Jim Carrey, 60 anni finalmente senza maschere
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Jim Carrey, 60 anni finalmente senza maschere

di Simona Santoni

Esuberante e dirompente, dietro la mimica facciale esasperata da spensierato buffone in verità per anni ha convissuto con la depressione. Tra «picchi» e «valli», come ha ammesso oggi, che finalmente non si sente più «affogare»

Faccia di gomma, con la sua comicità esuberante e l’espressività elastica del viso, negli anni ’90 Jim Carrey ha cambiato la commedia. Una forza inarrestabile, il primo attore a guadagnare 20 milioni di dollari per un singolo film. Da The Mask a Scemo & più scemo, un’escalation di mimiche esagerate, metamorfosi pazze, mirabolanti idiozie. Ma dietro a quella vitalità da allegro buffone, Jim Carrey intanto conviveva con la depressione. Prozac a gogò come caramelle. Il comico di Toronto da un po’ non ne fa più mistero: «Ne ho sofferto per anni e sono sempre stato onesto perché non è più la mia compagna costante, come un tempo».

Il 17 gennaio compie 60 anni, finalmente senza maschere.

I fasti degli anni ’90 tra demenzialità e Golden Globe

Dopo gli esordi da cabarettista prima allo Yuk Yuk’s Comedy Club di Toronto, quindi al Comedy Store di Los Angeles, per Jim Carrey il salto nel cinema e nella tv è avvenuto a metà anni Ottanta. Ma il successo per l’erede di Jerry Lewis, a cui lo spumeggiante attore si ispira, è scoppiato con Ace Ventura – L’acchiappanimali (1994), nei panni di un bizzarro detective per animali domestici. Eccolo là con la verve accelerata, nella sua consueta esagitazione comica. L’ascesa prosegue con The Mask e Scemo & più scemo. È poi il sabotatore delle feste natalizie in un altro film campione di incassi, Il Grinch (2000).

Jim Carrey
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Jim Carrey in posa per il film “Ace Ventura” (1995)

I suoi personaggi così eccessivi ed esasperati che sulla carta non dovrebbero funzionare, invece funzionano e piacciono al pubblico, pur non trovando sempre il supporto della critica.

Ma come ogni clown ha dentro di sé anche una forte dose di tragicità, così Jim Carrey ha saputo distinguersi anche in ruoli drammatici, guadagnandosi prestigiose statuette. Eccolo come ignaro protagonista di uno spettacolo televisivo in The Truman Show (1998) e quindi nei panni del comico dell’anti-humor Andy Kaufmann in Man on the Moon (1999): due Golden Globe. E poi, accanto a Kate Winslet, nel cult surreale Se mi lasci ti cancello (2004).

La depressione sempre lì

Nonostante il successo, però, la depressione era già lì.

La sua prima moglie, l’attrice e produttrice Melissa Jaine Womer con cui è stato sposato dal 1987 al 1995, ha descritto Jim Carrey come una «persona estremamente depressiva», che spesso doveva consolare nella notte.

Nel 2004 Carrey ha parlato pubblicamente della sua depressione: «Sono stato sotto Prozac per molto tempo». «Ci sono vette, ci sono valli».

Ad averlo portato verso gli abissi la constatazione che, pur avendo ottenuto la celebrità e coronato i suoi sogni, continuava a non essere soddisfatto: «Il fatto che tu possa essere ancora infelice è uno shock quando hai realizzato tutto ciò che hai sempre sognato e anche di più e poi ti rendi conto: “Dio mio, non si tratta di questo”».

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Jim Carrey imita Mick Jagger mentre posa per una sessione di ritratti intorno al 1992 a Los Angeles

E poi, recentemente, l’evento doloroso: il suicidio della sua ex fidanzata. Jim Carrey e la truccatrice irlandese Cathriona White si incontrarono nel 2012, anche lei aveva sulle spalle una storia di depressione. Tra alti e bassi i due sono stati insieme fino al settembre 2015. Nove giorni dopo la fine della loro relazione, il 28 settembre, White si è suicidata, a 30 anni.
I genitori di lei hanno citato in giudizio Carrey, accusandolo di averle attaccato malattie sessualmente trasmissibili e di averle fornito droghe illegali, che la donna avrebbe usato per uccidersi. Carrey ha intentato una controquerela sostenendo che si trattasse soltanto di tentativi di sfruttarlo. La causa è stata archiviata nel 2018.

Jim Carrey in realtà non esiste

Chi ha avuto il piacere di incontrarlo alla Mostra del cinema di Venezia del 2017, dove era presente per il documentario a lui dedicato dal titolo lunghissimo Jim & Andy: The Great Beyond – Featuring a Very Special, Contractually Obligated Mention of Tony Clifton, ha visto un Jim Carrey inconsueto, emozionato, autentico, grato, senza maschere.
Si è anche commosso: «Da giovane cercavo amore e attenzione, pensavo alla fama, ma nella mia carriera ho sempre voluto distruggere Hollywood. Non volevo farne parte. Volevo prendere in giro persone dal grande ego, l’atteggiamento alla Clint Eastwood. Sono sempre stato sovversivo in tal senso. E l’onestà è difficile nel paese delle maschere».

Jim Carrey e Jeff Daniels
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Jim Carrey e Jeff Daniels nel film “Scemo & più scemo” (1994)

Ai giornalisti italiani ha parlato anche della sua depressione a cuore aperto: «Ora non mi sento più affogare perché mi sono reso conto che è come la pioggia, ti bagna, certo, ma non si posa abbastanza da sommergermi».

Nel corso degli anni la carriera di Carrey ha decelerato, ma è proseguita anche nel dietro le quinte della produzione. E ultimamente ha ripreso vigore: dal 2018 al 2020 Jim ha recitato nella serie comica che ha anche prodotto Kidding – Il fantastico mondo di Mr. Pickles e ha interpretato il villain del film per ragazzi Sonic.

Jim Carrey sembra aver abbracciato una versione di sé più spirituale, che in alcune interviste ha preso il largo lasciando un po’ esterrefatti: «Non ci sono io. Ci sono solo cose che accadono». E ancora: «Come attore interpreti personaggi, e se vai abbastanza in profondità in quei personaggi all’improvviso hai una separazione e ti dici, ‘Chi è Jim Carrey? Oh, in realtà non esiste”».

A 60 anni ora Jim Carrey sembra essere consapevole e contento di essere Jim Carrey. E poco male se a volte, a suo dire, non esiste. Noi lo aspettiamo comunque per un nuovo personaggio stravagante. Presto rivedremo l’istrione energico solito, stavolta con bizzarri baffi all’insù e modi pazzoidi, in Sonic 2 – Il film.