Fondazione Amedeo Modigliani: promuovere l’arte a 360 gradi

Fondazione Amedeo Modigliani: promuovere l’arte a 360 gradi

di Alessia Delisi

In prima linea contro i falsi, ma non solo. La Fondazione Amedeo Modigliani si fa promotrice di una visione dell’arte a tutto campo, che oltre a incentivare lo studio del celebre pittore italiano, coinvolge anche giovani artisti

Quando nasce la Fondazione Amedeo Modigliani e qual è il suo intento?

La Fondazione nasce dopo un’intensa attività di studio e ricerca sulla vita e l’opera di Modigliani e la Scuola di Parigi. Nel 2009 abbiamo costituito il Centro Studi Amedeo Modigliani per proseguire con la creazione della Fondazione nel maggio 2016 a Roma. La nostra esigenza era creare un hub culturale innovativo, incentrato sulla divulgazione, la tutela dell’opera e la vita dell’artista, lontano da meccanismi economici corrotti. Nell’evoluzione delle attività abbiamo inoltre voluto che altri artisti partecipassero sia direttamente sia come supporto alle nostre iniziative.

Non solo Modigliani quindi…

Nel 2020, in occasione del centenario della morte del Maestro, abbiamo presentato il Tributo Amedeo Modigliani, un portale interamente dedicato ad artisti nazionali e internazionali, i quali lo hanno omaggiato con un’opera. Ma la nostra attività di supporto si articola anche in esposizioni collettive, sia in Italia che all’estero.

All’interno della Fondazione c’è un Comitato Scientifico, che ruolo gioca?

Propone attività di ricerca e sviluppa progetti in condivisione con il Consiglio Direttivo. Ha diverse aree di lavoro, c’è ad esempio una sezione dedicata alle analisi tecnico–scientifiche delle opere d’arte presieduta da Greta Garcia Hernandez. Sono presenti poi la sezione dedicata agli aspetti culturali e storico–artistici presieduta da Gerard Georges Lemaire e l’area Management dell’arte e Business Ethics diretta da Mirko Perano. Tutti i risultati delle ricerche e delle attività sono comunque verificati e ratificati da me.


Courtesy Fondazione Modigliani

In cosa consiste invece il corso di Conoscitore d’arte in collaborazione con l’Università Telematica Mercatorum?

Si tratta di diversi moduli di studio che permettono di formare figure professionali in grado di contrastare il fenomeno della falsificazione delle opere d’arte. Continuando la tradizione dei metodi utilizzati dai grandi connoisseur – da Giovanni Morelli a Max J. Friedlander – il corso approfondisce la conoscenza dei procedimenti di analisi scientifica con un approccio innovativo.

Quali altri progetti avete in cantiere?

Grazie al Comitato Scientifico e alla prossima nomina di un Comitato Tecnico, stiamo avviando la progettazione di un protocollo scientifico incentrato sull’intelligenza artificiale che sarà in grado di riconoscere le caratteristiche uniche dell’opera di Modigliani, dalla pennellata al tratto. Sarà il più valido deterrente alla produzione di falsi.

Lei tra l’altro è autore di un libro sui falsi Modigliani, di che si tratta?

È un vero e proprio catalogo ragionato sui falsi messi in circolazione. Il primo tomo si concentra sulle esposizioni e sui tentativi di vendita a ridosso e durante il centenario della morte dell’artista; ci saranno poi diversi tomi articolati in modo da coprire la produzione dei falsi. È un modo per capire anche le tecniche dei falsari e la loro evoluzione fino ai giorni nostri.

Cos’è invece Modigliani Opera Vision?

È un evento di due anni che partirà a settembre a Venezia all’interno del complesso monumentale La Pietà. Si tratta di una mostra multimediale itinerante – ha già fatto tappa a Liverpool e alla Reggia di Caserta – incentrata sulla vita dell’artista, con esposizioni di autori internazionali.

A più di cento anni dalla sua morte, che cosa Modigliani ci ha lasciato in eredità?

Un modo nuovo di concepire l’arte, la volontà di non aderire a nessun movimento artistico, l’indipendenza da schemi e da tutto quello che non riconduceva a espressione libera.