L’arte dell’illusione: artisti che giocano con i nostri sensi

L’arte dell’illusione: artisti che giocano con i nostri sensi

di Elena Bordignon

Opere che mutano la nostra percezione del mondo, che cambiano le nostre certezze su come osservare e capire la realtà. Vi presentiamo tre grandi artisti che hanno rivoluzionato il nostro modo di guardare: Leandro Erlich, Tomás Saraceno e Olafur Eliasson

A volte teatrali, scenografici e illusionisti, scientifici o utopistici: ci sono alcuni artisti contemporanei che sfidano le leggi della percezione, gareggiando con la nostra abilità di guardare e capire. Con le loro opere d’arte trasformano l’ordinario in straordinario, lasciandoci spesso a bocca aperta. Uno di questo è sicuramente Leandro Erlich, protagonista della mostra Oltre la soglia a Palazzo Reale a Milano, dal 22 aprile al 4 ottobre 2023. In qualsiasi modo si guardino le sue opere, è necessario impararne il gioco, comprenderne fino in fondo i meccanismi di spiazzamento. Attratto e affascinato da specchi, marchingegni, giochi di illusione ottica, Erlich crea opere che mettono in dialogo ciò che crediamo e ciò che vediamo, così come cerca di colmare la distanza tra lo spazio del museo e l’esperienza quotidiana. Nella mostra a Palazzo Reale per la prima volta sono riunite le sue opere più note ed iconiche, con l’intento di raccontare in modo completo l’abilità dell’artista nel creare opere giocose e coinvolgenti che trasformano la nostra percezione della realtà in modo memorabile. Le 19 opere in mostra attestano che, liberandoci dalle nozioni acquisite con l’esperienza, tutti possiamo sperimentare una nostra dimensione, una nuova visione del mondo che ci circonda. Ogni lavoro è da considerare un vero e proprio evento che riguarda l’osservazione di piccoli fenomeni banali che, trasferiti nello spazio museale, acquistano una nuova dimensione. “Mi piace presentarmi come un artista concettuale che lavora nel regno del reale e della percezione” spiega l’artista. “Il mio soggetto è la realtà, i simboli e il potenziale di significato. Mi impegno a creare un corpo di opere – soprattutto nella sfera pubblica – che si apra all’immaginazione, sovverta la normalità, ripensi la rappresentazione e proponga azioni che costruiscano e decostruiscano situazioni per sconvolgere la realtà.”

Anche Tomás Saraceno è un artista che ha fatto della condivisione e interazione uno dei punti forti della sua ricerca. Interdisciplinarietà e interconnessione tra diversi ecosistemi sono le relazioni che rendono la sua ricerca tra le più esemplari nel panorama artistico degli ultimi anni. Nei prossimi mesi l’artista è impegnato in un’importante mostra ospitata nel Regno Unito – Web(s) of Life – alla Serpentine Gallery di Londra dal 1 giugno al 10 settembre 2023. Attraverso sculture ‘volanti’ e installazioni interattive, Saraceno riflette sugli effetti e le dinamiche dell’Antropocene e, soprattutto, del Capitalocene, che descrive la nostra epoca contemporanea caratterizzata dagli effetti distruttivi del capitalismo sull’ambiente. Da alcuni anni Saraceno collabora con comunità che sono state colpite dagli effetti del cambiamento climatico, per rinnovare le relazioni con la Terra, l’aria e il cosmo, in particolare nell’ambito dei suoi progetti comunitari ‘Aerocene’ e ‘ Aracnofilia ”. Ed è proprio quest’ultimo tema che caratterizza la mostra londinese, la passione per i ragni, da cui l’artista da anni trae ispirazione per le sue grandi installazioni sospese. Entrando in questa mostra ‘viva’ e reattiva, l’artista ci invita a consegnare i telefoni cellulari, per rompere la nostra dipendenza dalla tecnologia e riconnetterci con un approccio più reattivo al nostro ambiente. La mostra si sviluppa anche oltre gli spazi della Serpentine, estendendosi nei Royal Parks. Attraverso i Kensington Gardens, i visitatori possono incontrare sculture interattive che coinvolgono le numerose specie del parco, tra cui uccelli, insetti, volpi e anatre.

Accanto a Leandro Erlich e Tomás Saraceno, un altro artista che da sempre lavora con le percezioni è Olafur Eliasson, protagonista di due importanti mostre da poco concluse ospitate a Palazzo Strozzi a Firenze e al Castello di Rivoli. Il sito della Tate, nel presentarlo, sottolinea come sia uno dei pochi artisti viventi che ha cambiato il significato stesso dell’essere un artista. Il suo lavoro infatti è a cavallo tra architettura, ecologia, educazione, sostenibilità, percezione e attività collettive. Restano memorabili le sue installazioni come il grande “sole” installato nella Turbine Hall nel 2003 o i 12 grandi blocchi di ghiaccio prelevati nel 2014 dalla calotta glaciale della Groenlandia e collocati in una piazza di Copenaghen. L’artista ha sottolineato che spera di portare la sua arte in più contesti possibili e raggiungere un sempre più ampio pubblico, in modo da sensibilizzare le persone sui problemi climatici e sulla catastrofe a cui stiamo andando incontro se non compiamo subito delle scelte fondamentali per il pianeta. Oltre ai temi strettamente legati alle questioni ambientali, l’arte per Eliasson è continua ricerca sulla percezione e sul movimento, in relazione allo spazio fisico e ambientale che ci circonda. Il suo scopo è di esplorare le leggi naturali e scientifiche che regolano i meccanismi della natura, renderle immediate e comprensibili a tutti, fino a poterle toccare con mano e viverle in prima persona attraverso istallazioni dalla potenza straordinaria.