Due diversi modi di raccontare il mondo. In due mostre

È stato il “nostro” Indiana Jones. In jeans e a torso nudo. Forse il grande pubblico se ne è accorto tardi, dopo la sua morte, avvenuta nell’estate del 2011, e della sua compagna Rossana Podestà, perciò, anche se sa un po’ di tardivo risarcimento, la mostra in programma sino all’8 marzo al Palazzo della Ragione Fotografia di Milano è un premio a quel genio dell’avventura che fu Walter Bonatti. La sua scalata al K2 da ragazzo insieme ad Ardito Desio, Achille Compagnoni e Lino Lacedelli fu indimenticabile, ma anche le altre imprese da reporter di emozioni compiute negli anni 60 per conto di Epoca lasciano il segno. Bonatti, infatti, con i suoi spericolati autoscatti realizzati attraverso una cordicella collegata alla macchina fotografica, porta il lettore prima e chi guarda le grandi immagini oggi dentro i deserti della Namibia, sulla cresta dei vulcani, sopra gli alberi per meglio osservare le scimmie. Sembra di provare i suoi stessi brividi di gioia e anche di freddo in Siberia e Antartide, oppure quando sta con gli ippopotami o nuota nelle rapide impetuose. Peccato che Walter non ci sia più, anche se ascoltandolo nei video e guardandolo nelle fotografie, sembra così vicino.

Sono decisamente più conosciute le immagini di Steve McCurry, eppure appaiono sotto una luce nuova grazie alla location – “la più bella in tutta la mia carriera” ha detto il fotografo statunitense – scelta per la mostra Oltre lo Sguardo. Nel salone nobile della Villa Reale di Monza, le bambine afghane, i fachiri e santoni indiani sembrano trovarsi naturalmente a proprio agio. Le fotografie sono state appese a scale di legno che si sposano benissimo con gli stucchi, e gli affreschi della regale residenza. E la vista del parco col suo tardivo foliage stempera la crudezza di certe immagini di guerra e del crollo delle torri gemelle di New York. Il forte imprescindibile valore di testimonianza, reso anche dalla vividezza dei colori, e da quell’indugiare sui volti raccontati coi primi piani sono quelli tipici di Steve McCurry.

Due modi diversi di raccontare il mondo, due visioni della fotografia, due idee su come testimoniare del proprio passaggio.

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Walter Bonatti. Fotografie dai grandi spazi

a cura di Alessandra Mauro e Angelo Ponta (catalogo Contrasto – GAmm Giunti)

Palazzo della Ragione Fotografia di Milano, fino all’8 marzo

Steve McCurry. Oltre lo sguardo

allestimento di Peter Bottazzi 

Villa Reale di Monza, fino al 6 aprile