trend, quello del motivo a goccia, che non conosce cicli, se non quelli delle stagioni: la sua è l’estate, dove appare tradotto su abiti ariosi e colori pastellati, addosso a celebrities, it-girl e rockstar in giro per i maggiori ritrovi musicali della bella stagione, dal Primavera Sound a Barcellona al Coachella in California. Una teoria, quella del fascino stagionale del motivo a goccia, che trova la sua eccezione in questa stagione fredda, che, complice la monografia di Etro, la moda riscopre. Gli abiti senza spalline lasciano quindi il posto a classici da città, che acquisiscono un fascino boho-chic e sorprendentemente urbano. Il paisley regala un appeal esotico alla gonna a matita, preferendo esprimersi in nuance fredde, metalliche, sotto camicie bianche inamidate, e creando un outfit perfetto per l’ufficio; decora le giacche dai ricami orientaleggianti, che ben si adattano a jeans slim-fit e mocassini, a trovare un perfetto equilibrio tra la femminilità e le esigenze pratiche della quotidianità in città; si adagia con grazia persino sul denim, se controbilanciato dall’allure bon-ton di maglioncini in cachemire a collo alto; se sul vestitino lezioso, trova il suo perfetto contraltare in stringate maschili, essenziali e assertive. Di carattere, ma senza perdere quell’allure di mistero che lo ha sempre accompagnato.