I Futuristi in mostra a Lecco. Quando il domani era nel vento

I Futuristi in mostra a Lecco. Quando il domani era nel vento

di Digital Team

Al Palazzo delle Paure, a Lecco i Futuristi. Una generazione all’avanguardia indaga la presenza di nuovi linguaggi tra arte e vita nell’Italia dei primi decenni del Novecento

C’è bisogno anche di mostre didattiche e divulgative – il che non significa che siano di scarsa qualità, anzi – perché, se presentano opere rappresentative aiutano a far conoscere davvero al suo meglio un artista, un movimento. (Sembra la scoperta dell’acqua calda, ma d’altro canto, quante mostre, strombazzate come imperdibili, abbiamo invece scoperto essere un accrocchio di opere secondarie intorno a un unico pezzo davvero importante?) Proprio un racconto anche per non addetti ai lavori (che sono sempre i più) vuole essere questa rassegna lecchese Futuristi. Una generazione all’Avanguardia, seconda tappa del progetto Percorsi del Novecento, su un totale di cinque esposizioni che vogliono indagare la scena culturale italiana dei primi sei decenni dello scorso 900. Dopo la prima ‘puntata’ dedicata al passaggio tra 800 e 900 con le tematiche veriste e simboliste, con questa indagine sul Futurismo si entra di prepotenza nel XX secolo. Del movimento lanciato e sostenuto da Filippo Tommaso Marinetti nel 1909 più o meno tutti sanno e hanno visto: le opere di Boccioni, Carrà, Depero, Severini, Balla sono, magari senza titolo, ma ben presenti nella memoria collettiva. Il percorso espositivo, suddiviso in sette capitoli, propone una panoramica coinvolgente sugli esiti noti e meno noti del movimento; in questo senso, ai sopracitati non addetti si consiglia soprattutto la parte dedicata a quello che si definisce Secondo Futurismo, cioè agli sviluppi che il movimento prende dopo la morte di Boccioni (1916).

Parliamo di oltre un ventennio di arte sempre estremamente vitale, un periodo complesso e di importante spessore culturale che investe capillarmente tutta l’Italia; non sempre però valorizzato dalla critica, questa mostra ha il merito di esplorarlo e interpretarlo attraverso i linguaggi originali e personalissimi dei propri artisti.Tra le diverse correnti nate in questo periodo si distingue quella dell’Aerofuturismo, nata dalla passione per il volo aereo, e quella della visione cosmica, caratteristica della ricerca più tarda, aperta a suggestioni spirituali ed esoteriche, con opere di autori quali Tullio Crali, Gerardo Dottori, Giulio D’Anna, Fillìa, Thayaht, Alessandro Bruschetti, Barbara e altri. Per gli addetti, la conferma della complessa e multiforme originalità delle istanze del movimento; per i profani, una scoperta che non mancherà di sorprendere.

Al Palazzo delle Paure di Lecco, fino al 18 giugno