Dallo star system alla periferia modenese: un percorso fotografico ‘stellare’

Dallo star system alla periferia modenese: un percorso fotografico ‘stellare’

di Elena Bordignon

Abbiamo selezionato una serie di mostre fotografiche che immortalano il firmamento delle celebrities internazionali

Hanno poco in comune, anzi potremmo dire nulla, se non il fatto che hanno lasciato all’occhio fotografico la capacità di registrare il reale, sia esso costruito o dominato dal caso. Richard Avedon e Luigi Ghirri, Anton Corbijn e Ron Galella: quattro fotografi che hanno segnato, a volte rivoluzionato, il corso della storia della fotografia. Chi nell’ambito della moda, come Avedon, chi in ambito musicale e cinematografico come Corbijn o come Galella che ci ha mostrato, come nessuno mai, un diverso volto dello star system. Tra flash, luci accecanti e furoreggiare di celebrità, ci siamo dati una calmata con la mostra di Luigi Ghirri. A settembre quattro musei italiani rendono omaggio a questi quattro maestri della fotografia. 


A Milano, dal 22 settembre al 29 gennaio 2023, Palazzo Reale ospita l’ampia retrospettiva Relationships che ripercorre gli oltre sessant’anni di carriera di Richard Avedon attraverso 106 immagini. In oltre mezzo secolo, Avedon ha rivoluzionato l’immaginario della moda e rivelato il lato più intimo di molte celebrità. Il percorso espositivo, suddiviso in dieci sezioni dedicate – The Artist, The Premise of the show, Early Fashion, Actors and Directors, Visual Artists, Performing Artists / Musicians and writers / Poets, Avedon’s People, Politics, Late Fashion, Versace – si sviluppa attorno alle due cifre più caratteristiche della sua ricercale fotografie di moda e i ritratti. Una sezione è interamente dedicata al sodalizio tra il fotografo e Gianni Versace, iniziato con le campagne fotografiche del 1980, fino all’ultima collaborazione del 1988. In mostra anche un’ampia selezione di ritratti di attrici e personaggi famosi. Avedon è noto per il suo particolare stile, sviluppato a partire dal 1969: l’utilizzo dello sfondo bianco che gli consentiva di eliminare i potenziali elementi di distrazione per accentuare le qualità della posa, dei gesti e dell’espressione. Ne è un esempio la fotografia del 1981, scelta come immagine guida della mostra, che ritrae Nastassja Kinski, languidamente distesa sul pavimento abbracciata a un serpente. 

Dalla bellezza sofisticata di Avedon alla bellezza esistenziale dei superbi ritratti di Anton Corbijn. La sua grande retrospettiva dal titolo Stafed, è ospitata alla Fondazione Eataly Art House – E.ART.H., che inaugura negli spazi della storica Stazione Frigorifera Specializzata di Verona. Muovendo i primi passi nel mondo musicale – negli anni ’70 ha iniziato a immortalare i suoi gruppi preferiti ai concerti – il passo alla carta patinata è stato breve: in pochi anni inizia a collaborare per Vogue, Harper’s Bazaar e Rolling Stone. Celebri i suoi ritratti di Tom Waits, Depeche Mode, U2, Rolling Stones, REM ecc. Oltre alla fotografia, alla fine degli anni ’80, si cimenta come regista di videoclip per alcuni tra i più noti artisti di quegli anni. 
Nella mostra veronese, aperta dal 4 ottobre, possiamo ammirare oltre 80 fotografie del celebre fotografo olandese, che includono una selezione dei suoi scatti più iconici in dialogo con opere meno conosciute e dunque tutte da scoprire. La mostra è stata sviluppata non solo per mostrare la sua indiscussa bravura, ma anche per rivelare la sua capacità di costruire l’immagine fotografica come se fosse un vero e proprio racconto cinematografico condensato in una sola immagine.

Un altro fotografo che ha raccontato in modo originale il mondo delle star è Ron Galella: il più famoso paparazzo della storia della fotografia. Prima retrospettiva al mondo, questa ospitata a Palazzo Sarcinelli a Conegliano – dal 7/10 al 9/02/23 – raccoglie 120 fotografie selezionate dal vastissimo archivio di Galella di oltre 3 milioni di scatti che immortalano il jet-srt internazionale dagli anni ’60 ai ’90. Jacqueline Kennedy, Lady Diana, Robert Redford, Paul Newman, Elizabeth Taylor, Al Pacino, Liza Minelli, Madonna, Elton John, John Lennon, Mick Jagger, Elvis Presley, David Bowie, Sophia Loren, Federico Fellini, Gianni Agnelli, Gianni Versace sono solo alcuni tra i tanti nomi, catturati dal noto paparazzo. Dal 1965 in poi, Galella ha inseguito e fotografato i più grandi personaggi del suo tempo, riuscendo a immortalarli nella loro quotidianità, agendo quasi sempre di sorpresa e spesso senza il loro consenso. Famose sono le cause che molti intentarono contro di lui, senza contare le avventure rocambolesche in cui dovette cimentarsi per sfuggire a inevitabili cazzotti. Epocale la causa che gli intentò Jackie Kennedy Onassis negli anni ’70. Ed è proprio a lei – definita dallo stesso Galella “la mia ossessione” – che è dedicata un’intera sezione della mostra: in questa sala è esposta una copia della famosissima “Windblown Jackie”, scelta da Time qualche anno dopo lo scatto, come “una delle 100 fotografie più influenti della storia della fotografia”.

Dopo tutte queste celebrità e furoreggiare di flash, il nostro tour si placa nell’ ‘isola felice’ di Luigi Ghirri, protagonista della mostra Luigi Ghirri e Modena. Un viaggio a ritroso, ospitata al 16 settembre al 20 novembre alla Fondazione Modena Art Visive. L’esposizione fa parte di un progetto più ampio che prevede una serie di mostre dedicate al fotografo a trent’anni dalla scomparsa. Una selezione di oltre 60 fotografie ci accompagnano nel ripercorre l’attività del grande fotografo emiliano. L’allestimento è stato pensato con una cronologia inversa che parte dagli scatti della seconda metà degli anni ’80, tratte dalle serie Versailles e Il profilo delle nuvole – serie che hanno contribuito a rivoluzionare la fotografia italiana di paesaggio, fino ad alcune magistrali vintage print, datate 1970-73. In mostra, anche quelle dedicate alle architetture di Paolo Portoghesi e Aldo Rossi, quelle dedicate al centro storico di Modena e la serie Colazione sull’erba che ritrae le surreali geometrie dei giardini privati della periferia modenese.