Come l’arte salverà il mondo
Zheng Bo, Pteridophilia 1, 2016. Video (4K, color, sound), 17 min. Courtesy the artis

Come l’arte salverà il mondo

di Elena Bordignon

Scopri una selezione di artisti contemporanei che raccontano l’ecologia e i mutamenti climatici in modo non solo efficace, ma anche poetico

A livello globale, sempre più artisti usano l’arte come forma di attivismo e si sforzano di aumentare la consapevolezza sull’innalzamento del livello del mare, sull’aumento delle temperature, sulla deforestazione e sull’inquinamento da plastica. Da Gavin Turk e i suoi riciclabili in bronzo a Olafur Eliasson, che ha pensato ad un percorso tra i ghiacciai per raccontare le ere glaciali della terra, l’arte contemporanea è particolarmente attenta ai temi legati all’ecologia, alla sostenibilità e ai cambiamenti climatici. Ecco una selezione di artisti contemporanei che usano il loro lavoro per raccontare e sensibilizzare il pubblico sulle questioni ambientali.

Olafur Eliasson

Un artista che da sempre dedica la sua ricerca alla relazione tra arte, ambiente, fenomeni naturali, sensoriali e percettivi è Olafur Eliasson. Conosciuto in tutto il mondo per le sue opere immersive, l’artista danese si contraddistingue nel panorama artistico internazionale per una ricerca che da oltre vent’anni si concentra sull’uomo e l’ambiente. Elementi naturali ed ambiente urbano, fenomeni atmosferici e visivi, tangibile ed effimero sono componenti fondamentali della sua produzione artistica. Le opere che raccontano la relazione tra uomo e natura di Eliasson sono tantissime, tra cui Our glacial perspectives 2020, l’opera d’arte permanente sul ghiacciaio Hochjochferner in Alto Adige, che attraversa la montagna per 410 metri di sentiero scolpito nei detriti del ghiacciaio. Il percorso cadenzato da nove porte distanziate ad intervalli calibrati proporzionalmente alla durata delle ere glaciali della terra, rappresenta la linea temporale del nostro pianeta incisa nel ghiaccio e nell’ambiente. 

Joan Jonas

Pioniera del video e della performance arte, l’artista Joan Jonas ha affrontato, soprattutto nelle sue ricerche recenti, l’attuale pericolo del cambiamento climatico e dell’estinzione, combinando disegni, elementi scultorei e poesia con immagini in movimento di oceani. In una sua recente mostra a Venezia, Moving Off the Land II, l’artista americana ha dedicato le sue opere al ruolo spirituale oltre che ecologico degli oceani. Videoinstallazioni, composizioni sonore, disegni e sculture contribuivano a creare un’esperienza sinestetica: il visitatore era invitato a trattenere il respiro, a “mettere la testa sott’acqua” per entrare in un mondo altro e riflettere sul rapporto che lega l’uomo alla natura.

Tomás Saraceno

La sua arte, che fin dall’inizio ha indagato il rapporto tra l’uomo e il pianeta, ha assunto negli anni una sempre maggiore urgenza di fronte all’emergenza climatica. Fondendo l’arte con il mondo dell’ingegneria, dell’architettura e delle scienze naturali, Tomás Saraceno delinea modelli innovativi di design e modi di vivere. La sua visione di Air-Port-City e ‘cittadinanza cloud’ ci porta in metropoli galleggianti fatte di strutture simili a cellule con confini elastici, alimentate da energia solare. Attraverso voli senza combustibili fossili, resi possibili da sculture in mongolfiera che viaggiano grazie a correnti atmosferiche, ha affascinato il pubblico di tutto il mondo.

Ernesto Neto

Ernesto Neto è uno dei più importanti artisti contemporanei. Spiritualità, umanesimo ed ecologia sono tra le sue principali preoccupazioni. Il suo lavoro è caratterizzato dall’uso di materiali e tecniche insolite. Le sue sculture e installazioni presentano spesso forme biomorfiche di materiali organici che i visitatori possono toccare e che spesso sono costituite da reti e bozzoli e magari contengono sostanze come spezie e sabbia. Simili a piante e radici, le sue opere ci portano più nel terreno, che lontano da esso. 

Gavin Turk 

Durante i tre decenni della sua pratica scultorea, Gavin Turk è riuscito a costruire un’estetica riconoscibile ricombinando immagini della cultura popolare e della storia e negli ultimi anni ha preso parte a vere e proprie crociate contro i cambiamenti climatici, finendo agli arresti per aver partecipato ai movimenti londinesi Extinction Rebellion. Inquinamento, riciclaggio, spazzatura ed emissioni di CO2 sono tra i temi che più gli stanno a cuore. Tre le sue ultime opere , le sculture in bronzo di sacchetti di plastica e scatole di cartone, tanto fedeli al vero da sembrare degli originali oggetti di poco valore. “Quando butto via una bottiglia di plastica” racconta “mi ritrovo improvvisamente a ripercorrere tutta la sua storia: la produzione, l’industria, le molecole; ripercorro il rapporto tra me e l’oggetto che ho appena consumato e quando vado a buttarlo via, la storia esce fuori dal cestino e torna verso di me.” 

Zheng Bo 

Attento indagatore del rapporto tra piante, società e politica, Zheng Bo, è tra i più interessanti artisti cinesi dell’ultima generazione, riconosciuto per affrontare in modo originale e profondo tematiche sociali ed ecologiche. Indaga il passato e immagina il futuro dalle prospettive delle comunità emarginate e delle piante spontaneeNella serie Propaganda botanica, Zheng Bo fa ricorso a slogan storici marxisti, che ricrea con elementi vegetali in modo da espandere nozioni come “uguaglianza”, “lavoratore” o “socialismo” oltre la sfera dell’umano. Attraverso video, performance, scultura e workshop, Zheng Bo sonda nuove forme di attenzione verso il mondo naturale, come ad esempio nel film Pteridophilia 2 , dove  l’artista immagina nuove relazioni queer tra piante e persone.