James Dean in 10 foto belle fuori dal set
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James Dean in 10 foto belle fuori dal set

di Simona Santoni

In jeans e t-shirt bianca, alieno a buone maniere e convenzioni, malinconico e strafottente, ha rappresentato aspirazioni e dubbi di una generazione. Lo riviviamo in alcune foto a macchina da presa spenta. Dove, a volte, sorride

Il 23 febbraio 1956 veniva consegnato il Golden Globe Speciale a James Dean per La valle dell’Eden. Postumo. Malinconico e strafottente, riottoso e audace, con appena tre film realizzati in due anni James Dean è stato subito leggenda. Non c’è stato spazio per eventuali cadute, per flop o sfioriture. Con la sua “little bastard”, l’amata Porsche 550 Spyder, a soli 24 anni il 30 settembre 1955 moriva con tutti i suoi desideri ed inquietudini.

Una vita di corsa, fulminea e incisiva. La valle dell’Eden, Gioventù bruciata, Il gigante, uscito postumo. Unico attore ad aver ricevuto due nomination agli Oscar postume. Simbolo dell’America degli anni Cinquanta, incarnava aspirazioni e dubbi della sua generazione. Splendente e ribelle, amante delle corse automobilistiche, volto stropicciato di chi è sempre in battaglia.

Polo o camicia con il colletto aperto, oppure semplice jeans e t-shirt bianca. È stato icona di stile: virilità asciutta e arruffata. Qui lo cogliamo in 10 foto belle, fuori dal set. A volte sospettoso, altre invece sorridente, a dialogare con Liz Taylor o con la fidanzata Anna Maria Pierangeli, attrice italiana con cui ebbe la relazione più nota.

James Dean
Photo by Richard C. Miller/Donaldson Collection/Getty Images
Luglio 1955, James Dean firma gli autografi nella sua auto durante le riprese del film “Il gigante, Marfa, Texas.

«Evitava le convenzioni sociali, le buone maniere, perché suggerivano un travestimento. Voleva che se stesso fosse nudo», ha scritto riferendosi al suo look disinvolto e disordinato Nicholas Ray nell’ottobre del 1956 sul Daily Variety in James Dean: The Actor as a Young Man. Il regista che lo ha diretto in Gioventù bruciata (1955) sembra aver saputo legger la sua anima. «Probabilmente c’erano pochissimi registi con cui Jimmy avrebbe mai potuto lavorare. Lavorare con lui significava esplorare la sua natura, cercare di capirla; altrimenti, le sue capacità espressive erano congelate».

Nella sua breve carriera James Dean si era guadagnato la reputazione di «impossibile». Un bel caratteraccio che ha cozzato con colleghi attori e registi. Ray lo racconta come un ragazzo irrequieto, dai bronci improvvisi come un bambino, ma poi dagli entusiasmi altrettanto prepotenti. «Come la volpe, era diffidente e difficile da catturare», ricorda. «Era ancora intensamente determinato a non amare, a non essere amato. Poteva essere assorbito, affascinato, attratto – da qualcosa di nuovo o di bello – ma non si sarebbe mai arreso».

James Dean e Liz Taylor
Photo by Richard C. Miller/Donaldson Collection/Getty Images
James Dean ed Elizabeth Tayor, insieme all’hair stylist Pat Westmore, al luna park durante la pausa del weekend delle riprese de “Il gigante”, 4 luglio 1955 a Dallas, in Texas

Ray ha usato parole che indagano a fondo: «Era un conflitto di violento entusiasmo e sfiducia, creatosi quando era molto giovane. Era radicato nella sua stessa personalità, con la sua consapevolezza tagliente come un coltello e lo spirito indagatore». Del resto la mamma, che lo amava profondamente, morì quando lui aveva 9 anni. Trasferitosi dal padre, quando intraprese gli studi teatrali si scontrarono accesamente, tanto da lasciar la casa paterna.

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James Dean in posa per una pubblicità della Warner Bros. Pictures

L’identikit che Ray fa di James Dean tocca le corde più emozionanti in questo estratto: «Ogni giorno si gettava vorace nel mondo come un animale affamato che trova improvvisamente un pezzo di cibo. L’intensità dei suoi desideri, e delle sue paure, potrebbe rendere la ricerca a volte arrogante, egocentrica; ma dietro c’era una tale vulnerabilità disperata che si era commossi, persino spaventati».